venerdì 30 ottobre 2009

NUCLEARE: "NO NUKE DAY"

Contro l'imbroglio nucleare
sabato 31 ottobre in piazza a Montalto di Castro


Il nucleare è pericoloso e inquinante, non serve al nostro Paese.
Legambiente scende in piazza Sabato 31 Ottobre a Montalto di Castro (Vt), contro il ritorno all’atomo, con la manifestazione nazionale “No Nuke Day”. L’iniziativa, a cui tutti i cittadini sono invitati a partecipare, sarà animata da spazi espositivi, laboratori di educazione ambientale e momenti di approfondimento con le istituzioni, per informare i cittadini e avviare una mobilitazione a favore di un sistema energetico moderno, pulito, sicuro.

Sono tante le bugie sul nucleare che Legambiente vuole smascherare: è falso che il nucleare sia sicuro, in quanto al momento non esiste nessuna tecnologia capace di escludere rischi di incidente con fuoriuscita di radioattività all’esterno, e l’annoso problema dello smaltimento delle scorie non è assolutamente risolto.
Non è nemmeno vero che il nucleare è economico e ridurrà la bolletta energetica: tutti gli studi internazionali mostrano come sia invece la fonte energetica più costosa e meno competitiva.

Appuntamento per la stampa alle ore 9, in Piazza Giacomo Matteotti nel centro di Montalto di Castro, che sarà il fulcro della mobilitazione. Per i giornalisti provenienti da Roma è a disposizione un automezzo: gli interessati possono accreditarsi al numero 06/85358051/77.

Legambiente invita ad aderire non solo tutti i cittadini, ma anche le scuole, le aziende agricole e quelle che si occupano di energie rinnovabili.
Per aderire o per qualunque informazione si può contattare Legambiente Lazio: 06.85358051-77 o legambiente.lazio@tiscali.it.


LO SCIENZIATO MATTIOLI:
PERCHE' BISOGNA DIRE "NO" AL NUCLEARE

(parte 1)

(parte 2)

(parte 3)





mercoledì 28 ottobre 2009


Volete scommettere che ci diranno che non è la Cunsky?



Dal corrispondente in Calabria
:

Vi proponiamo questa nota di Francesco Cirillo prima che si ufficializzasse la notizia che la nave a largo di Cetraro non corrisponde alle caratteristiche della Cunsky.

* * *

Ho l’impressione che gli unici bidoni li avremo noi. Ma bidoni pieni di bugie, depistaggi, nuove archiviazioni, falsità. Girano voci strane nel porto di Cetraro. Voci che diventano boatos veri e propri. Voci che, sembrano, provengano dalla nave Mare Oceano che da stamane interrompe il suo lavoro. Per una settimana di foto ha preso la bellezza di 350mila euro. Voci che anticipano cose secretate e che andranno direttamente dalla nave posta ad 11 miglia sopra la nave Cunsky fin sulla scrivania del procuratore della DDA di Catanzaro Vincenzo Lombardo titolare dell’inchiesta. Sarà il Procuratore che poi deciderà come interpretare quelle analisi che gli giungeranno sul tavolo e soprattutto se vale la pena di diffonderle stante il clima che esiste in Calabria specie in materia del pescato. Le voci dicono che quella nave non sia la Cunsky!

Le misure in possesso della Mare Oceano non corrispondono a quelle della nave nei fondali di Cetraro. Di conseguenza non è una nave dei veleni e quindi non sarà necessaria più alcun altra operazione , né di recupero dei fusti , né della stessa nave. Arrivederci e grazie, è stato un vero piacere. Questa tesi peraltro era stata suffragata sin dall’inizio della vicenda dallo stesso sottosegretario Menia in arrivo a Cetraro il 22 ottobre scorso. In un intervista concessa all’ADNkronos, il sottosegretario ebbe a dichiarare:
“Potremmo avere la sorpresa che non sia la 'Cunski' come afferma il pentito, ma qualcos'altro, per esempio una nave in cui non vi è assolutamente presenza di materiale nocivo. Potremmo invece scoprire cose diverse e allora come è giusto e doveroso si agisce in conseguenze e con le dovute cautele del caso".
Il sottosegretario inviato qui dalla Ministro Prestigiacomo, che nemmeno si è degnata di fare un viaggio di persona sui luoghi, già sapeva tutto, già sapeva che quella non era la Cunsky.
Più che un sottosegretario sembra un mago che conosce il futuro.

Ma non è solo il sottosegretario su questa tesi. Anche la Gazzetta del Sud, giornale notoriamente filo governativo vi ha ampiamente scritto. Il giornale calabrese, scrisse che la nave Cunsky venne costruita nel 1956 ad Hartlepool (Gran Bretagna) con il nome originario di "Lottinge". Ha sempre battuto bandiera inglese e cambiato nome in tre distinte occasioni: nel 1974, quando venne chiamata "Samantha M"; nel 1975, quando venne battezzata "Cunsky" e nel 1991 quando fu rinominata "Shahinaz". Al momento dell'inabissamento – per il pentito avvenuto nell'ottobre del '92 – si chiamava dunque "Shahinaz". Ma di questa notizia non è venuta nessuna verifica né da parte della Procura di Catanzaro nè da nessun altro quotidiano ed è rimasta fine a se stessa. Evidentemente già ci si lavorava sopra , se il sottosegretario l’anticipò prima ancora di salire sulla Mare Oceano insieme ai giornalisti calabresi.
Dire che quella nave non è la Cunsky per il governo e per
tanti depistatori e sabotatori della nostra Calabria vorrebbe dire uscirsene da questa storia senza grossi danni. E’ stato un abbaglio, della Procura di Paola e del Procuratore Bruno Giordano per primo, poi per la Regione Calabria e per l’assessore Silvio Greco, e poi per tutte quelle associazioni ambientaliste che fin dall’inizio hanno cavalcato la tesi del traffico delle navi dei veleni.

Questo vorrebbe dire che tutto potrebbe ritornare alla normalità, far riprendere la pesca, far riaprire le pescherie, rimettere in moto un immagine della Calabria persa in questi mesi, occultando la prova principale che era la nave.
La cosa mi ricorda l’articolo che uscì sempre sulla gazzetta del sud il 20 giugno del 1991 dal titolo:

QUASI COMPLETATA L’OPERAZIONE DI DEMOLIZIONE DELLA "ROSSO"

Amantea: Nessun materiale nocivo all’interno dei container trasportati dalla nave arenata -- Si sta quasi completando ad Amantea, l'operazione di demolizione della grossa nave da carico "Rosso" della società Ignazio Messina SpA di Genova, che proveniente da Malta e diretta a La Spezia, si arenò sulla spiaggia in località "Le Formiciche" il 14 dicembre dello scorso anno per una violenta tempesta di mare. All'atto dell'insabbiamento del cargo nella zona si era creato un falso allarme facendo supporre che trasportasse container con materiale inquinante mentre gli stessi container da quanto è risultato dall'inchiesta giudiziaria contenevano vettovaglie varie tra cui sostanze alimentari e generi di consumo.

