mercoledì 31 marzo 2010

C'è chi vede nero e chi continua a vedere la TV

La prima emergenza nel Lazio


La prima emergenza nel Lazio è il ripristino della LEGALITA', la lotta alla corruzione, lo sperpero di denaro pubblico ed un netto contrasto all'espansione della mafia.
Tutti fattori che non permettono un sano, sostenibile ed equo sviluppo.
Su questo la Bonino dava sicuramente più garanzie.
Fra 5 anni se non si farà nulla di concreto in tal senso il MALE diventerà irreversibile!

Silverlight



"Vedo nero, nerissimo. Ma il giocattolo del capo si è sfasciato"
Intervista di Beatrice Borromeo a Giovanni Sartori


"È andata malissimo. Sono depresso. Mi sento una specie di abatino Galiani: vedo tutto nero, noir, noir". Parole pesanti per chi conosce il professor Giovanni Sartori, politologo ed editorialista del Corriere della Sera, che di solito si limita a esorcizzare con l’ironia anche le situazioni più gravi.


Professore, è nata la Padania.

Sì, e questo divide il paese: ora al nord faranno il federalismo fiscale e il Pdl diventa un partito meridionale. Si sgretola il giocattolo di Berlusconi.

Cioè l’alleanza con Fini e Bossi?

Certo, perché al nord prevale la Lega e il presidio di Berlusconi si confina al sud. Questo implica un partito molto clientelare e condizionato dalle varie mafie. Il Pdl è un partito di plastica, di cartapesta. Regge perché gli uomini di Berlusconi devono tutti il posto a lui. Soltanto al centro rimane qualche isola rossa resistente.

Quindi secondo lei Berlusconi, personalmente, ha perso nonostante il buon risultato elettorale?

Sì, e io l’avevo previsto. Il problema di Berlusconi non sono i voti, ma la distribuzione del potere sul territorio. Il Pdl è incentrato solo su Berlusconi che concede tutto a tutti perché a lui interessa soltanto preservare il suo potere.

La Lega è l’unico partito radicato che non si affida solo al carisma del leader. Il Pd dovrebbe ispirarsi a questo modello?

La Lega rappresenta interessi concreti, quelli della piccola borghesia, di un elettorato del nord che vuole tenersi i soldi. Al sud il discorso è diverso: i soldi non si producono, si rubano e si spendono per mantenere le clientele.

Quindi la sinistra non si radica perché non rappresenta più nessuno?

Al nord il centrosinistra ha commesso un grave errore a parlare di "immigrazione facile", perché poi succede che l’operaio disoccupato vota Lega. Pensa al suo interesse. C’è una crisi economica globale che mette in pericolo l’occupazione e il lavoro, in particolare in Italia. La sinistra non lo capisce, non usa alcuna lungimiranza proprio su temi e problemi riguardo cui doveva essere ghiotta e propositiva. Invece nulla.

Salva almeno Di Pietro o Nichi Vendola, l’unica opposizione che non è stata sconfitta?

Io non ho nessuna stima per Di Pietro, demagogo di sinistra. E la vittoria di Vendola è un problema per Bersani, perché tira il partito a sinistra. L’idea del Pd riformista era invece di cercare voti al centro.

Perché il Pd perde? Qual è il problema?

Tra gli altri, c’è che sono stupidi: Bersani chiede il ritorno al Mattarellum per avere un centrino-ino-ino che a malapena passa la soglia di sbarramento. Il segretario del Pd si preoccupa di questo e non di una legge elettorale come il Porcellum che lo stritola. È chiaro che l’unione Bossi-Berlusconi si prepara a vincere le prossime elezioni, e con la vittoria otterrà automaticamente il 55 per cento dei seggi. Ma di questo Bersani non si preoccupa.

La sinistra ha cancellato dall’agenda anche la legge sul conflitto di interessi.

Quello è stato il bacio della morte. Tutto è cominciato dalla rinuncia a quella legge.


Secondo lei il segretario Bersani è in bilico dopo questo voto?

Per adesso non vedo di molto meglio in giro. E poi non ha subito una sconfitta indecorosa. È andata male ma, poveraccio, neanche per colpa sua. Questo partito soffre l’eredità dell’ultimo governo Prodi.

E degli ultimi scandali: Delbono a Bologna, Marrazzo nel Lazio.

Gli scandali più che altro hanno generato disincanto. Siamo un Paese marcio nel midollo e chi vota Berlusconi non si è fatto molto influenzare: quell’elettorato segue una tivù sotto controllo quindi – a parte i lettori del Fatto e di qualche altro giornale ancora libero di parlare – il cittadino dice: "E vabbè". Non ha anticorpi, non è reattivo.

Cosa può fare un cittadino onesto che vuole contribuire, sperare?

E’ abbastanza impotente. Finché ci sono Berlusconi, il suo sistema di potere e il controllo dei media, non vedo nessuna speranza.

Però è cresciuta l’astensione: una protesta contro questo sistema?

Era astensione equidistribuita, non ha colpito solo il centrodestra ma anche il Pd. È disaffezione, antipolitica, disgusto e indifferenza della politica tutta.

Anche le nostre elezioni, come quelle americane di mid-term, sono un giudizio sull’operato del governo più che un voto locale?

Berlusconi ha impostato la campagna elettorale su di lui e quindi il risultato si può solo leggere come una conferma del governo.

Quanto ha influito l’opposizione della Cei alle candidate abortiste, Bonino e Bresso?

Si potrebbe frenare questo eccesso di invasione ecclesiastica della politica, perché l’elettorato cattolico duro e puro non supera il 4 per cento. Ma sia il governo che il centrosinistra si arrendono subito, senza combattere, a una Chiesa che è tornata alla riscossa.

Nessun cambiamento in vista?

Oggi no, lo escludo. Comunque ci siete voi sulle barricate, io sto nelle retrovie.


NON E' CHE
CONDIVIDIAMO...

DI PIU'!!!

Un commento post elezioni


Due fatti, un unico obiettivo



A me sembrano da una parte curiosi e dall'altra significativi due fatti all'apparenza diversi ma con un unico obiettivo:

1) Dopo una campagna elettorale al buio della libera informazione, del sano confronto sui programmi dei diversi candidati e dell'oscuramento dei cosiddetti "terzi incomodi" (Movimento 5 Stelle, Rete dei Cittadini...) ora, a giochi fatti, si da ampio spazio ai politici dei due poli che si lasciano intervistare anche con domande non concordate. O confronti tra PD e PDL che assomigliano più che altro delle dichiarazioni "amorose" e per completare il triangolo perfetto, entrambi a corteggiare la Lega; mentre è leggermente diminuita la presenza televisiva di Berlusconi.

