martedì 22 settembre 2009

Riparte "Annozero"?

«O Travaglio o niente»


di Sara Gambèro

È un Michele Santoro agguerrito e parecchio incazzato quello che si presenta alla conferenza stampa di Annozero, al via giovedì prossimo. Con o senza Marco Travaglio, ancora non è dato sapere con certezza. A oggi, nonostante la richiesta di Santoro avanzata a luglio, il giornalista non è ancora stato contrattualizzato. Le troupe sono state completate solo pochi giorni fa. I contributi video sono in forse. Tutto questo succede in un programma che "l'anno scorso ha fatto il 18 per cento di ascolti e che è costato pochissimo, si è ripagato interamente con le entrate pubblicitarie".
«Che senso ha che programmi di successo come Annozero e Report debbano essare oggetto di discussione? Dove nascono queste discussioni, dentro o piuttosto fuori l'azienda? Chi è interessato a non mandare in onda questi programmi. È o no, obiettivamente, il gioco della concorrenza? Queste sono le domande che mi pongo oggi»
«Siccome non posso intravedere nessuna vera ragione aziendale in tutto ciò, devo pensare che stiamo tornando al passato, sta riemergendo dalle nebbia la figura di Licio Gelli, uno che vuole la distruzione del servizio pubblico. Oppure mi auguro che qualcuno mi spieghi per quale maledetto motivo il giorno primo di andare in onda non dobbiamo sapere se Marco Travaglio ha il suo contratto oppure no. Non abbiamo ancora avuto risposta né motivazioni di un eventuale suo rifiuto. Voglio che la Rai mi giustifichi perché non è desiderato»
«È una situazione gravissima - dice Santoro - un attacco alle punte del servizio pubblico, ai programmi che ne incarnano lo spirito: non a caso le trasmissioni elencate dal presidente del consiglio a Porta a Porta cone fatte da "farabutti" sono tutte oggetto di problemi».
«Siamo nella lista nera», dice Santoro davanti ai giornalisti e al direttore di Raidue Liofredi, che cercando di giustificare il motivo del ritardo nella scelta degli operatori scatena le ire del conduttore: "Sei un bugiardo, e querelami pure se vuoi, ma non ti conviene".
Replica Liofredi: «Le tue trasmissioni sono da inquisizione mediatica, è giusto che tu le faccia ma anche che possa non essere d’accordo. Io ho un’altra idea del confronto politico, a 360 gradi, che sappia avvicinare i giovani alla politica e non distanziarli. Per quanto mi riguarda farei a meno di un programma così, vorrei vedere una trasmissione politica diversa. Non mi piace la televisione di scontro, preferirei quella di incontro»
Interviene il consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo: «Questa conferenza stampa è il simbolo dell'anomalia italiana dove un direttore di rete presenta una trasmissione che non approva».
«Annozero si farà solo con Travaglio. Sia ben chiaro», puntualizza Santoro. E lo stesso Travaglio aggiunge: «Mi sento davvero mortificato. In passato giornalsiti "sovversivi" come Indro Montanelli ed Enzio Biagi hanno scritto prefazioni ai miei libri, mi hanno fatto complimenti. Tutto ciò mi aveva fatto pensare di non essere proprio una schiappa. Adesso invece scopro che sono peggio di Vallanzasca. In televisione possono entrare assassini, stupratori, canari ma nessuno mi ha ancora spiegato cosa ho fatto di male. Essendo tra l'altro incensurato».
«Quando ho cominciato a fare il giornalista - continua Travaglio - i miei direttori mi dicevano: "Vai e rompi le scatole". Adesso invece scopro che non avevano capito niente, perché il giornalismo oggi è quello di rendere popolari i politici e farli amare dalla gente. O sbagliavano Montanelli, Biagi e tutti i più grandi giornalisti del mondo o c'è un problema di fondo in questo Paese. Per il resto non so dire se ci sarò, nessuno di questa nuova dirigenza Rai mi ha contattato. Posso solo manifestare la mia mortificazione: aspettate almeno che abbia fatto o detto qualcosa prima di bastonarmi»
Rincara la dose Santoro «Noi abbiamo una televisione dove il confine del proibito si è enormemente allargato. Se io facessi oggi le tramissioni che facevo negli anni '90 sarei considerato un dinamitardo. Eppure allora non succedeva niente. Le facevo quando c’era come presidente Rai l’attuale sindaco di Milano, che è di centro destra. Quando si suicidò Lombardo, la Moratti difese con tutte le sue forze la nostra trasmissione. La Rai era una azienda che ci ha sempre compreso tutti. Volete farmi diventare me un ostaggio della prima repubblica, proprio io che ne ho dette di ogni sulla prima repubblica. Ed è vergognoso che i colleghi, i giornalisti della Rai, non reagiscono a quel che sta succedendo. Devono reagire, prima che sia troppo tarsi, prima che diventiamo come l'Alitalia».
«Se poi succede che l'Autorithy interviene perché Travaglio ha detto che qualcosa non doveva dire, sanziona la trasmissione, l'editore licenzia Santoro per omesso controllo, mi sta bene. Allora finalmente potrò andare davanti a un tribunale e dire: "Ma Beppe Grillo che ha detto le stesse cose percui mi ha sanzionato l'autority in passato pure a Matrix, perché non avete sanzionato anche quella trasmissione o Rai news 24? La legge è uguale per tutti o solo per Santoro e Travaglio?»
L'ultima battuta in risposta a un giornalista che chiede se anche quest'anno rivolgerà nuovamente l'invito a Berlusconi a venire in trasmissione: «Non ha bisogno di inviti, quando vuole si autoinvita direttamente. Noi lo accoglieremmo solennemente con fanfare e tappeto rosso. Certo, magari faremmo una trasmissione un po' più vivace di Porta a Porta dell'altra sera...»