...Farfalle, fiori e fragranze varie... LOL LOL

(...)

Una storia di depistaggi come più volte abbiamo detto che per 19 anni ha tenuto tutto sotto silenzio assoluto. Ora tutto potrebbe ripetersi. Per gli ambientalisti questa tesi non regge proprio. Cunsky o non Cunsky le ricerche devono continuare lo stesso. I fusti devono essere presi e controllati, e la nave deve essere rimossa. Così come devono essere cercate le altri navi


delle quali parla il pentito Fonti e delle quali si sa bene la loro esistenza. Come la Yvonne davanti il mare di Maratea e la Sporadis davanti Melito Porto salvo. Ma al di la delle navi segnalate dal pentito esistono altre navi scomparse nei nostri mari. Come la motonave Nikos I, sparita nel 1985 durante un viaggio iniziato a La Spezia per giungere a Lomè (Togo), probabilmente affondata a largo tra il Libano e Grecia; come la Mikigan, partita nel 1986 dal porto di Marina di Carrara e affondata nel Tirreno calabrese con tutto il suo carico sospetto. E poi c’è la Rigel affondata il 21 settembre del 1987, a 20 miglia da Capo Spartivento in Calabria unico caso in cui - grazie alle denunce di Legambiente - è stata ricostruita almeno in parte la verità giudiziaria. E poi resta il mistero dei misteri. La motonave Rosso, ex Jolly Rosso.


Si sta scavando per questa nave, nella valle del fiume Oliva. Ma l’elenco delle navi affondate non finisce qui. Nel 1989 sarà la motonave maltese Anni ad affondare a largo di Ravenna in acque internazionali mentre nel 1993 sarà la Marco Polo a sparire nel Canale di Sicilia e ancora nel novembre del 1885 affonda a largo di Ustica la nave tedesca Koraline".
D’altra parte che la Mare Oceano non fosse idonea a capire cosa contenesse quella nave lo avevamo già visto salendo sulla stessa nave.

I tecnici di bordo ci spiegarono per bene cosa potevano fare e cosa no. Non potevano prendere i bidoni per esempio, né analizzarli. Non potevano stabilire la presenza di raggi gamma ma solo di quelli alfa, come spiegò meglio il giorno dopo l’assessore Greco. Non potevano spostare la nave né tanto meno recuperarla riportandola in superficie con le dovute cautele. Insomma vedremo solo delle belle foto e delle belle immagini tridimensionali. Poi la Marina Militare dovrà stabilire attraverso l’archivio nautico di cosa si tratta. Ma anche se non fosse la Cunsky, di sicuro non sono le uniche navi affondate durante la seconda guerra mondiale ben conosciute dalla Marina Militare ed inserite nelle mappe che anche i pescatori conoscono. Quali, la nave Cagliari che venne affondata il 6 maggio del '41, dal sommergibile Taku, ed ha una stazza di 2322 tonnellate. Questa nave si trova nei fondali fra Diamante e Cetraro; la nave Federico C. che venne affondata il 28 luglio del 41 dal sommergibile Utmost, è di 1467 tonnellate ed anche questa , come sanno bene i pescatori a strascico, si trova nella stessa zona . Altre tre navi sono lontane dalla zona di Cetraro, ma sono conosciute come le altre due. Insomma se non è la Cunsky è un'altra nave non militare ed affondata appositamente, in quanto in quell’area non ci sono segnalazioni di naufragi. Ecco perché la ricerca deve continuare. Quei fusti che sono dentro la nave non possono che essere rifiuti tossici e il governo deve impegnarsi ancora di più per dire la verità. Una verità che sia possibile anche controllare dalla nave stessa Mare Oceano dove non esistono a bordo persone terze, avvocati di parte, scienziati delle associazioni ambientaliste, tecnici della Regione Calabria. Ecco perché alla notizia che quella nave non possa essere la Cunsky, bisogna subito alzare un coro unanime, che sia quello, che si continuino le ricerche comunque, senza abbassare la guardia e senza buttare fumo negli occhi ad una popolazione, che nella manifestazione e partecipazione di massa ad Amantea ha dimostrato essere stufa di essere presa in giro.

Francesco Cirillo
27/10/2009

lunedì 26 ottobre 2009

Un'altra occasione (forse l'ultima)


Ultima chiamata

Vorrei mettermi dalla parte di quei tre milioni di persone che domenica, molti pazientemente in fila per ore, hanno partecipato alle primarie del Pd, dandogli un'altra occasione (forse l'ultima) per cominciare a essere il partito che aveva promesso di essere. Ricordiamo tutti il discorso del Lingotto di Walter Veltroni, quando sembrava che stesse nascendo una grande forza politica in grado di imprimere a questo paese il famoso cambiamento. Cambiamento soprattutto, nel linguaggio della politica che consiste nel parlare con la gente facendosi capire dalla gente. Nei due anni successivi questo linguggio invece di sciogliersi in qualcosa di trasparente e di comprensibile si è aggrovigliato vieppiù fino all'incomunicabilità assoluta. Non abbiamo capito perché la nascita del Pd invece di rafforzare il governo Prodi non fece nulla per impedire la caduta dell'ultimo baluardo al nuovo dilagare del berlusconismo. Non abbiamo capito perchè il Pd di Veltroni affermò la sua vocazione maggioritaria isolandosi dal resto delle forze di centrosinistra e di sinistra.
Dopodiché riuscì sì a raggiungere quel 33 e rotti per cento di voti che costituì un buon risultato in sè ma lontano ben 12 punti dalla maggioranza per cui quello stesso Pd aveva manifestato la propria 'vocazione'. Non abbiamo capito le vere ragioni che hanno spinto Veltroni a lasciare baracca e burattini da un giorno all'altro. E abbiamo rinunciato a capire cosa è successo dopo nel partito nato con tante sparanze e che ha rischiato di perdersi nelle risse interne e nella disillusione.
Adesso il Pd ha di nuovo un popolo e ha di nuovo un leader, Bersani. A cui si chiede non solo di costruire l'alternativa ma anche di dare ascolto a quei tre milioni di brave persone non abbandonandole al loro destino e alla loro solitudine come troppe volte è accaduto in passato. Bersani ha ragione: domenica è stato un bel giorno per la democrazia. Che ne seguano altri. Noi del Fatto staremo bene attenti affinché questa speranza non vada delusa.

Antonio Padellaro - Il Fatto Quotidiano - l'Antefatto


giovedì 22 ottobre 2009

Complimenti, che belle faccie di...


Macerie, ma che hanno da ridere?


21 ottobre 2009


Il presidente della Sicilia Lombardo e il sindaco di Messina Buzzanca a Giampilieri, nel luogo dove l’alluvione ha provocato morte e distruzione.