2) Nel contempo, in suddetti "spettacoli" si tenta di screditare, se non addirittura discriminare, il Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, le persone che hanno scelto di votare in questo senso e che vengono sminuiti con l'appellativo di "grillini" e... La Rete dei Cittadini con Marzia Marzoli... relegata al ruolo di Cenerentola del Lazio dall'informazione controllata con il placet dei due esempi di femminismo all'italiana (Bonino e Polverini).
Vi ricordate che all' inizio la Lega veniva trattata allo stesso modo?

Io credo che il filo conduttore di tutto ciò sia quello che, per la casta politica, sono molto pericolose le novità specie se sono rappresentate da gente normale che si espone in prima persona e con un modo diverso e pulito di fare politica in maniera diretta.
Non sono né controllabili né ricattabili.

A quanti di noi piacerebbe vivere in un paese più normale dove ognuno possa dire tranquillamente la propria opinione?

Continuo a vedere nubi minacciose all'orizzonte e la prima ad essere minacciata è la Costituzione Italiana: dall'incipit di Napolitano, alla solfa di Berlusconi, dagli interessi del nord e dal calabrachismo del PD.
Riforme imposte dall'alto, altro che largamente condivise e con la scusa di "ammodernare" il paese... macchevvordì!

Gente di destra, di centro, di sinistra rifletteteci sopra!

Axel


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martedì 30 marzo 2010

Elezioni regionali nel Lazio 2010

Elezioni regionali nel Lazio 2010
Analisi qualitativa del voto

RENATA POLVERINI
(centrodestra) - 51,14%
:


- VOTI COMPRATI 7%


- MAFIA 15%


- CHIESA 7%


- IMPRENDITORI COLLUSI 3%


- LOBOTOMIZZATI
DALLA PROPAGANDA 5%


- ANZIANI CREDULONI 8%


- GIOVANI NOSTALGICI (?) 4%


- INTELLETTUALOIDI
LIBERAL 1%


- ASPIRANTI VELINE 1%




EMMA BONINO
(centrosinistra) - 48,32%



MARZIA MARZOLI
(movimenti antagonisti) - 0,53%



@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

Ma questo è solamente
il nostro punto di vista.
Ognuno ha il suo
e cmq sono:
100% di brava gente che,
in un modo o nell'altro,
ha famiglia
.

La triste verità
è sempre la stessa




lunedì 29 marzo 2010

Brogli PDL nel Lazio


ALL'ARMI!!!



mercoledì 24 marzo 2010

La terza incomoda alle regionali nel Lazio


Ecco un voto utile per i cittadini che vogliono rinnovare la politica

Il Gruppo Civico Archimede
per le elezioni regionali nel Lazio
del 28 e 29 marzo 2010
invita a votare per:








NON CONTINUARE
A FARTI PRENDERE IN GIRO
DALLA CASTA!

ECCO CHI
SOSTIENE SILVIO
da morire dal ridere
anzi da piangere!

CLICCA QUI



domenica 21 marzo 2010

C'è popolo e Popolo!

Per la seconda volta nella sua storia, l'Italia assiste alla fine di un "ventennio" nero... anzi buio.

Ieri 20 marzo è stata la giornata della gente in piazza. Assistiamo sempre più al ricorso di manifestare in piazza e questo, dal punto di vista della partecipazione, è positivo anche se il Paese è costantemente diviso in due... ma questo, per l'Italia, è sempre stato così (ahinoi!).
Una chiave attuale per leggere la "divisione" che stiamo vivendo è ancora quella che vede da una parte le persone che si informano (o semplicemente vedono) l'obsoleta televisione e, dall'altra, le persone che si tengono aggiornate attraverso il più moderno (e incensurato/abile) pc, ovverosia tramite internet.
Il tutto, ovviamente, con le dovute trasversalità e senza voler generalizzare ne' offendere alcuno... ma tant'è!


Ieri 100-150.000 persone, perlopiù provenienti dal nord, si sono radunate a Roma in piazza San Giovanni per quella che si è dimostrata più una festa se non addirittura uno show similartelevisivo, per ascoltare Berlusconi nella speranza che tirasse fuori dalla tasca un asso (tipo abolizione dell'ICI). Oppure che parlasse, come annunciato da La Russa, di contenuti programmatici per risolvere i problemi che ci affliggono. Infatti il ministro picchiatore aveva dichiarato, in diretta Sky: "Non è importante il numero di presenze (sapeva già del flop? GUARDA) ma che oggi qui si parlerà di proposte... "del fare".


Dal boss invece le solite invettive "amorose" contro uno dei poteri dello Stato cioè la magistratura, le domandine tipo quiz televisivo, le volgari offese a Di Pietro, le ingiurie minacciose a Travaglio, Santoro e addirittura a Paolo Borsellino. Per non parlare delle squallide battute su Bonino - Marrazzo. Questo sia nelle sue "imbeccate" che negli slogan degli "imbeccati", non fa differenza.
Ad ascoltarlo, oltre a qualche persona normalmente in buona fede, c'erano giovani nostalgici che hanno applaudito alle note di "faccetta nera" dell'orchestra (ah... c'era anche Apicella), i leghisti di "Roma ladrona" (invece a Milano non rubano i soldi pubblici!?), coppie di anziani con cravatte e pellicce come ad un anteprima cinematografica e donne, più o meno giovani, in cerca di un posto non si sà se di lavoro, in tv o a letto di qualche potente.
Ma, a parte il sarcasmo, la cosa che li univa è che ce ne fosse stato uno che abbia espresso un "pensiero autonomo"; al massimo continuavano a ripetere, in maniera ossessiva, gli slogan creati dai pubblicitari dello psiconano. Nemmeno i leader della coalizione hanno osato parlare al "popolo" prima dello show del capo; ballavano, sorridevano e salutavano sulle note delle canzonette sparate sulla gente per caricarla.
Infine se dalle foto e dai video sottraete l'effetto ottico dei bandieroni esce fuori l'amara realtà che stà vivendo il popolo della destra: la disaffezione, l'astensione... l'usura dovuta all'eccessiva sovraesposizione del talenano e dei suoi slogan che ripete come un disco rotto.

