mercoledì 10 febbraio 2010

Una classe dirigente da gettare nei loro inceneritori!

Traffico illecito di rifiuti,
indagato Steno Marcegaglia




ROMA (Reuters) - Steno Marcegaglia, padre della presidente di Confindustria Emma e fondatore e presidente dell'omonimo gruppo, è indagato nell'ambito di un'inchiesta su un vasto traffico illecito di rifiuti.

Lo rende noto una fonte vicina alla vicenda, mentre il Gruppo Marcegaglia precisa in una nota che "Steno Marcegaglia risulta indagato in quanto presidente del gruppo".

L'operazione sul traffico di rifiuti - che oltre alla Toscana riguarda diverse altre regioni ed è stata affidata ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Grosseto - vede coinvolte diverse società e ha portato all'arresto di 15 persone.

"I dirigenti interessati dalle indagini non ricoprono più da tempo gli incarichi originariamente loro conferiti. L'azienda si dichiara certa del loro corretto comportamento e confida di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati", aggiunge la nota diffusa nel pomeriggio dal gruppo industriale.

Nell'indagine, coordinata dalla Procura di Grosseto che ha emesso 17 provvedimenti cautelari ed eseguito 3 sequestri preventivi, risultano coinvolte 61 persone e 20 aziende, spiega un comunicato dei carabinieri.

Il gip ha disposto la custodia cautelare per 15 persone, di cui 6 in carcere e 9 agli arresti domiciliari. Si tratta di rappresentanti legali, presidenti di cda, direttori generali, responsabili tecnici, soci, responsabili di laboratorio, chimici e dipendenti delle società coinvolte.

Sono state inoltre emesse due misure interdittive dell'esercizio della professione di chimico e dell'esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nelle province di Grosseto, Bergamo, Caserta, Livorno, Milano, Mantova, Padova, Pisa, Ravenna, Trento e Trieste. I reati contestati sono a vario titolo associazione per delinquere, omicidio colposo, lesioni personali colpose, incendio, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata di rifiuti, falsità in registri e notificazioni e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

"Il traffico di rifiuti accertato negli ultimi anni - spiega la nota delle forze dell'ordine - è stato stimato in circa un milione di tonnellate, con un lucro di svariati milioni di euro ed un consistente danno all'Erario, per l'evasione dell'ecotassa, oltre, naturalmente, ai gravi danni provocati all'ambiente".


INDAGINE NATA A NAPOLI E SVILUPPATASI IN TOSCANA

L'operazione riguarda "un'organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi, costituita in Toscana ed avente diramazioni in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna", dice la nota del Noe.

L'indagine ha avuto origine da uno stralcio della Procura di Napoli sulla movimentazione di rifiuti prodotti dalla bonifica del sito contaminato di Bagnoli, e si è poi sviluppata in Toscana.

Dalle indagini del Noe di Grosseto è emerso che l'organizzazione "era imperniata sul ruolo di una società di intermediazione maremmana, proprietaria anche di un impianto di trattamento, la quale, avvalendosi di produttori, trasportatori, laboratori di analisi, impianti di trattamento, siti di ripristino ambientale e discariche, regolava e gestiva i flussi dei rifiuti... attraverso una sistematica falsificazione di certificati di analisi, formulari di identificazione e registri di carico e scarico al fine dell'attribuzione di codici di rifiuto non corretti, così da poter essere dirottati soprattutto in siti di destinazione finale compiacenti".

L'inchiesta ha riguardato anche l'incendio a seguito di un'esplosione in un impianto per il trattamento di rifiuti non pericolosi di Scarlino, nel Grossetano, dove venivano gestiti anche rifiuti pericolosi, alcuni dei quali avrebbero provocato la deflagrazione, costata la vita a un operaio.

Un altro filone investigativo ha riguardato "una nota industria metallurgica di Ravenna, la quale aveva la necessità di smaltire un cumulo di quasi 100.000 metri cubi di rifiuti... contaminato da mercurio, idrocarburi e da altri inquinanti... La società di intermediazione si aggiudicava l'appalto per la gestione dei rifiuti ed effettuava il loro smaltimento in modo illecito".

Nella nota del Gruppo Marcegaglia, i legali spiegano che "lo smaltimento di rifiuti ... riguarda nello specifico il terreno di risulta degli scavi eseguiti per l'ampliamento del suo stabilimento sito nell'area portuale di Ravenna. Questo materiale, analizzato da Made sotto il controllo degli enti pubblici di competenza, è stato conferito a società legalmente autorizzate al suo successivo smaltimento"...

... nei loro inceneritori o termovalorizzatori

o cancrovalorizzatori.

Stanno uccidendo noi e i nostri figli

e si stanno pure arricchendo

con i "nostri" soldi pubblici!

SVEGLIA

BAMBOCCIONI!!!