(FOTO ENRICO DI GIACOMO)

da Il Fatto Quotidiano n°25 del 21 ottobre 2009

martedì 20 ottobre 2009

Politici, imprenditori, banchieri: la nuova speculazione edilizia


Il partito del cemento


di Marco Preve e Ferruccio Sansa
giornalisti e autori del libro “Il partito del cemento

Nessuno sembra essersene accorto, ma il 28 ottobre sarà deciso il destino di una delle più belle regioni d’Italia: la Liguria. Pochi giorni fa è toccato alla Sardegna, dove è stato votato il piano casa del governatore Ugo Cappellacci (Pdl) che ha cancellato i vincoli con cui Renato Soru sperava di salvare la costa. Ma il centrosinistra non è migliore: la Regione governata da Claudio Burlando si prepara a varare un piano casa altrettanto generoso con gli amanti del cemento.
Un disastro senza rimedio, che, però, si può ancora fermare. Tace la sinistra, tace la destra, forse perché da queste parti entrambe sono amiche del mattone. Tacciono i cittadini che purtroppo non sanno: la Regione Liguria voterà un documento che va ben oltre le aspettative del governo Berlusconi. Nessuno ne aveva parlato fino a pochi giorni fa, quando Bruno Lugaro ne ha scritto sul Secolo XIX. Eppure basta studiare il piano presentato dalla Commissione e soprattutto gli emendamenti proposti da sinistra e destra (leggete qui). Le case sotto i 100 metri cubi potranno aumentare il volume fino al 60%, le altre potranno crescere fino al 30%. Ma non basta: potrà essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. Ed è soltanto l’inizio. Leggendo il documento approvato dalla commissione e gli emendamenti voluti dal centrosinistra e dal centrodestra (il firmatario è un imprenditore immobiliare) si scopre che c’è ben di peggio: i benefici saranno concessi anche agli immobili condonati. Insomma, un danno civile e sociale, oltre che urbanistico. Chi ha costruito senza rispettare le leggi potrà adesso usufruire anche dei benefici concessi dalla Regione. Invece di punire chi non rispetta l’ambiente, si è deciso di premiarlo. E gli edifici abusivi? Si è pensato anche a loro. Il testo base li escludeva, ma ecco che il consigliere Luigi Cola (ex sindaco di Cogoleto, Pd) chiede di correggere: saranno esclusi soltanto quelli costruiti “in totale difformità o con variazioni essenziali”, insomma quelli davvero molto abusivi. Basta? Neanche per sogno: non sono risparmiati nemmeno i parchi dell’Entroterra. “Basterà un permesso degli enti parco per aumentare la cubatura delle case”, come spiega il Verde Carlo Vasconi.
Ma il colpo di grazia, spiega Vasconi, è quello che colpirà le zone che gli urbanisti chiamano aree-anima. Anima, un nome non casuale, perché questi sono luoghi preziosi, che però non sono sottoposti a una tutela totale. Anche qui potranno agire indisturbate le ruspe basta che siano a più di 300 metri dalla costa.
E per la Liguria sarà davvero la fine, perché da troppo tempo alcuni di quelli che governano questa terra hanno deciso di spremerla, di concederla ai signori del cemento come una baldracca. Una escort, si direbbe oggi. Sinistra o destra non importa: negli ultimi anni è stato dato il via libera alla costruzione di tre milioni di metri cubi di nuovi edifici lungo le coste.
Provate a immaginare concretamente che cosa succederebbe se tutte le case sotto i 100 metri cubi crescessero del 60%. Le alture liguri che dominano il mare si ricoprirebbero di cemento. Le case, migliaia di quelle costruzioni che rendono unica la Liguria, sarebbero deformate con aggiunte posticce. Provate a immaginare: dove oggi la vista si affaccia sul mare, domani potrebbe sbattere contro un nuovo muro.
Ma che cosa si può fare? Niente, sembrerebbe. Il centrosinistra ligure ha sempre avuto tanti amici nel mondo del mattone e questo piano ne è la dimostrazione definitiva. Il centrodestra è entusiasta… ma in fondo non sorprende. Insomma, chiunque vinca le elezioni regionali del 2010 non cambierà nulla. Claudio Burlando o Sandro Biasotti non fa differenza, la Liguria, verrebbe da dire, è comunque spacciata.
O forse no. Perché questo piano casa giova a pochi, ai soliti amici degli amici imprenditori del mattone. Ai furbetti che sognano di arricchirsi aggiungendo un piano alla propria casa, alla faccia dell’interesse generale. Ma gli altri? Il cemento non porta soldi. Arrivano denari per pochi e posti di lavoro che svaniscono alla fine dei cantieri. Intanto la Liguria si mangia la sua più grande ricchezza: l’ambiente, che sostiene la principale industria della regione, il turismo. Non solo: calerà il valore degli immobili con un danno per i proprietari liguri, ma anche lombardi e piemontesi. Già, anche per una questione di soldi questo piano andrebbe bocciato.
Ma poi c’è l’ambiente, una parola che in fondo significa il luogo dove noi tutti viviamo insieme. Che vuol dire qualità della vita nostra e dei nostri figli. Che ci ricorda il dovere di conservare il passato, ma anche di pensare al futuro.


Per questo la decisione che verrà presa in Liguria riguarda tutta l’Italia. Se lasciamo sola questa terra, poi a chi toccherà?
Ma qualcosa si può, si deve ancora fare. Adesso, sennò sarà troppo tardi. Mandiamo una e-mail a Claudio Burlando, Sandro Biasotti, il suo avversario alle prossime elezioni, Luigi Cola - il deputato del Pd recordman degli emendamenti, Nicola Abbundo - l’imprenditore immobiliare del Pdl che si batte per il piano. Gente di sinistra e di destra, perché qui non è questione di colori politici.
Se tutti gli amici del blog, non soltanto i liguri, scrivessero a chi dovrà compiere questa scelta, potremmo ancora sperare di cambiare qualcosa. Di salvare la Liguria e un po’ anche noi stessi".

Questa è una storiaccia che conosciamo bene, qui a Santa Marinella!
Anche da noi il cemento è bipartisan con il supporto di tanti disperati che fanno i salti mortali per qualche giornatina in più in un cantiere. Bisogna riuscire a vedere che stiamo raschiando il fondo del barile e distruggendo il paesaggio: l'unica risorsa che porterebbe "lavoro vero".