Il fatto è che si è rotto anche il sistema televisivo lavacervelli!


Ecco altre schegge di questa kermesse:
- Isabella Rauti che lungo il corteo scandisce, dal megafono, un "mantenete i ranghi" che non ammette repliche.
- uno striscione con "i tarocchi d'Italia" rappresentati da Antonio Di Pietro, 'il matto', Emma Bonino, 'la morte' e Paolo Borsellino, 'la giustizia'.
- il mantra, de "la scelta di campo" tra "la libertà" e lo "stato di polizia della sinistra".
- Dal palco Denis Verdini (l'ex comunista ora affarista) spara "un siamo più di un milione".
- Treni, bus e persino la metropolitana gratis.(... e noi paghiamo!).
- quelli del "popolo della vita" che gridano contro la Bonino "favorevole a aborto ed eutanasia" e diffondono nell'aria l'appello al voto del 1948. Quello per cui nell'urna Dio ti vede e Stalin no".
- Gianni Alemanno che si lascia scappare un "siete bellissimi".
- il gettonatissimo "Renata presidente, lo vuole la gente". ... ma quale?
- un isolato stendardo della X Mas.

- l'introduzione alla festa sulle note di Star Wars.
- ovviamente l'inno del premier "Meno male che Silvio c'é".
- il duetto amoroso tra Umberto e Silvio.
- uno striscione da "il bue che dice cornuto all'asino" che recitava: 'Di Pietro mafioso, Santoro fascista'.
- le magliette con la scritta 'Meglio un giorno a San Giovanni che cent'anni da Luxuria'.
- un cartello 'se ci tieni al tuo bambino non votare la Bonino'.
- e ancora 'Anche gli iniqui magistrati saranno un giorno giudicati non da un collega fraterno ma dal giusto Padre eterno'.
- il premier che rilegge l'ormai noto discorso sulla sua discesa in campo. Era il 1994. Sedici anni fa. Ma in piazza nessuno sembra accorgersene.

VI BASTA?



Capitolo2: l'altra Italia

In contemporanea manifestavano a Roma i movimenti antagonisti per combattere la lucrosa "privatizzazione dell'acqua".


"Siamo in 200 mila", lo dicono gli organizzatori della manifestazione nazionale contro la privatizzazione dell'acqua in corso di svolgimento a Roma. Dietro lo striscione di testa, c'e' anche il missionario padre Alex Zanotelli e chi gli sta intorno sorride nel sentire le cifre, ma anche sottolinea: "Quello che conta e' la qualita' della partecipazione, piu' del numero".
Lo stesso Zanotelli si dice molto contento per il risultato dell'iniziativa e sottolinea: "Se nei prossimi mesi riusciremo a raccogliere le firme necessarie per far svolgere i tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua e poi riusciremo anche a vincerli, sara' il primo colpo che verra' dato alla privatizzazione, che per ora sembra purtroppo vincere in tutto il mondo. A farne le spese sono come sempre i poveri e i deboli e se le cose continueranno cosi' credo che ci saranno anche 100milioni di morti per mancanza d'acqua nel Sud del mondo".

Assenti invece le bandiere di partito. Una scelta precisa degli organizzatori, come spiega anche padre Alex Zanotelli: "Questo, come la promozione del referendum contro il decreto Ronchi, è un impegno non dei partiti ma per la prima volta della società civile, e se il referendum avrà successo sarà una straordinaria vittoria politica dal basso".

Alla manifestazione, organizzata dal forum dei movimenti per l'acqua, hanno partecipato i sindaci e i rappresentanti di vari comuni, tra cui Napoli, Modica, Gubbio, Corchiano, varie realta' politiche della sinistra, dei sindacati e delle associazioni della società civile come il 'No Dal Molin', il Popolo Viola, il Wwf, Legambiente ed il Gruppo Civico Archimede.

Qualcuno ha visto Bakeka?


A Milano sono scesi in strada a ricordo delle vittime di mafia (il più grande dei problemi da risolvere).

Un corteo di 150 mila persone ha sfilato ieri, sabato 20, per le vie di Milano in occasione della quindicesima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera. Studenti, gruppi scout, associazioni e semplici cittadini si sono uniti al fianco degli oltre 500 familiari italiani e stranieri di vittime delle mafie presenti in manifestazione. Lo slogan scelto per questa giornata è stato: «Legami di legalità, legami di responsabilità», e sul palco allestito in piazza Duomo sono stati letti i nomi di oltre 900 vittime morte per mano delle mafie.

Nel corteo anche i figli e nipoti del sindacalista Epifanio Leonardo Li Puma, assassinato dalla mafia, che da oltre 60 anni aspettano giustizia. «Tutti nel nostro paese sapevano ma nessuno ha mai fatto nulla. Siamo qui a Milano per dire che è anche grazie a persone come nostro nonno e come Placido Rizzotto che oggi i siciliani hanno un tozzo di pane da mangiare». E in piazza duomo, in prima fila sotto il palco, ci sono anche i genitori dell'agente di Palermo, Antonino Agostino, ucciso insieme a sua moglie Ida Castelluccio il 5 agosto 1989. Da oltre 20 anni questa famiglia chiede che venga fatta giustizia, tanto che Vincenzo Agostino, il padre di Antonino, ha giurato di non tagliarsi più la barba finché non verrà scoperta la verità sulla morte del figlio e della nuora.

Un adesione a 360°, dalla politica alla società civile e al mondo dello spettacolo, che ha colorato per una mattina le vie di Milano, mentre dal palco avveniva la lettura delle vittime di fronte ad una piazza Duomo in completo silenzio.

A chiudere la mattinata l'intervento del fondatore di Libera, don Ciotti: «Quello che si sta vivendo in Italia non è solo una crisi economica ma innanzitutto una crisi politica ed etica – ha detto dal palco - C'è bisogno urgente di onestà, trasparenza e rispetto delle leggi ad ogni livello, dobbiamo stare tutti uniti con il coraggio di dire basta». E per i famigliari delle vittime della mafia don Ciotti ha chiesto giustizia e verità.
Infine Don Ciotti ha affermato: "I candidati non si scelgono solo in base alle vicende giudiziarie, ma in base ai comportamenti e alle frequentazioni" e che "la politica tutta torni a essere politica con la 'p' maiuscola".