Santoro & Travaglio :)
Vespa & Fede :(

lunedì 7 settembre 2009

Schiavi moderni

Avere e non avere



Avere e non avere. Lavoriamo più degli schiavi ai tempi dei Faraoni. Per trent'anni. Quarant'anni, cinquant'anni. L'età della pensione si allontana fino a coincidere con quella della morte. Il lavoro ha, sempre più spesso, come unico obiettivo uno stipendio. Non è importante che il lavoro sia utile, necessario per la società o per l'individuo che lo svolge. Lo scopo di un'attività è, di solito, il denaro che se ne può ricavare. Denaro che serve per comprare beni inutili, prodotti da altre persone che fanno altrettanti lavori inutili. Per rendere utili beni inutili, aumentare la salivazione dei consumatori, abbiamo inventato l'industria della pubblicità. Un inganno colossale, un'autoipnosi a fini di lucro.
C'è una perdita di senso, di scopo complessivo. Siamo panni lavati e rilavati in una lavatrice con il programma impazzito. L'informazione e la pubblicità, una volta separate, si sono unite, compenetrate in una forma oscena che è ovunque, che giustifica tutto. La distruzione del pianeta, la cancellazione del tempo (nessuno ha più tempo..), la perdita di significato, la mancanza di valori al di fuori di quelli economici. Abbiamo allungato la vita per non poterla vivere, siamo troppo occupati a produrre. Avere, siamo drogati dall'avere, lavoriamo per avere. Abbiamo trasformato il mondo e noi stessi in un PIL, in prodotti a scadenza. Abbiamo tutto, ma non abbiamo più nulla.
In una società basata sulla produzione in quanto tale, a qualunque prezzo, chi perde il lavoro è una zavorra. E' fuori dai giochi. Per sopravvivere è necessario lavorare, fare qualunque lavoro. Il progresso è lavoro, il futuro è lavoro. Il progresso, invece, dovrebbe essere la diminuzione del lavoro. L'eliminazione del lavoro inutile. Lavoro per tutti, solo se utile e in modica quantità.
La dannazione del lavoro ha il suo "altro", il suo specchio, nei parassiti sociali. Quelli che, grazie al lavoro inutile degli altri, non lavorano. Sono dei divoratori di risorse umane e ambientali. Non hanno un lavoro vero e proprio, ma manipolano e posseggono il denaro, quantità spesso enormi di denaro. Sono gli addetti alla leva della ruota in cui girano, inconsapevoli, i lavoratori. La diseguaglianza sociale rende obbligatorio il lavoro inutile. La solidarietà sociale e una equa distribuzione dei beni cancellerebbe ogni produzione fine a sé stessa e i parassiti economici.. Che senso ha avere, nello stesso Paese, l'Italia ad esempio, milioni di persone sotto la soglia di povertà, milioni di disoccupati e centinaia di migliaia di persone ricche a dismisura? Cosa vuol dire "vivere" nello stesso Paese per gli evasori e per i precari? La povertà è la materia prima del consenso dei regimi. Vanno stabilite una soglia di ricchezza e una soglia di povertà, entrambe da non superare. Avere e non avere.


beppegrillo.it