Attention pliz: poi indietro non si torna!



lunedì 19 ottobre 2009

Tutti col calzino turchese

Il randello catodico-mafioso

di Marco Travaglio

Il Fatto Quotidiano ha lanciato una campagna che è dedicata al simbolo, diciamo pure un simbolo che potrebbe essere considerato troppo leggero e invece nasconde dietro di sé, come vedremo, una questione molto grave e molto sostanziale, che è quella della difesa del diritto del giudice Mesiano a emettere una sentenza e, come il diritto del giudice Mesiano, il diritto di tutti i giudici a emettere sentenze. E’ un diritto e è un dovere, è il loro mestiere e hanno il diritto di farlo come si diceva ai tempi dei latini, padri del nostro diritto, sine spe ac metu, ossia senza speranza di ottenere qualcosa in cambio e senza paura di ricevere dei danni o delle rappresaglie, ovvero le loro sentenze debbono essere emesse secondo giustizia, secondo legge, secondo coscienza, senza nessuna aspettativa di premi o di punizioni, fermo restando che, se la sentenza contenesse degli errori, ci sarebbero sempre i numerosi gradi di giudizio che sono previsti nell’ordinamento italiano, che è il più garantista al mondo.



Tutti col calzino turchese

Abbiamo lanciato questa campagna, che è simboleggiata dal calzino: il calzino turchese, perché una serva sciocca, una precaria, che quindi va anche compresa, del gruppo Berlusconi, sotto la direzione di quel personaggio per descrivere il quale basta guardarlo in faccia, devo dire, Brachino, ha pensato bene di individuare, proprio in questo calzino, il simbolo della stranezza, della bizzarria, dell’originalità, della follia, della eccentricità del giudice Mesiano il quale, fuori dall’orario di lavoro, fa quello che fa un qualsiasi comune cittadino: se ne va dal barbiere, fuma, passeggia, si veste come cavolo gli pare, si prende il diritto di mettersi i calzini che vuole, di fumare quante sigarette vuole, di camminare dove vuole, di andare dal barbiere che vuole, di fare le facce che vuole e quindi il calzino è diventato un simbolo non solo della privacy: chi se ne frega della privacy, qui non c’è una violazione della privacy, qui c’è un avvertimento di stampo mafioso, poi lasciamo perdere le intenzioni, ma l’oggetto di cui stiamo parlando è un avvertimento di stampo mafioso e terroristico, che funziona esattamente come ai tempi degli anni 70, quando i terroristi rossi e quando le organizzazioni satellitari, da lotta continua, potere operaio etc., facevano sapere ai nemici del popolo “ vi teniamo d’occhio, vi stiamo spiando, sappiamo dove abitate”, facevano anche spesso trovare sui loro giornali gli indirizzi per far sapere a certe persone che dovevano guardarsi. Siamo tornati allo stesso clima, ma non a opera di organizzazioni terroristiche o pararivoluzionarie, a opera della televisione del Presidente del Consiglio, ossia di colui che dovrebbe rappresentare - dico in teoria naturalmente, per la funzione che occupa - la legalità contro eventuali tentazioni che nascono dal basso di sovversione. Ecco, la sovversione da noi viene dal vertice delle istituzioni, cioè dalla presidenza del Consiglio e dalle sue numerose televisioni e così anche, magari, i più ingenui o i più paraculi, che non hanno mai voluto vedere in questi 15 anni che cosa è il conflitto di interessi e a che cosa serve, hanno occasione di farci una riflessione.





sabato 17 ottobre 2009

Politica a 5 stAlle


Lo psiconano minaccia, traccia la strada ad una deriva "populista"...
ed è pronto per la "beatificazione"!


Berlusconi: "Riformerò la giustizia"

Da Sofia il premier rinnova i suoi attacchi alla magistratura politicizzata e annuncia che metterà mano alla Costituzione, con o senza l'opposizione.
"C'è una riforma del processo penale che è già in Senato - ha dichiarato il Cavaliere - e che a me non sembra sufficiente. Quindi credo che su questo punto valga la pena di rivisitare la Costituzione.

Berlusconi beatificato online


Berlusconibeato.com, un sito nato come scommessa, un evidente provocazione scherzosa. Ma c'è chi ha pensato fosse serio. A quanto pare in molti.


... e, intanto: "Niente scorta per Saviano"!


La solitudine e lo sconforto di Saviano: "Sento che mi stanno abbandonando". Forse è il segnale che si sta spaccando il fronte contro la criminalità organizzata. Si inizia sempre così, isolando la persona.

Quella di Saviano sembra ora empre più a rischio. Soprattutto dopo le recenti esternazioni del capo della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani: "A noi della Mobile fu data la delega per riscontrare quel che Saviano aveva raccontato a proposito delle minacce ricevute. Dopo gli ccertamenti demmo parere negativo sull’assegnazione della scorta". Resto perplesso - aggiunge Pisani - quando vedo scortate persone che hanno fatto meno di tantissimi poliziotti, carabinieri, magistrati e giornalisti che combattono la camorra da anni". Le parole pronunciate da Pisani hanno avuto l'effetto di una bomba nell'opinione pubblica. Al punto che il capo della Polizia e direttore generale della PS, Antonio Manganelli, si è sentito in dovere di calmare le acque confermando e rafforzando le misure di protezione per lo scrittore Saviano. Tornano in mente le arole che lo scrittore ha ripetuto varie volte, con ossessione profetica: "Cercheranno di isolarmi".

Nonostante le rassicurazioni del capo della polizia qualcosa però è cambiato. E forse se ne rende conto anche Saviano quando scrive in un articolo su Repubblica: "Non credo sia salutare spaccare in due o in più parti un fronte che dovrebbe mostrarsi, e soprattutto sentirsi, coeso. Società civile, forze dell'ordine, magistratura. Ognuno con i suoi ruoli e
compiti. Ma uniti. Purtroppo riscontro che non è così". Avverte Saviano: "uno sgretolamento di questa compattezza è malgrado tutto avvenuto". Il timore dello scrittore di Gomorra è che si cerchi di "rompere questa nostra alleanza, insinuando", come è stato fatto recentemente, che "tanti lavorano nell'ombra senza riconoscimento mentre tu invece...". E poi l'affondo quando dice che chi fa questo discorso ha un unico scopo, cercare di isolare, di interrompere il rapporto che ha permesso in questi anni di portare alla ribalta nazionale e internazionale molte inchieste e realtà costrette solo alla cronaca locale".

domenica 11 ottobre 2009

Politica a 5 stelle

Il programma del Movimento a 5 stelle


Alla nascita del MoVimento Cinque Stelle a Milano Beppe Grillo ha illustrato a grandi linee il Programma. "Ci sarà tempo per discuterlo insieme in Rete, migliorarlo, cambiarlo nei prossimi mesi".