Tu, di quale Italia
fate parte?


sabato 20 marzo 2010

Messaggio per i disoccupati: meno male che silvio c'è.

100 € !!!
tramite le agenzie interinali se sei disoccupato e vai alla manifestazione di Berlusconi

Alle manifestazioni del Popolo Viola i cittadini vanno spontaneamente, a proprie spese. Il 5 dicembre scorso dalla Sardegna è stato organizzato un traghetto intero pieno di gente come noi, che voleva andare a Roma a manifestare contro questo governo scellerato che lavora solo per gli interessi del Kaiser e non per risolvere i problemi dell'Italia.

Ora girano voci come questa:

"Stamattina ho ricevuto questo messaggio dalla mia amica Manuela:
ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh ti racconto questa fresca fresca....mia figlia è laureata e adesso sta facendo la specializzazione, è iscritta a diverse agenzie di lavoro e ogni tanto fa lavoretti, tipo supermercati, fiere, manifestazioni varie ecc pagate una miseria, va be' questo si sa, 10 min fa le hanno telefonato una di queste agenzie chiedendole se sabato voleva andare a roma spesata alla manifestazione del nano, pero' doveva mettersi una maglietta con scritto meno male che silvio c'è e le danno 100 euro............madooooooonnaaaaaaaaaaa miaaaaaaaaa mi viene il vomitoooooooo!!!
"

E cioé tante agenzie interinali cui si iscrivono i cittadini disoccupati, sono state contattate dal PDL per assumere gente e fare numero alla manifestazione indetta da Sua Indecenza. Alcune reazioni e commenti sono riportati QUI (il sito de L'Unità) e anche QUI (il blog di Gianfranco Mascia, del Popolo Viola).

Ricordo che una decina di anni fa, a Sassari, il giornale locale pubblicò una foto scattata a una manifestazione di Forza Italia nella piazza centrale di Sassari.
A parte il fatto che c'erano 4 gatti, la cosa che il giornalista fece notare molto bene era la presenza di un noto tossico che fermava la gente nelle vie del centro ("Mi dà cento lire per mangiare, signora", con voce metallica), fermo in piedi in mezzo alla "folla" che NON riempiva la piazza, con in mano una bandiera di Forza Italia. Il commento fu lapidario: "Forza Italia assolda gli sbandati per fare numero".

Ed è vero! Ero passato in Piazza d'Italia per puro caso e l'avevo visto.

Mi sento offeso, come cittadino e lavoratore, che il PDL contatti le agenzie interinali per assoldare gente e fare numero alle sue manifestazioni. Forse è questo il fantomatico "milione di posti di lavoro" promesso da questo delinquente tanti anni fa!

A parte il fatto che il Kaiser generalmente odia le manifestazioni e insulta (e fa insultare dai suoi scagnozzi fra i giornalisti e i politici) quanti vi partecipano....

Allora la domanda nasce spontanea: ma dove cavolo li prende i voti il PDL alle elezioni?

IO PENSO SEMPRE DI PIU' AI BROGLI

Del resto, Berlusconi ogni volta che ha perso una tornata elettorale ha sempre urlato ai brogli, dicendo che "aveva le prove", che ovviamente non sono mai venute fuori. Generalmente quando si lamenta di qualcosa è la classica gallina che canta e ha fatto l'uovo.

Allora.... forse i brogli ci sono veramente, ma quando vince Lui....



Noi pensiamo anche alla mafia
e ai cretini che abboccano!



Messaggio elettorale di Burlesconi + intervista






venerdì 19 marzo 2010

20 marzo tutti in piazza per l'acqua!


Il movimento per l’acqua pubblica scende in piazza





Scenderanno in piazza per dire che l’acqua deve restare fuori dal mercato. Sabato 20 marzo le cento associazioni nazionali e i mille comitati territoriali che aderiscono al Forum nazionale movimenti per l’acqua manifesteranno a Roma per chiedere ancora una volta di fermare il processo di privatizzazione delle reti idriche. Ci hanno provato con le 400 mila firme raccolte per una proposta di legge di iniziativa popolare, ci proveranno con un corteo, e sono pronti anche a ricorrere al referendum. Perché se sarà fatta la volontà del governo, entro il 2012 tutto il servizio idrico nazionale potrebbe essere affidato, tramite gara, a soggetti interamente privati.

“Dopo l’emanazione del decreto Ronchi abbiamo deciso di riunirci per una grande manifestazione nazionale – spiega Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l’acqua – consapevoli che quanto stava accadendo era solo un tassello di una politica molto più ampia, che in breve avrebbe toccato tutti i beni comuni, fino a mettere sul mercato la vita delle persone” (leggi l’intervista integrale)

Il comitato promotore ricorda che le adesioni all’iniziativa sono moltissime: dal Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua pubblica – che nella sola Sicilia raccoglie 112 comuni – all’Associazione nazionale dei comuni virtuosi, alla Legautonomie-Associazione nazionale autonomie locali, alla Legautonomie del Veneto e della Campania, e ancora l’Associazione Rete del Nuovo Municipio, all’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Benevento sono ad oggi 169 gli enti e 179 le istituzioni locali che hanno fatto pervenire la propria adesione ai promotori della manifestazione nazionale del 20 marzo a Roma. E in tutta Italia – ricorda sempre il comitato – “si moltiplicano le iniziative organizzate in preparazione di quest’appuntamento”.

In Veneto, in Liguria, in Puglia, in Lombardia, in Toscana, in Umbria, in Emilia Romagna, in Campania i vari comitati locali promuovono assemblee, incontri, concerti per sensibilizzare i cittadini e informarli dell’avvio del percorso che dalla manifestazione porterà al deposito dei quesiti referendari e alla raccolta delle firme.

Quella di Roma sarà una manifestazione/spettacolo, con artisti di strada, bande musicali, gli slogan e i colori di “quel popolo che non si arrende alla mercificazione di diritti umani essenziali, come l’acqua, l’aria che respiriamo, la terra su cui viviamo”.

Il corteo partirà alle 14 da Piazza della Repubblica e si concluderà a Piazza Navona. Il corteo seguirà il seguente percorso: Piazza Repubblica, Via delle Terme di Diocleziano, Via G. Amendola, Via Cavour, Largo Visconti Venosta, Via Cavour, Largo Corrado Ricci, Via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia, Via di San Marco, Via delle Botteghe Oscure, Largo di Torre Argentina, Corso Vittorio Emanuele II, Piazza di San Pantaleo, Via della Cuccagna, Piazza Navona. Verso le 18:00 circa è previsto arrivo a Piazza Navona. Verso le 18:00-19:30 circa inizieranno gli interventi dei promotori (guarda qui il percorso).