Contiene più di 120 punti, tutti utopistici e per questo tutti attuabili.
Scarica il programma completo

I punti del programma:

Stato e cittadini
Salute
Energia
Trasporti
Economia
Informazione
Istruzione

Intervento di Beppe Grillo al teatro Smeraldo, Milano, il 4 ottobre 2009:

Stato e cittadini

"Una delle cose più importanti che dobbiamo rivedere è il rapporto, tra Stato e cittadini: se non risolviamo questo gli altri diventano inutili. Abolizione delle Province immediatamente: succhiano linfa alle Regioni e ai Comuni; abolizione delle Prefetture: la Prefettura e il Prefetto, chi cazzo è il Prefetto?! Cosa fa il Prefetto?! Via le Prefetture e ristrutturare le ambasciate, ristrutturate i consolati. Abolizione del Lodo Alfano: se non lo leviamo, non ce li togliamo dai coglioni più! Insegnamento della Costituzione e esame obbligatorio per il rappresentante pubblico,
- riduzione a due mandati per i parlamentari per qualunque carica pubblica e eliminazione di ogni privilegio per i parlamentari, tra questi il diritto di andare in pensione dopo due anni!!
- divieto ai parlamentari di esercitare un’altra professione durante il mandato! Cazzo, abbiamo gente che fa l'attore, va in tournée e poi fa il parlamentare! Basta, una cosa!
- divieto di cumulo di cariche: per esempio sindaco e deputato, o fai uno o fai l’altro; non eleggibilità di cariche pubbliche per i cittadini condannati: via, non puoi fare il bidello in una scuola e poi fare il parlamentare! Obbligatorietà della discussione parlamentare, delle leggi popolari: deve essere obbligatorio, se facciamo una legge popolare, che questa debba essere discussa dal Parlamento, non messa in un cassetto per degli anni! Obbligatoria la discussione! Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima, in modo da dare la possibilità ai cittadini di conoscere e di intervenire, come fa quel Santo miracolato che abbiamo in terra che è Obama, c...o! Obama è un prodotto della rete!
Signori scusate, sono così. Volevo non sudare, non incazzarmi! La Rete, questa cosa che non conoscono, che vengono presi per il culo, la Rete! Bene, dei ragazzi come voi in Svezia li prendevano per il culo, hanno fatto un’associazione, un movimento che si chiama: “ Il movimento dei Pirati, Partito dei Pirati svedese”, adesso sono stati eletti due rappresentanti nel Parlamento europeo! Li prendevano per il culo: bene, i partiti della rete in Germania hanno il 2%, è tutto iniziato adesso, ma questo dei pirati è fantastico, perché loro hanno fatto solo una cosa, geniale, ne hanno presa una: quella dei copyrights, hanno detto “basta copyrights” , questo è quel signore che voleva venire, mi ha mandato un video, siamo in collegamento, vi faremo vedere il video alla fine di tutto. Il copyright è la base della conoscenza che deve girare libera, fruita liberamente e gratuitamente, è il nostro Creative Commons deve girare, il copyright va riformato e non riformare la Rete in base al copyright. Cose che sono successe a me la settimana scorsa, quando ho mandato un video del Letterman Show di Obama: Obama parla due minuti e dice cose che sembravo io ai tempi in cui avevo 20 anni, che dicevo delle cose meravigliose! Non per montarmi la testa: ero negro, a 20 anni ero negro, ve lo giuro! Va bene? Dice delle cose sull’ambiente, sulle rinnovabili e io lo prendo perché sono uno straordinario fan suo e faccio vedere che cosa dicono i grandi del mondo: metto due minuti di questo sul blog e arriva una lettera della CBS americana a You Tube, dicendo che ho violato i copyrights di Obama, come se Obama fosse sotto i copyrights di uno sponsor, di una televisione! Obama è patrimonio del mondo, non di una televisione o di uno sponsor, è patrimonio del mondo, Obama! Che cosa ha fatto You Tube Italia, dato che ci amano tutti? Non ci ha detto: “ togliete il filmato sotto copyright”: no, di notte, pensando che dormissi tolgono non il film, ma l’account, cioè tutti i filmati di Beppe Grillo degli ultimi cinque anni sono stati spazzati via durante la notte, non c’era più un filmato nostro! Ora dovete sapere che i nostri filmati, il mio 168, quelli di Travaglio, quelli sulle morti bianche, tutti i filmati che abbiamo fatto sono, come numero di visitatori, 51 milioni, va bene? 51 milioni di contatti, siamo quelli più visti dopo la RAI su You Tube: ce li hanno tolti di notte, via tutti! Allora che cosa facciamoi? Mettiamo un link? La Rete è questo, la Rete non sono io, siete voi: in cinque ore 17.000 mail sono arrivate al Letterman Show, che Letterman chissà che cazzo avrà pensato, che non mi conosce, “ma chi cazzo è questo Grillo?”. Bene, You Tube ha rimesso tutti i filmati! Se non eravamo forti eravamo morti!
I punti del programma, tutte cose che abbiamo discusso, che ho portato a Prodi: vi ricordate? Lui si è addormentato quando gliele dicevo, ha fatto: “ no, no”, tutte cose passibili di cambiamenti, perché svilupperemo i punti con i vostri contributi, so che avete mille idee, ne avete più voi di me, io vi dico che da qualcosa bisogna partire: partiamo da qualcosa, poi la discutiamo.

Salute

Accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e gratuito ; separare le carriere dei medici pubblici e privati; non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di operare nel privato ; 8 per mille alla ricerca medico-scientifica ; Finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare ; introduzione del reato di strage per malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici responsabili.

Energia

Energia, incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica, estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere energia elettrica, eliminare l’incentivazione prevista dai Cip6 alla combustione di rifiuti in base al loro inserimento, finanziare i petrolieri con i CIP6 della nostra bolletta, via! Incentivazione alla produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, incentivazione di produzione di biogas, della fermentazione anaerobica dei rifiuti organici, incentivazione di energie rinnovabili: dall’eolico al solare, alle pompe di calore. Porca puttana, in Svizzera hanno 900.000 pompe di calore, che non sono quello che pensi, perché ormai siamo ammorbati di qualsiasi cosa: sono sonde che vanno giù e tirano su il calore e lo sfruttano per scaldarti la casa! 900.000! Vogliamo il divieto di costruzioni di centrali nucleari in Italia e di finanziamento di centrali all’estero, anche finanziare quelle estere, basta!! Basta che l’Enel con i nostri soldi, con un nostro referendum negativo vada a comprarsi due cazzo di centrali in Slovacchia degli anni 70 con i nostri soldi!! Non ci deve più andare un pregiudicato a gestire una società al 30% pubblica, Scaroni è stato condannato, non ci si possono permettere più queste robe, basta, è finita per quella gente lì! E’ finita!!

Trasporti

Trasporti, disincentivo dell’uso dei mezzi privati e, quando dico disincentivo e incentivo, sono i bonus e i malus: abbiamo da riformare tutto il sistema fiscale, dobbiamo caricare di tasse chi se lo merita e scaricare di tasse chi non se lo merita, togliere le tasse dal lavoro e metterle su chi fa dei danni all’ambiente,
sviluppo di piste ciclabili protette, vere piste ciclabili, non quelle merde che avete qua a Milano, con delle biciclette che ho provato a toglierne una e non ci sono riuscito! Poi blocco immediato del ponte sullo Stretto di Messina, blocco della Tav di Val di Susa, non ne parliamo neanche! Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane: basta con questo giochino, basta! Sviluppo di tratte ferroviarie legate al pendolarismo, questo sì, potenziare quello, copertura dell’intero sistema della banda larga, porca di una puttana Eva! La Gran Bretagna è coperta tutta nel suo territorio con la banda larga, noi abbiamo 3.000 comuni che non hanno l’Adsl!,Piano di mobilità per i disabili, incentivazione del telelavoro.