“Mentre la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari – ricorda il comitato nel suo appello -, l’attuale governo ha impresso un’ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l’indignazione generale, leggi che consegnano l’acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis, integrato dall’ art. 15-decreto Ronchi). Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo”.

Il comitato chiama tutti alla manifestazione del 20 “per bloccare le politiche di privatizzazione della gestione dell’acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme ‘L’acqua fuori dal mercato!’”.

» Inchiesta, La febbre dell’oro blu

» Intervista, L’acqua è fuori mercato

Alla faccia del... caciocavallo!


Il reddito di Berlusconi cresce di quasi 10 milioni

In un anno passa da 14,5 a 23 milioni



MA COME SARA' MAI POTUTO SUCCEDERE!?

E' ancora Silvio Berlusconi l'uomo d'oro del parlamento italiano.
Con il suo imponibile record di oltre 23 milioni di euro (per la precisione 23.057.981 ,circa 9 milioni in più dell'anno precedente),

ALLA FACCIA DI CHI
NON ARRIVA A FINE MESE...
E MAGARI LO VOTA PURE!

il presidente del consiglio guida anche quest'anno la classifica del club dei milionari delle Camere.
E' così dal 2003, anno in cui il leader del centrodestra si riprese la prima piazza della top ten dei parlamentari più facoltosi, soffiatagli l'anno prima da Gianni Agnelli (la competizione era ancora in lire, finì 26miliardi a 16 per l'Avvocato); da allora nessuno è riuscito a scalzarlo dalla prima posizione.

NOI CREDIAMO CHE SIA COSI'
DA QUANDO E' ENTRATO IN POLITICA

ANCHE GRAZIE ALLE
FINTE
OPPOSIZIONI
CHE PAPPANO E INCIUCIANO

ANCHE LORO.




PERCHE' I VARI

CONFLITTI DI INTERESSE

NON ENTRANO
IN CONFLITTO
FRA LORO!

FRA CANI
NON SI
MOZZICANO

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

LEGGI ANCHE

Berlusconi fa outing:

io come zio Paperone


Vi ricordate delle nostre
prime apparizioni
con Archimede Pitagorico
e i personaggi dello zio Walt?


sabato 13 marzo 2010

Ma di quale "par condicio" parla il TALENANO ?


Così Berlusconi ordinò:
"Chiudete Annozero"


L’indagine di Trani coinvolge il premier, Innocenzi (Agcom) e il direttore del Tg1. Santoro nel mirino: “Chiudere tutto”

Silvio Berlusconi voleva "chiudere" Annozero. Un membro dell'Agcom – dopo aver parlato con il premier - sollecitava esposti contro Michele Santoro. Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini – al telefono con il capo del governo – annunciava d'aver preparato speciali da mandare in onda sui giudici politicizzati. E le loro telefonate sono finite in un fascicolo esplosivo. Berlusconi, Minzolini e il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi: sono stati intercettati per settimane dalla Guardia di Finanza di Bari, mentre discutevano della tv pubblica delle sue trasmissioni. E nel procedimento aperto dalla procura di Trani - per quanto risulta a Il Fatto Quotidiano – risulterebbero ora indagati. Lo scenario da “mani sulla Rai” vien fuori da un'inchiesta partita da lontano. L'indagine .- condotta dal pm Michele Ruggiero – in origine riguardava alcune carte di credito della American Express. È stata una “banale” inchiesta sui tassi d'usura, partita oltre un anno fa, ad alzare il velo sui reali rapporti tra Berlusconi, il direttore generale della Rai Mauro Masi (che non risulta tra gli indagati), il direttore del Tg1 e l'Agcom. Quelle carte di credito, in gergo, le chiamavano “revolving card”. Sono marchiate American Express e, secondo l'ipotesi accusatoria, praticano tassi usurai sui debiti in mora. In altre parole: il cliente, che non restituisce il debito nei tempi previsti, rischia di pagare cifre altissime d'interessi. E così Ruggiero indaga. Per mesi e mesi. Sin dagli inizi del 2009.

Fino a quando una traccia lo porta su un'altra pista. Il pm e la polizia giudiziaria scoprono che qualcuno – probabilmente millantando – è certo di poter circoscrivere la portata dello scandalo: qualcuno avrebbe le conoscenze giuste, all'interno dell'Agcom, che è Garante anche per i consumatori. Qualcuno vanta – sempre millantando – di avere le chiavi giuste persino al Tg1: è convinto di poter bloccare i servizi giornalistici sull'argomento, intervendo sul suo direttore, Augusto Minzolini. Le telefonate s'intrecciano. I sospetti crescono. L'inchiesta fa un salto. E la sorte è bizzarra: Minzolini, il servizio sulle carte di credito revolving, lo manderà in onda. Ma nel frattempo, la Guardia di Finanza scopre la rete di rapporti che gravano sull'Agcom e sulla Rai. Telefonata dopo telefonata si percepisce il peso di Berlusconi sulle loro condotte. Gli investigatori si accorgono che il presidente del Consiglio è ciclicamente in contatto con il direttore del Tg1. La procura ascolta in diretta le pressioni del premier sull'Agcom. Registra la fibrillazione per ogni puntata di Annozero. Sente in diretta le lamentele del premier: il cavaliere non ne può più. Vuole che Annozero e altri “pollai” - come pubblicamente li chiama lui - siano chiusi. E l'Agcom deve fare qualcosa. Berlusconi al telefono è esplicito: quando compulsa Innocenzi - che dovrebbe garantire lo Stato, in tema di comunicazione - parla di chiusura. E Innocenzi non soltanto lo asseconda. Ma cerca di trovare un modo: per sanzionare Santoro e la sua redazione servono degli esposti. E quindi: si cerca qualcuno che li firmi.

I ruoli si capovolgono: è l'Agcom che cerca qualcuno disposto a firmare l'esposto contro Santoro. Innocenzi è persino disposto, in un caso, a fornire, all'avvocato di un politico, la consulenza dei propri funzionari. La catena si rovescia: un membro dell'Agcom (che svolge un ruolo pubblico), intende offrire le competenze dei propri funzionari (pagati con soldi pubblici), a vantaggio di un politico, per poter poi sanzionare Santoro (giornalista del servizio pubblico). In qualche caso si cerca persino di compulsare, perchè presenti un esposto, un generale dei Carabinieri. L’immagine di Berlusconi che emerge dall’indagine è quella di un capo di governo allergico a ogni forma di critica e libertà d’opinione. Si lamenta persino della presenza del direttore di Repubblica, Ezio Mauro, a Parla con me: Serena Dandini, peraltro, è recidiva. Ha da poco invitato, come sottolinea il premier, anche il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari. Il premier si scompone: nello studio della Dandini, due giornalisti (del calibro di Mauro e Scalfari), l'hanno attaccato. Chiede se - e come - l'Agcom possa intervenire. Innocenzi ci ragiona. Sopporta telefonate quotidiane. Berlusconi incalza Innocenzi, ripetutamente, fino al punto di dirgli che l'intera Agcom, visto che non riesce a fermare Santoro, dovrebbe dimettersi.

Il premier intercettato dimostra di non distinguere tra il ruolo dell'Agcom e il suo ruolo di capo del Governo. Pare che l'Autorità garante debba agire a sua personale garanzia. Gli sfugge anche che, l'Agcom, può intervenire soltanto dopo, la trasmissione di Annozero. Non prima. E infatti – dopo aver raccolto lo sfogo telefonico di Innocenzi sulle lamentele di Berlusconi – un giorno, il dg della Rai Mauro Masi, è costretto ad ammettere: certe pressioni non si ascoltano neanche nello Zimbabwe.

Il parossismo, però, si raggiunge a fine anno. Quando Santoro manda in onda due puntate che faranno audience da record e toccano da vicino il premier. La prima: quella sul processo all'avvocato inglese Mills, all'epoca indagato per corruzione, reato oggi prescritto. La seconda: quella sulla trattativa tra Stato e Cosa Nostra, dove Santoro si soffermerà sulle deposizioni di Spatuzza, in merito ai rapporti tra la mafia e la nascita di Forza Italia. Non si devono fare, in tv, i processi che si svolgono nelle aule dei tribunali, tuona Berlusconi con il solito Innocenzi. Secondo il premier – si sfoga Innocenzi con Masi – si potrebbe dire a Santoro che non può parlare del processo Mills in tv. Non è così che funziona, ribadice Masi. Non funziona così neanche nello Zimbabwe. Comunque Masi non risparmia le diffide.

Per il presidente della Rai non mancano le occasioni di minacciare la sospensione di Santoro e della sua trasmissione. A ridosso della trasmissione su Spatuzza, al telefono di Innocenzi, si presenta anche Marcello Dell'Utri. Tutt'altra musica, invece, quando il premier parla con Minzolini, che Berlusconi chiama direttorissimo. Sulle vicende palermitane, Minzolini fa sapere di essere pronto a intervenire, se altri dovessero giocare brutti scherzi. E il giorno dopo, puntuale, arriva il suo editoriale sul Tg1: Spatuzza dice “balle”. Tutte queste telefonate, confluite ora in un autonomo fascicolo, rispetto a quello di partenza, dovranno essere valutate sotto il profilo giudizario. Se esistono dei reati, dovranno essere vagliati, e se costituiscono delle prove, avranno un peso nel procedimento. È tutto da vedersi e da verificare, ovviamente, ma è un fatto che queste telefonate sono “prove” di regime. Dimostrano la impercettibile differenza tra i ruoli del controllato e del controllore, del pubblico e del privato.

Le parole di Berlusconi che, mentre è capo del Governo e capo di Mediaset, parla da capo anche a chi non dovrebbe, Giancarlo Innocenzi, dimostrano che viene meno la separazione tra i due poteri. Altrettanto si può dire delle parole deferenti di Innocenzi che anziché declinare gli inviti esibisce telefonicamente la propria obbedienza e rassicura Berlusconi: presto sarà aperto lo scontro con Santoro. Dietro le affermazioni sembra delinearsi un piano. È soltanto un'impressione. Ma il premier sostiene che queste trasmissioni debbano essere chiuse, sì, su stimolo dell'Agcom, ma su azione della Rai. Tre mesi dopo questi dialoghi, assistiamo alla sospensione di Annozero, Ballarò, Porta a porta e Ultima parola proprio per mano della par condicio Rai, nell'intero ultimo mese di campagna elettorale. E quindi: la notizia di cronaca giudiziaria è che Berlusconi, Innocenzi e Minzolini, sono coinvolti in un'indagine.

La notizia più interessante, però, è un'altra: il “regime” è stato trascritto. In migliaia di pagine. Trasuda dai brogliacci delle intercettazioni telefoniche. Parla le parole del “presidente”. Il territorio di conquista è la Rai: il conflitto d'interesse del premier Silvio Berlusconi – grazie a questi atti d'indagine - è oggi un fatto “provato”. Non è più discutibile.

Da
il Fatto Quotidiano


I dati che leggete nella tabella sono dell'Agcom, l'autorità statale (che dovrebbe essere) garante ed indipendente per le Comunicazioni, ed appartengono al monitoraggio televisivo del pluralismo informativo che l'Agcom fa costantemente nella quasi indifferenza generale. Questi sono i dati relativi a Marzo 2009, che potete trovare insieme agli altri nel sito dell'Agcom (www.agcom.it), alla voce "par condicio", poi "monitoraggio televisivo" (cliccate qui).


Ovviamente, da destra, i pennivendoli passano al contrattacco. Uno di questi su Il Giornale si spertica in una scontata quanto parziale difesa di Minzolini. Rispondiamo da freelance, sicuramente FREE. Il tal Caprettini omette pacchianamente di parlare del "personaggio" principale... tale mr. B. Quindi trascura il fatto conclamato che un qualsiasi personaggio della ziniztra non ha il conflittone d'interessi (capo del governo e capo dell'informazione) che ha il talenano. In secondo luogo ripropone l'ennesima tesi degli "opposti". Il problema non è se sia meglio un direttore nominato da berlusconi o da d'alema. Il problema è che i partiti /casta non devono controllare l'informazione! Quelli di kiniktra che lui elenca, ovviamente distinguendo caso per caso, sono tutti personaggi che appartengono all'altra metà dell'italico problema. Personaggi che, come sistema, metteremmo volentieri in una cella accanto a quella dello psiconano. Solamente che per quella del "menomalechesilvioc'è" butteremmo sicuramente la chiave nella Fossa delle Marianne! Esprimendo il concetto in chiave elettorale diciamo: La Bonino, qualora vincesse le elezioni nel Lazio, dovrà sicuramente ripristinare la legalità di cui parla senza distinguere tra mafiosetti di destra o di sinistra. Cosa che la Polverini assolutamente non riuscirebbe a garantire. Da parte nostra, per non sbagliare, simpatizziamo per "la terza incomoda": l'amica di tutte le battaglie vere sul territorio:
MARZIA MARZOLI.