Economia

Economia: introduzione della class action, quella vera! La class action quella vera vuole dire che i cittadini, se sono presi per il culo da una multinazionale, possono fare una causa comune, prendere gli avvocati comuni come negli Stati Uniti! Fanno cause da centinaia di milioni di euro e oggi le multinazionali hanno paura delle class actions, cazzo se hanno paura! Qui hanno fatto finta di farla! Abolizione della Legge Biagi. rappresentanza dei piccoli azionisti nei Consigli di Amministrazione delle società quotate in borsa: il piccolo azionista, che è il vero proprietario delle società, non conta un emerito c...o perché non ha un rappresentante nel Consiglio di amministrazione, si riuniscono senza di lui, che è il vero proprietario! Quindi via le stock option dei manager, introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite. Mi rifili dei pacchi, mi rifili della merda e mi risarcisci, già nel contratto ci deve essere! Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità e trasporti agli altri Paesi europei, da qui la nostra connettività costa il doppio che in Francia e il triplo che in Germania! Spedire un pacco con le nostre Poste costa il doppio che con le Poste francesi, se tu spedisci un pacco perché hai comprato qualcosa su Internet ti costa più il trasporto che il pacco!
Riduzione del debito pubblico: c...o, questo debito pubblico! Hai capito come fanno l’economia? Stampano carta, stampano carta, mettono il debito, vuoi fare una cosa? Falla, non c’è un c...o, il debito aumenta di 18 miliardi di euro al mese! Tremorti dice “i Tremorti bond non me li hanno presi le banche”: C...o, li volevi prestare all’8%, loro si trovano i soldi allo 0, 5%, perché devono prendere i tuoi bond all’8%?! Non sono mica stronze le banche! Saranno disoneste, ma non sono stronze!
Allineamento delle tariffe di energia l’ho detto, vietare la nomina di persone condannate, amministratori, azionisti, e favorire le produzioni locali, sostenere le società no profit, 45 miliardi di Euro è il mercato del no profit in Italia, 45 miliardi di euro! Vuole dire che siamo tanti, siamo tanti,siamo tantissimi! Voglio farvi vedere il discorso di uno impronunciabile, che non sono mai riuscito a capire come si chiama, che ha fatto un discorso meraviglioso e, mentre parlava di questi movimenti che nascono nel mondo, siamo milioni, nessuno sa quante siano le associazioni, i movimenti che cominciano a parlare di economia sociale, che cominciano a capire che l’economia non può essere disgiunta dall’ambiente e dall’ecologia. Sono migliaia, centinaia di migliaia di associazioni, siamo milioni, siamo il più grande gruppo della storia dell’umanità che si sta muovendo senza leader, non ci sono leader. I nostri movimenti sono straordinari! Guardate quanti sono, lui parla e, mentre parla, vengono fuori tutti i nomi di queste associazioni e lui dice: “ guardate, posso parlare due giorni, tre giorni, quattro giorni, che questa schermata andrà avanti", per dire che siamo tanti, siamo gente che pensa le stesse cose sull’ambiente, sulla natura, sui trasporti, sui diritti umani, sui diritti civili, sulla politica! Siamo milioni! ...(intervento fuori microfono) lo so, lo so, te sei Pascucci, mi hai ossessionato con il signoraggio per quattro anni! Di notte sentivo “ bip”, andavo a vedere e era Pascucci, mi diceva: “ bastardo, non parli mai di questo”, io ho fatto uno spettacolo sul signoraggio: è vero c’è un vuoto giuridico sulla proprietà dei soldi, i soldi dovrebbero essere di chi li accetta, siamo noi che diamo valore ai soldi, però è un incantesimo, è talmente un incantesimo.. e hanno ragione, c’è un vuoto giuridico, ma se ti butti dentro quella battaglia lì non la vincerai mai, entri in un buco nero di un sistema che è mondiale. Vogliamo partire non dal sistema mondiale, vogliamo partire dal sistema di adesso, dal basso, noi con gli ?Shake? Quelli che fanno gli shake per esempio a Napoli, che si scambiano sconti tra negozianti sono qualche migliaio di persone, che usano meno i soldi partendo dal basso, sono queste le battaglie che possiamo permetterci di fare.

Informazione

L’informazione: cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano, questo è fondamentale! Io me ne frego della carta d’identità: voglio, quando nasco, un accesso gratuito alla rete, l’accesso gratuito alla conoscenza deve essere libero e gratuito, sennò non c’è né libertà né democrazia! Eliminazione dei contributi ai giornali, nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato. L’azionariato deve essere diffuso, con proprietà massima del 10%. Abolizione della legge del governo D’Alema, che richiede un contributo dell’1% sui ricavi degli assegnatari delle frequenze televisive, Berlusconi paga l’1% su una proprietà che è la nostra, fatturando centinaia di miliardi di euro e pagando l’1% di ritorno per affittare la concessione che gli diamo! Basta! Una legge che gli ha dato la sinistra, che ha fatto finta per 20 anni di fare opposizione e invece si spartiva tutto!
La RAI: non ce l’ho con la RAI, ma la RAI è una parola buona che ci evoca la RAI delle persone corrette, delle persone gentili, delle persone educate, della televisione in bianco e nero, che dicevano: “buonasera, buongiorno” e ti davano del lei, era in bianco e nero per dire: “guardate che noi siamo in bianco e nero, il mondo è a colori, noi siamo un’altra cosa”, era un messaggio importante, io sono rimasto a quella RAI lì. Oggi non è più la RAI, oggi è una roba squallida, allora abbiamo aperto una campagna per abolire il canone, perché non voglio abolire la RAI: voglio abolire questa RAI, non la RAI! La RAI dovrà essere un canale televisivo pubblico senza pubblicità, senza partiti dentro e soprattutto pagato dagli utenti, come la BBC, gli altri. Bene, abbiamo fatto una campagna su come non pagare il canone, c’è un sistema legale, si inventeranno qualcosa, si inventeranno una legge perché questi mafiosi si inventano le leggi per i loro interessi mafiosi e quindi faranno una legge e ce lo metteranno, questo cazzo di canone, dentro la luce, oppure vai a fare la spesa e prendi le mele, “c’è il canone, scusi”, “ ma come, cazzo, sulle mele?”, si inventeranno qualcosa, ma noi siamo sempre prima di loro! Io non dormo più da quattro anni.. si vede, eh? Il discorso è che siamo già a 220.000 persone che non daranno 105 Euro, totale circa 24 milioni di euro che non arriveranno, il prossimo anno, al canale in mano ai partiti politici e alla Confindustria
Abolizione della Legge Gasparri, divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche di enti pubblici o parapubblici a società editoriali: non è possibile che l’RCS Corriere della Sera, il più grosso gruppo che abbiamo, se vai a vedere di chi è la proprietà è di dieci banche e quindici assicurazioni! E poi come cazzo fa un giornalista a fare un articolo su Il Corriere della Sera contro quella banca, se quella banca lì è il suo editore?! E poi vanno a parlare di libertà di informazione nelle piazze?!
Questa è una cosa che mi sono fatto ad hoc per me, ad personam: mi ricorda qualcuno, però l’ho fatta. Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto, in caso di non luogo a procedere, importo depositato presso il Tribunale in anticipo: perché mi debbono chiedere due milioni di euro a me, che sono di Genova? Se mi chiedi due milioni ne metti uno a garanzia che se perdi il milione va dato in beneficenza, sennò le cause le fai quando ci devono essere le cause, non a scopo intimidatorio!
Italiani! Abolizione della legge Pisanu, che proibisce di fatto il Wi - Fi: in qualsiasi parte del mondo vai, ti colleghi, lavori nei prati e nei giardini, qui dovresti dare la carta d’identità e garantire per iscritto che non sei un terrorista! Ma vaffanculo!