Ma di questo abbiamo ancora un po' di tempo per parlarne.

STAY TUNED!

Altro disGUIDO BERTOLASO


I Mondiali della Protezione Civile



In Italia il costo della vita è sempre più alto. I Mondiali di ciclismo del 2008 (su cui indaga la Procura) sono costati OTTO volte di più di quelli svizzeri dell'anno dopo. E' l'effetto della Bertolaso Tax, o forse non sapevate che la Protezione Civile organizza anche le gare in bicicletta?
"Proprio ieri qui a Lugano é stato reso noto il consuntivo relativo ai mondiali di ciclismo 2009 a Mendrisio. Ebbene sono stati spesi circa 8.8 milioni di euro e si é chiuso in pareggio! Ai mondiali di ciclismo di Varese nel 2008 di milioni di euro ne sono stati spesi ...... 71.4! Come mai quelli organizzati in Italia son costati ben 8 volte tanto? Ahhhh ecco, anche quello é stato considerato un "grande evento" dal governo e quindi se ne é occupata la Protezione Civile!".

Johnny C., Lugano


"Ehi! Mr. Obama,
attento al portafoglio!!!"

venerdì 12 marzo 2010

"Durex lex, sed vaselinam"

Firme del Pdl clonate per gli alleati

Firme regolarmente registrate in calce alla lista provinciale del Pdl a Genova sono state clonate e riprodotte pari pari per favorire la presentazione di altre liste alleate nella coalizione di Sandro Biasotti, tra cui sicuramente la lista del Nuovo Psi. Queste circostanze sono state verificate direttamente dal “Secolo XIX” e hanno trovato conferma nelle dichiarazioni di almeno quattro persone. Proprio la lista genovese del Nuovo Psi, già respinta dalla commissione elettorale, ha riportato ieri davanti al Tar la prima vittoria in tutta Italia dovuta al decreto governativo del 5 marzo: i giudici hanno riammesso il simbolo alla competizione del 28-29 marzo anche se il numero di firme (nonostante la “clonazione” dei nomi) era risultato insufficiente. Un esempio del trucco è quello relativo al signor Giovanni Summa, consigliere comunale del Pdl di Busalla: conferma di aver firmato per il Pdl, ma si dice «costernato» di apprendere che il suo nome risulti anche in calce all’altra lista. Ma l’uomo che può saperne di più è sicuramente Antonio Vaccarezza, vicecapogruppo Pdl in Provincia a Genova, che ha dichiarato «vere al di là di ogni dubbio» le firme in favore del Nuovo Psi.


I luoghi comuni sulla legge sono molti e duri a morire.
"Dura lex sed lex" ad esempio è fuori moda, in primis la legge è Durex e non dura e in secundis si applica solo agli onesti.
Quindi: "Durex lex, sed vaselinam".
"La legge è uguale per tutti", questo detto antidemocratico è un chiaro esempio di discriminazione sociale
.

giovedì 11 marzo 2010

"B" sta sempre più per "benito"... ma anche per "BASTA!"

Berlusconi caccia un giornalista scomodo. La Russa esegue!

Oggi, Berlusconi ha tenuto una conferenza stampa per giustificare l'ingiustificabile: il decreto interpretativo nato per dire ai giudici del Tar come dovevano scrivere la loro sentenza.

Un giornalista fuori dal coro, non a caso un freelance, Rocco Carlomagno, insiste nel fargli domande fuori dal copione. Come si conviene in ogni rappresentazione teatrale che si rispetti, il pubblico che disturba la lettura del copione viene allontanato dalle maschere. La prima maschera, il body guard di fiducia, è Ignazio La Russa, che si alza a comando e provvede a eseguire gli ordini di Benito Berlusconi.


Un giovanotto, presumibilmente un consigliere, probabilmente fresco di nomina e poco avvezzo ai modi bruschi del regime, si avvicina a Berlusconi e gli suggerisce di "non esagerare", perchè "sa, potrebbero farle anche queste domande".



Berlusconi lo ignora, e lo ammonisce: "I villani meriterebbero ben altra cortesia rispetto a quella che io sto praticando nei suoi confronti". Evidentemente sta già pensando ad istituire l'OVRA, la polizia politica fascista con il compito di sopprimere la stampa che non è filo-governativa. La Russa è pronto ad assumerne la guida.

Le pale degli elicotteri girano. Se non gireranno anche le palle degli elettori, e più in fretta, sugli elicotteri ci saliranno i giornalisti indipendenti.



+ QUESTO

E ‘Gnazio urlò: “Pedofilo!”


mercoledì 10 marzo 2010

PDL > Piazzisti della Libertà

Per uscire dal caos liste c’è anche il Ricorso al Bar

Dopo il «no» del Tar, Silvio Berlusconi sta valutando diverse soluzioni per uscire dal caos-liste nel Lazio. Vediamo quali:
1) Rinvio delle elezioni. Le consultazioni elettorali slittano al 2012. In quella data, secondo l’antica profezia Maya, è prevista la fine il mondo, che per Napolitano è il male minore.
2) Ricorso al Bar. È l’ipotesi avanzata di Alfredo Milioni, che propone di sollevare un conflitto di attribuzione tra il Tribunale Amministrativo e l’altra autorità competente in materia di elezioni: la Paninoteca all’Angolo del Tribunale Amministrativo.
3) Alabarda Spaziale. È la soluzione diplomatica suggerita da Ignazio La Russa e articolata in due passaggi: «Alabarda» e «Spaziale». L’opzione è stata accantonata per le perplessità di Gianni Letta, che preferisce metodi più subdoli per intimidire il presidente della Repubblica. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha agito con determinazione per rinsaldare l’asse con il Vaticano, contrario all’elezione di Emma Bonino. Letta nega che Berlusconi si sia rivolto a Napolitano con «toni brutali», come hanno scritto i giornali, ma con il passare dei giorni affiorano particolari inquietanti riguardo al colloquio che ha preceduto la firma del decreto: l’ultimo è che Berlusconi si è fatto accompagnare al Quirinale da Georg Ratzinger. Napolitano è così spaventato che da giorni dorme con la luce accesa.
4) Antrace. È un’opzione che compare in automatico nel foglio excel Cicchitto.
5) Decreto interpretativo del decreto interpretativo. Un’ipotesi talmente criminale che i produttori di CSI ne hanno già comprato i diritti. La Cbs girerà in Italia uno spin off: «CSI Arcore».
6) Rottura con gli ex An e sostegno del Pdl alla candidatura di Francesco Storace. È l’ipotesi preferita da Berlusconi ma bocciata da Ghedini perché troppo onerosa: per uscire dal Pdl, Fini chiede tre milioni e mezzo al mese più villa Belvedere a Macherio e l’affidamento congiunto di Gasparri.