Istruzione

Istruzione: abolizione- della Legge Gelmini, ci sono anche.. no, non è una boutade, ci sono anche delle cose giuste, ma prima di toccare la scuola bisogna fare un passo indietro... Diffusione obbligatoria di Internet- e poi non sono dogmi, questi: se non siamo d’accordo possiamo salvare quello che dite, per l’amor del cielo, è la partenza - nelle scuole con l’accesso per gli studenti, diffusione obbligatoria nelle scuole dell’accesso a Internet. Graduale abolizione dei libri di scuola stampati e quindi la loro gratuità con l’accessibilità via Internet: nello spettacolo Delirio facevo vedere Kindle, oggi Kindle da un anno all’altro è un libretto che lo leggi, ci scarichi 2.000 libri, tutti i testi del mondo, non è uno schermo e non è retroilluminato, quindi hai bisogno di una luce e lo leggi come un libro, ci stanno 2.000 libri in una cosina così, con due cellette fotovoltaiche te lo carichi e hai la conoscenza dove, come e quando vuoi, questa è la vera libertà, porca di una puttana! E devo vedere mio figlio Ciro, nove anni, che gira come uno sherpa con un carico di 20 libri di merda che sono sempre quei cazzo di libi che c’ha dall’anno prima, che hanno cambiato il titolo?!
Insegnamento obbligatorio della lingua inglese all’asilo. Sto cercando come un pazzo di studiare l’inglese a 61 anni e non ce la faccio più! Non ce la faccio, mi dicono: “come si dice dente?tooth”, il dente si dice tooth, “e se ti fa male il dente dove vai?”, dal “ dentist”, dal dentist! Non ce la faccio! Eppure mi ricordo le piccole poesie che mi insegnavano all’asilo, in francese: “ ma mére que j’aime beaucoup, ...”, non so cosa cazzo voglia dire, ma me la ricordo dall’asilo! Abolizione del valore legale dei titoli di studio: qui non sarete d’accordo, però secondo me poi ne potremo discutere. Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica! Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti. Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri, obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza; investimenti nella ricerca universitaria, insegnamento a distanza via Internet, integrazione università /azienda."

mercoledì 7 ottobre 2009

La Legge è (di nuovo) uguale per tutti... almeno sulla carta!

BOCCIATO IL LODO ALFANO
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure!


Noi non ne dubitavamo. Quello che ci lascia perplessi è la troppa gente che esulta. Non tornano i "conti"! Sappiate che passato un Berlusconi, c'è sempre pronto un'altro "Trombetta"!


Tra tutti gli interventi della prima ora diamo spazio (doveroso) a Tonino:


Immunita'? No grazie


Da una parte, se si chiede al Capo dello Stato di non firmare lo scudo fiscale, che tutela con l’anonimato e l’impunibilità mafiosi ed evasori, si è accusati di “tirare per la giacchetta”, se si definisce poi “vile” l’atto di abdicare alle funzioni del suo ruolo, si finisce per essere passati al setaccio dalla Procura.

Dall’altra parte, abbiamo parlamentari in duplice veste: deputati, avvocati del premier e dello Stato, che vengono ascoltati per argomentare alla Consulta come un lodo “di sartoria” per Berlusconi e tre alte cariche dello Stato, sia legittimo alla faccia di 60 milioni di individui. Guarda caso, però, solo lui ha più di un processo che lo attende al varco.

Giorgio Napolitano non è al di sopra della Costituzione ma ne è il garante. Finché decide di esercitare le sue funzioni, questa prerogativa lo contraddistingue dagli altri cittadini, diversamente, è un comune cittadino. Non ritengo di aver oltraggiato ma, al contrario, difeso e salvaguardato la figura del Capo dello Stato che oggi porta un nome e domani ne porterà un altro. La figura del Capo dello Stato deve rimanere integra al di là del suo volto. Napolitano ha firmato in 24 ore il ‘Lodo Alfano’, ha firmato con timide osservazioni la legge sulle intercettazioni, ha firmato in 24 ore un’amnistia fiscale mascherata da scudo all’americana quando invece era alla lussemburghese.
Mi domando: può un cittadino comune, per di più espressione dell’8% dell’elettorato italiano, esprimere qualche perplessità sull’operato di questo Presidente della Repubblica?
Rispondo di si, ed è ciò che ho fatto e che rifarei.

Io sono qui, non mi nascondo dietro il Lodo delle quattro più alte cariche dello Stato e non so che farmene dell’immunità parlamentare. Sono qui per la procura di Roma, sono qui per i politici in doppiopetto blu che si indignano, sono qui per le penne veloci al loro soldo che hanno pubblicato con solerzia la notizia del “forse al vaglio della Procura”, ma che oscurano il programma di governo dell’Italia dei Valori.
Sono qui e sarò qui anche quando verranno mandati a casa dai loro elettori appena il loro garante alla Presidenza del Consiglio toglierà le tende.

da antoniodipietro.it


... e ad un commentatore che ha sintetizzato molto bene:

Berlusconi in Tribunale, Napolitano ai giardinetti!
da antefatto.it # 72 commento di Max/9 il 7/10/2009 alle 18:32


In ricordo di Anna Politkovskaja

Contro i crimini commessi dal "potere"


7 ottobre, Anna Politkovskaja è viva

Sette ottobre: sono tre anni che Anna Politkovskaja è stata uccisa con quattro colpi di pistola sulla porta dell'ascensore di casa a Mosca. Una giornalista, una reporter - avrebbe detto lei -, fiera del suo raccontare soltanto ciò che aveva visto. Ma a volte qualcuno ritiene che tu abbia visto troppo, soprattutto se quello che hai visto e documentato è la sporca guerra in Cecenia. Anna Politkovskaja ha alzato il velo su troppe vicende verminose della Russia di Putin e qualcuno ha pensato bene di abbatterla e farla tacere proprio in quel giorno - il 7 ottobre - che è anche il compleanno del presidente Vladimir. Un grazioso omaggio? (...)