Francesca Fornario

lunedì 8 marzo 2010

La "Legge" in Italia... questa sconosciuta!

Tutto incostituzionale


Lorenza Carlassare, professore emerito a Padova: non c’è un modo legale per sanare la situazione

Chiedere a un giurista di commentare un golpe (parola di Di Pietro) sembra un controsenso. E infatti Lorenza Carlassare,professore emerito a Padova, avverte: "Come costituzionalista sono molto restia a parlare dell’ultimo decreto del governo. È tutto illegittimo: il giurista non ha niente da dire perché non esiste un modo legale per sanare la situazione".

Professoressa, il decreto è incostituzionale?

Sì, per molti versi. Ma c’è una prima cosa da dire: come si può sostenere che si tratta di una "norma di interpretazione autentica" ? Il provvedimento stabilisce che la presentazione delle liste può avvenire anche nel giorno non festivo successivo all’entrata in vigore del decreto. Cosa si interpreta qui? Questa è una disposizione nuova che introduce una proroga dei termini.

Cos’è precisamente una norma interpretativa?

È uno strumento che interviene quando c’è un contrasto e il governo sente la necessità di chiarire. Diceva il professor Pugiotto che il decreto-legge interpretativo si rivela un formidabile cavallo di Troia: consente l’intromissione dell’esecutivo nelle definizioni di cause pendenti, condizionate nel loro procedere dall’ interpretazione comandata retroattivamente. Queste norme di solito vengono emanate con forma di legge non di decreto e si pensa possano essere retroattive proprio perché non introducono nuove disposizioni ma illuminano su una legge già esistente. Però nel sancire una proroga di termini non c’è nessuna esegesi: abbiamo a tutti gli effetti una norma nuova e retroattiva in materia elettorale.

Il Consiglio dei ministri può con un decreto introdurre nuove regole elettorali?

La legge 400 dell’88 elenca alcune materie sottratte ai decreti legge, tra cui quella elettorale. Qual è l’obiezione un po’ squallida dei sostenitori dei decreti legge a ogni costo? Che la legge 400 è una legge ordinaria quindi ha la stessa forza di un decreto. Ma il mio discorso è più radicale. La legge 400 non è nuova, rende semplicemente più chiari i principi costituzionali. C’è una riserva di legge: le norme elettorali - cioè le regole del gioco - non possono essere fatte dal governo, devono essere definite dal Parlamento. In quelle materie – è mia ferma convinzione e l’ho sostenuto anche in sede scientifica – il decreto legge dev’essere escluso.

Il primo profilo di illegittimità riguarda la proroga del termine per la presentazione delle liste. Ce ne sono altri?

La maggioranza vuole orientare l’interpretazione che il Tar deve dare a una legge. Il governo non può suggerire, anzi imporre, ai giudici come interpretare la legge: è inammissibile. Ma non è finita.

Cioè?

C’è il contenuto di questo decreto. Si spiega che "il rispetto dei termini orari di presentazione delle liste si considera assolto quando, entro gli stessi, i delegati, muniti della prescritta documentazione, abbiano fatto ingresso nei locali del Tribunale". Ora, l’ingresso nei locali del tribunale è un fatto giuridicamente privo di significato. Entrare non vuol dire avere la documentazione. Io posso entrare e avere buste vuote.

Poi c’è la questione delle firme.

Il decreto dice: "La regolarità dell’autenticazione delle firme non è inficiata dalla presenza di una irregolarità meramente formale quale la mancanza o la non leggibilità del timbro dell’autorità autenticante, dell’indicazione del luogo di autenticazione, dell’indicazione della qualificazione dell’autorità autenticante, purché autorizzata". E’ chiaro che non si tratta di formalità: può addirittura mancare il timbro o la certezza dell’autorità autenticante.

Il presidente Napolitano ha firmato proprio perché si trattava di una norma interpretativa. Era obbligato a farlo?

Probabilmente il capo dello Stato si è fatto carico del problema di mandare i cittadini alle urne senza una parte politica. Ma bisogna andare a ritroso per capire. C’è una assoluta e continua mancanza di rispetto per le regole da parte della maggioranza.

Il governo ha detto: la sostanza deve prevalere sulla forma. Cosa ne pensa?

Nel diritto la forma quasi sempre è sostanza. Facciamo un esempio: se lei deve presentarsi a un concorso e non arriva in tempo perché si fa male per la strada, anche in questo caso noi potremmo dire che la sostanza deve prevalere sulla forma. L’esercizio di qualsiasi diritto o potere ha delle modalità tra cui c’è sempre un termine temporale. E questi sono tutti termini perentori. Perché non stiamo parlando di dettagli: avere o no la certezza che la firma sulle schede sia di una determinata persona, un cittadino elettore in possesso dei diritti per farlo, non è una minuzia burocratica.

Il decreto legge deve essere convertito in legge. E se non succede?

E’ difficile che accada. Queste Camere sono obbedienti, lo ha detto anche il premier in campagna elettorale parlando di un “parlamento di figuranti”. Che quindi convertirà il decreto. Ma se non dovesse essere così, tutto perderebbe efficacia.

Le elezioni però ci sarebbero già state. Che effetto avrebbe sul voto?

Noi insegniamo questo: il decreto legge, lo dice l’articolo 77 della Carta, se non convertito perde efficacia dall’inizio. Ed è come se non fosse mai sorto. Ma forse sbagliamo noi: ho l’impressione che i costituzionalisti è meglio che tacciano sempre.