(Ottavia Piccolo per "Articolo 21")



Politkvoskaja, a tre anni dalla morte

Politkvoskaja, a tre anni dalla morte

La tomba di Anna Politkovskaja al cimitero moscovita di Troekurov è diversa da tutte le altre. La lapide è un foglio bianco, un po’ piegato, trafitto da cinque colpi di pistola. I segni neri che quei colpi lasciano sul marmo simboleggiano una ferita che rimarrà indelebile nella coscienza della Russia. Come la scrivania che Anna ha dovuto abbandonare, a soli 48 anni, nella redazione della Novaja Gazeta. L’ufficio di Anna è rimasto come lei lo ha lasciato quel venerdì 6 ottobre 2006, suo ultimo giorno di lavoro. I suoi colleghi non hanno toccato un libro, non hanno spostato un foglio. Hanno aggiunto solo la sua foto, una delle poche dove lei (così severa con gli altri e con sé stessa) sorrideva. Da qualche mese, di fianco alla sua scrivania hanno aggiunto anche la foto di Natalia Estemirova, una sua amica, attivista per i diritti umani e bandiera dell’ong Memorial in Cecenia, rapita e assassinata qualche mese fa. Uccisa a colpi di Makarov, la stessa pistola utilizzata per sparare ad Anna, nell’ascensore di casa. La stessa pistola (un tempo in dote alle forze armate sovietiche) che di fatto è una sorta di garanzia di impunità. Non hanno bisogno di cambiare le leggi in Russia per spegnere la libertà di stampa. Utilizzano in vecchio motto brigatista: colpirne uno per educarne cento.
Doveva rimanere a casa a fare la massaia ripete spesso sul conto della Politkovskaja Ramzan Kadyrov, quel triste figuro che il Cremlino (guidato da tandem Putin-Medvedev) ha nominato a guidare la repubblica cecena. Per lui, la Politkovskaja, l’Estemirova e l’avvocato Markelov (per citare solo tre caduti in questa guerra, mai dichiarata, contro chi difende i diritti umani nella Federazione russa), sognavano un bel tribunale che lo processasse per crimini contro l’umanità. E invece è sempre lì a fare il presidente, circondato da decine di guardie del corpo e pronto, si dice, a passare lo scettro a un parente, anch’egli ovviamente accusato di essere il mandante di alcuni omicidi politici.
Doveva rimanere a casa a fare la massaia, dice Kadyrov, che la Politkovskaja chiamava (pensando a Dostoevskij) l’idiota. Eppure quel sabato 7 ottobre, Anna stava proprio facendo la massaia. Anzi, come tante donne di questo mondo maschilista, faceva la massaia, dopo aver fatto la mamma, la figlia e la giornalista. A differenza di Kadyrov, Anna riusciva a fare più cose contemporaneamente.
Doveva rimanere a casa a fare la massaia, dice quello che molti indicano come il mandante del killer. E questo faceva Anna quel giorno. Aveva fatto la spesa. Ma era troppa da portare in un solo viaggio di ascensore. Quando, riscendendo al piano terra, le porte si sono riaperte, la più grande giornalista russa ha trovato davanti a sé l’assassino.
Cinque i colpi che le ha sparato. L’ultimo quello di grazia. Via Lesnaja a Mosca è in una via semicentrale e molto trafficata. Ma nessuno ha visto l’assassino fuggire. Le telecamere hanno ripreso parte del suo volto. Ma giustizia non è stata fatta.
Uno dei paesi con il maggior numero di poliziotti e di agenti dei servizi segreti al mondo non solo non è riuscito a garantire che Anna Politkovskaja, la più coraggiosa giornalista russa, fosse protetta (aveva ricevuto centinaia di minacce). Non ha nemmeno fatto finta di cercare, seriamente, chi l’ha uccisa. Il processo ai suoi presunti killer va a fasi alterne. L’assoluzione in primo grado, il ricorso della procura, le nuove indagini.



Vivo da 42 anni in un paese che è maestro nell’arte di sotterrare la verità. Vivo in un paese che non ha perseguito i responsabili delle più infami stragi. E quindi non ho molta fiducia nella giustizia e negli organi inquirenti. Qui come in Russia. Ce lo spiegava bene Pasolini. Si può sapere, si può farsi un’idea di quel che è successo anche senza che un tribunale ci dica quel che è accaduto. Qualcuno ha ucciso Anna Politkovskaja nel giorno del compleanno di Vladimir Putin. Questo è un fatto.

Qualcuno avrà gioito e avrà brindato per festeggiare il suo omicidio. Questa è un’ipotesi.
In milioni, in tutto il mondo, la rimpiangiamo. E questa è un’assoluta verità.
A tre anni di distanza da quell’orrendo omicidio, di una cosa sono certo. Nessuno l’ha dimenticata. Anche quelli che fanno finta di niente. Anche gli amici di Putin, sempre numerosi nel nostro paese.
Quei segni sul marmo sulla sua tomba spero non facciamo dormire sonni tranquilli agli assassini, ai loro mandanti e a chi li protegge.

(Andrea Riscassi per "Articolo 21)


I giornalisti uccisi in Russia



Per chi pensa che siano fatti lontani da noi vi ricordiamo che è stato ucciso anche un giornalista italiano: Antonio Russo.



da Panorama.it

Antonio Russo era un giornalista free-lance e reporter internazionale, lavorava per Radio radicale. È morto in Georgia, dove si trovava per documentare la guerra in Cecenia, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2000. Il suo corpo martoriato venne ritrovato ai bordi di una stradina di campagna a 25 chilometri da Tbilisi. Le circostanze della sua morte non sono mai state chiarite. Il materiale documentario che aveva con sé non è mai stato ritrovato. Antonio Russo aveva cominciato a trasmettere in Italia notizie scottanti circa la guerra e aveva parlato alla madre, solo due giorni prima della morte, di una videocassetta contenente immagine delle torture e delle violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena; aveva raccolto prove, inoltre, dell'utilizzo di armi non convenzionali contro bambini ceceni.

Il solo pensiero che lo psiconano ostenti la sua amicizia con Putin... scusateci ma ci fa rabbrividire e incazzare!
... E a voi?





Abbiamo ripescato anche questa gaffe (fra le troppe) sul suo amico. Tra l'altro si parla anche dei suoi sporchi affaracci nostrani: l'inghippo dei decoder con il quale ce l'ha messo nel "di dietro" e tecnologicamente parlando, ci ha fatto tornare indietro di 50 anni!

Meditate gente... meditate!

Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure!