domenica 29 novembre 2009

Il morfeo che finge di dormire

I miglioristi. Questi sconosciuti


All'interno del PCI nacque una corrente politica chiamata migliorismo. Nata con l'idea di contrastare il capitalismo con metodi meno conflittuali, rispetto all'impronta del classica e a volte anacronistica del PCI, questo movimento si avvicina ben presto alle aree più "moderate" della sinistra italiana ed in particolar modo al PSI di Bettino Craxi.

Questa corrente contrastò da subito la linea politica di Berlinguer contestandogli soprattutto la dura posizione ideologica del leader del PCI nei confronti della linea politica di certa classe dirigente che sfociò con la campagna sulla Questione morale, incentrata sulla moralità in politica e contraria specialmente al Psi e Bettino Craxi. I miglioristi dunque furono gli interlocutori privilegiati di Craxi, prima e dopo la sua azione di governo, e probabilmente Bettino stesso se ne servì per contrastare l'azione di Berlinguer all'interno del PCI.

I legami con i socialisti Craxiani possono spiegarci alcune cose:

Innanzitutto perché durante Tangentopoli la maggior parte degli esponenti miglioristi del PDS (essendoci stata la cd "svolta della bolognina" che nel 1991 trasformò appunto il PCI in PDS) prima criticarono la scelta di Achille Occhetto di appoggiare la magistratura che indagava sulle magagne e i grossi giri di tangenti all'interno della politica (già si parlava di giustizialisti) e soprattutto tra i maggiori esponenti del PDS milanesi ci furono indagati e condannati nell'ambito dell'inchiesta di "Mani Pulite" (link di approfondimento).

Emanuele Macaluso, noto migliorista e garantista.

La corrente migliorista è stata guidata a metà degli anni '80 dall'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lo stesso che presiedette, nel 1995, l'improduttiva Commissione speciale per il riordino televisivo -link (Sulla questione del "baratto" tra PCI e Berlusconi vedi: "il conflitto degli interessati").



Altro tassello importante, che lascia perlomeno dei grossi dubbi sul ruolo che ha avuto questa corrente migliorista nelle recente storia d'Italia fino ai giorni nostri, è il giornale Il Moderno. Questa appunto era la rivista del movimento ma sapete da chi era finanziata? Aprite bene gli occhi: da Silvio Berlusconi e da Salvatore Ligresti! link

Attualmente tra gli esponenti di "opposizione" ci sono dunque alcuni miglioristi o filo-miglioristi che hanno fatto strada e continuano ad occupare posti di potere, ed hanno sempre una visione pacata del concetto di opposizione nei confronti di Berlusconi. Oltre al Presidente Napolitano c'è infatti Piero Fassino, inoltre il giornale di Polito "Il Riformista" è considerato vicino a quest'area che a sua volta è molto vicino all'area D'Alemiana.

In fatto di liaison con l'area Berlusconiana é utile ricordare che furono miglioristi anche Sandro Bondi (proprio lui che ora odia i comunisti) e Lodovico Festa (che dirigeva il Moderno).

Se per 15 anni l'opposizione non ha fatto niente di concreto per contrastare questa deriva e anzi sembra quasi l'assicurazione sulla vita (politica) di Mister B. ci potrà essere qualche collegamento con questo movimento e con la sua evoluzione?

GenerazioneV

Quando mister B faceva i soldoni a braccetto con i "comunisti"


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Intanto Violante ci fa sapere, attraverso Tremonti (Annozero del 26 u.s.), che è in atto uno scontro istituzionale "tra due poteri" anzi "tra due pricipi".
MA VA!
"Tra il principio democratico che vuol dire che il popolo elegge un governo e il principio di legalità (la magistrtura cotrolla). Se non si trova una quadra tra i due, non è che uno mangia l'altro ma si distruggono tutti e due." Poi Tremonti lancia un chiaro invito al PDmenoL a trovare una "soluzione".





Non c'è alcuno sforzo da fare con Violante, D'Alema (Bersani), Napolitano.
IL CERCHIO SI CHIUDE!
La quadra è presto fatta. Continuiamo la farsa: alterniamoci al governo, noi di più e voi di meno, riformiamo la costituzione per blindare la nostra casta, zittiamo i magistrati che pensano di fare il loro dovere, basta con i processi a Berlusconi, continuiamo a far ingrassare le nostre rispettive lobby e finiamo di ingessare la democrazia rendendo il popolo affamato e lobotomizzato. Facendo così terremo tutti per le palle per almeno altri cinquant'anni!

venerdì 27 novembre 2009

Ma in che mani ci siamo messi?

La Guerra Civile del generale abbandonato
di Carlo Tecce


Dentro le stanze c'è l'odore di chi vi abita. E all'ufficio di presidenza del Pdl, una sorta di plastico dove c'è un gruppo di persone/figuranti e un solo pensiero, Silvio Berlusconi ha evocato una persecuzione giudiziaria che porta il paese sull'orlo di una guerra civile.
L'ufficio stampa del Pdl ha smentito. Il presidente del Consiglio era più nervoso del solito, rosso sul viso ricoperto dal trucco. Il secondo tempo di uno sfogo degno del marchio di fabbrica, e quindi pericoloso e allarmante, è bofonchiato ai microfoni come parole in fiore: “I pm vogliono far cadere il governo. Avanti con il processo breve. Basta trasmissioni che fanno guerra al governo”. E poi: riforma della Costituzione per recuperare il Lodo Alfano bocciato.
Più che una guerra civile, la guerra è contro il paese. Domanda retorica: sapete chi è il generale delle truppe libertine?

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E' seguita una decisa presa di posizione del vigile morfeo. Chissà se ha redarguito anche lo psiconano! Forse no... c'è il rischio che salti l'accordo-inciucio con il PDmenoL di BersanDalemViolant!




Ah... Sandro Pertini!

giovedì 26 novembre 2009

Ecco la realtà che troppi italioti* non vogliono vedere


Ecco la realtà che troppi italioti* non vogliono vedere
(*italiani idioti)


QUESTO E' PER LORO:

La Camera archivia Cosentino in due ore
di Marco Lillo


La Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Parlamento italiano ha deciso: Nicola Cosentino non deve essere arrestato. I magistrati hanno impiegato molti anni per raccogliere le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e i riscontri alle accuse di nove pentiti che hanno portato alla formulazione dell'accusa per concorso esterno in associazione camorristica contro il sottosegretario all'economia del Governo Berlusconi. Il primo pentito, Dario De Simone, risale al 1996. La prima richiesta di arresto per il coordinatore del Pdl in Campania è del 17 febbraio 2009.
La richiesta alla Camera del Gip Raffaele Piccirillo arriva solo otto mesi dopo. Le accuse sono contenute in 350 pagine fitte di verbali ma la giunta ha deciso di buttarle nel centino in 1 ora e 50 minuti. Altro che processo breve. Non c'era alcun dubbio in realtà, che sarebbe finita così. Mentre chiedono di reintrodurre la vecchia autorizzazione a procedere che bloccava le inchieste e non solo gli arresti, come accade oggi, i politici italiani continuano a usare questa prerogativa come se fosse un privilegio di casta.
Oggi undici deputati si sono espressi contro l'arresto, sei a favore e uno si è astenuto. Si tratta del radicale Maurizio Turco, eletto con il Pd. In realtà Turco era contrario ma si è astenuto solo per potere poi prendere la parola in parlamento quando, con ovvio esito, l'aula si dovrà esprimere sulla proposta della Giunta. I parlamentari nella storia repubblicana non hanno mai concesso il via libera alla reclusione dei loro colleghi. Anche nei casi nei quali la loro colpevolezza era conclamata. Anche quando, come in questo caso, il fumus persecutionis è davvero impossibile da sostenere. Siamo in presenza di una Procura che non ha indagato su Cosentino per decenni nonostante i verbali pesantissimi risalenti al 1996 di Dario De Simone, un collaboratore credibile per i pm che raccontava già allora di aver incontrato il politico durante la latitanza a casa di un cugino lontano.
L'unico caso di autorizzazione all'arresto risale al 1983, e riguardava un parlamentare anomalo come il leader Toni Negri, candidato dal Partito radicale mentre era in carcere, poi uscito, e infine fuggito prima che la Camera desse il via libera al suo nuovo arresto. E' interessante leggere i resoconti dei lavori di oggi per scoprire con quale faciloneria i parlamentari abbiano archiviato la pratica. Il rappresentante della Lega Nord, Luca Rodolfo Paolini, parla di “metodi da inquisizione spagnola” e di accuse “senza il benché minimo elemento fattuale”. Poi prende la parola Turco (che dovrebbe rappresentare le ragioni degli elettori del PD). Uno si aspetterebbe una difesa delle ragioni della Procura, come quella che poi faranno le colleghe Marilena Samperi e Anna Rossomando, del PD.
Invece Turco prima si dichiara d'accordo “con le asserzioni del collega Paolini” della Lega, anche se sottolinea però che “queste valgono per tutti e non solo per i parlamentari”. In pratica sarebbe meglio non arrestare nessuno. Non solo Cosentino. Dopo avere assolto l'imputato, Turco passa a mettere alla sbarra i veri colpevoli: la legge e i magistrati. “Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa”, sostiene il novello giurista, “è un assurdo logico”. Nonostante la Cassazione dica il contrario da decenni. E poi basta anche con questi pm napoletani. Turco esprime “dubbi sulla professionalità dei magistrati che hanno condotto l'inchiesta”.
Qualcuno, come il presidente Pierluigi Castagnetti, tenta di riportare il discorso sul merito, sulla scandalosa cogestione di politica e camorra sull'affare rifiuti. Ma è inutile. I fatti sono stravolti. Nella sua accorata difesa della settimana scorsa, Cosentino aveva detto ai suoi colleghi di essere indagato da febbraio 2009. In realtà a quella data risale la richiesta di arresto, che presuppone un lasso di tempo precedente per fare gli accertamenti. I componenti della Giunta prendono per buona la bubbola. Anche l'esponente dell'Udc, Domenico Zinzi, di Caserta, vota contro l'arresto.
Conclusivo il discorso Maurizio Paniz del Pdl: “la Giunta non deve entrare nel merito della vicenda ma limitarsi a verificare se la situazione prospettata possa sovvertire le esigenze della sovranità popolare. Ebbene, Nicola Cosentino è stato eletto dal popolo per svolgere la sua funzione parlamentare e di Governo. Un eletto dal popolo non può essere privato della sua funzione senza validi motivi, che in questo caso mancano del tutto”. A prescindere, senza entrare nel merito.



QUESTO E' PER NOI:

Elementari, dal 2010 stop ai libri gratis

Il Governo ha soppresso con la Finanziaria lo stanziamento di 103 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo, «l'ultimo scippo del Governo alle famiglie, alla scuola e agli enti locali».
Lo rende noto Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, chiedendo l'immediato intervento del ministro Gelmini.
«Il ministro Gelmini intervenga immediatamente per porre rimedio a questo ennesimo scippo. La gratuità dei libri nella scuola elementare - ricorda la parlamentare - è prevista per legge dal 1964. Dal 1998 e con le successive leggi finanziarie, fino a quella del 2007 del governo Prodi, la gratuità è stata estesa alle scuole secondarie in forme legate al reddito. Di segno opposto la politica del governo Berlusconi che ha completamente cancellato queste risorse".
Ci sono poi due aspetti gravi di questo ennesimo colpo di mano. Da un lato - osserva Ghizzoni -. "Il governo taglia ancora una volta risorse fondamentali per la scuola e il diritto allo studio e non ha nemmeno il coraggio di farlo alla luce del sole, semplicemente non rinnova lo stanziamento di risorse stabilito dal centrosinistra nel 2007. Dall'altro lato l'esecutivo non toglie il diritto, ma intende scaricarne l'onere sulle famiglie e sugli enti locali».
Secondo l'esponente del Pd, se la Finanziaria non verrà cambiata, «i Comuni verranno privati dello stanziamento e, in base alla leggi vigenti, saranno costretti a erogare i libri gratuiti alla scuola primaria a loro spese». «Non possono scaricare tutti i tagli di Tremonti sui cittadini e sugli enti locali già in difficoltà. Ancora una volta la maggioranza- conclude - si riempie la bocca col federalismo e poi vara misure centraliste che deprimono gli enti locali, ormai considerati dei bancomat dalla maggioranza».


Il PDmenoL parla di tagli alla scuola ma non dice che è una batosta per le famiglie.
Già... la Famiglia è un tema di destra... infatti!

E ancora... Leggi "Meno libri per tutti, tagliati 103 milioni per i più poveri"
di Beatrice Borromeo

QUESTO E' PER VOI:

Elmetto, giacca e cravatta
di Beppe Grillo

E' strano, a volte, come ci si svegli al mattino con delle nuove domande. Interrogativi a cui il giorno prima non si pensava neppure. Ed è inquietante che quelle domande siano così ovvie, solari, di una tale evidenza, che lo stupore ci prende al pensiero che mai, prima d'ora, le avessimo formulate.
Se un sindaco provoca indirettamente la morte per malattie respiratorie a centinaia di suoi cittadini è colpevole? Va condannato per omicidio colposo multiplo aggravato? Se un presidente della Camera firma le leggi Fini-Giovanardi e Fini-Bossi ed è alleato con Berlusconi è un presidente di sinistra? Se un presidente della Fiat tace all'incasso degli aiuti statali e parla, dopo, contro la prescrizione breve è l'uomo di domani? Se uno scrittore anti mafia pubblica i suoi libri per la Mondadori acquisita con la corruzione di giudici è cosa buona e giusta? E allora perché non vi scrivono Marco Travaglio o Lirio Abbate? Se la mafia è al potere il suo compito è quello di combattere i concorrenti della criminalità organizzata presenti sul mercato? Chi autorizza un ministro a chiamare fannulloni i dipendenti statali quando i primi assenteisti sono i parlamentari? Perché nessuno suona l'allarme per il debito pubblico che cresce al ritmo di quasi un miliardo al giorno quando è chiaro che ci porterà alla bancarotta? Se un tizio si fa leggi ad personam da quindici anni in totale impunità è perché servono a tutti, anche alla presunta opposizione? Se Andreotti è prescritto per mafia perché può rimanere in Parlamento? E' forse un mistero della Fede del Vaticano? Lo Scudo Fiscale sarà usato dai parlamentari del Pdmenoelle non presenti al momento della votazione? E, se così fosse, come può saperlo un cittadino? Se un partito non si libera dei suoi condannati e li fa eleggere in Parlamento è perché quei condannati ricattano il capo del partito? Se i condannati in primo grado per vicinanza con la mafia sono eletti senatori è per i voti che portano? Se un parlamentare fa il doppio lavoro, attore, avvocato, amministratore, fa doppiamente schifo? I soldi che toglie ai disoccupati gli tolgono il sonno? Se il nucleare è anti economico chi ci guadagna? Se "Il Fatto Quotidiano" rifiuta i contributi pubblici e vive solo con i soldi dei lettori perché regalare soldi pubblici a Repubblica, Libero e il Corriere della Sera? Se in tutto il mondo si investe sulla banda larga perché Gianni Letta blocca 800 milioni di euro già approvati? Se il digitale terrestre non serve a nulla a chi serve? Se in Italia non c'è il reato di tortura, allora si possono torturare Bianzino, Cucchi e centinaia di poveri cristi? Se la D'Addario è ancora viva e Brenda è morta è perché la prima è protetta e la seconda ha perso il protettore?
L'ultima domanda, che arriva quando ancora sei davanti allo specchio, quella che ti rovina in modo definitivo la giornata, non è nuova, ricorre ogni mattina e non riesci a liberartene: "Fanno più schifo gli italiani o chi li governa?."
Poi ti metti l'elmetto ed esci ad affrontare l'ignoto.



SAPETE CHE NOVA C'E'?


mercoledì 25 novembre 2009

Se il senato dice sì, questa volta la mafia sorride

Con l’emendamento sulla vendita all’asta dei beni confiscati, i boss sarebbero in grado di riprendere tutti i loro beni.
di Nando Dalla Chiesa
" Hanno sempre chiesto tre cose. La fine del carcere duro,
l’affossamento della legge sui collaboratori di giustizia,
o la
riduzione a burla della confisca dei beni.


A ogni interlocutore politico, da quindici anni, i mafiosi hanno presentato questo menu. E il potere vero, quello che mescola ribalta e penombra, non ha mai detto no evangelici. Ha biascicato, talora consigliato. Ha messo la faccia feroce solo sul carcere duro, tanto ci hanno pensato i giudici di sorveglianza e i professionisti dell’ingiustizia clandestina a farne polpette. (...)"


NO ALLA VENDITA DEI BENI CONFISCATI
Firma l'appello: Niente regali alle mafie, i beni confiscati sono cosa nostra




Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.
Oggi quell 'impegno rischia di essere tradito. Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti, prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. E' facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.
La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.
Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Si rafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra"

don Luigi Ciotti
presidente di Libera e Gruppo Abele



Tra i primi firmatari: Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico - Paolo Beni, presidente Arci - Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente - Andrea Olivero, presidente ACLI - Guglielmo Epifani, segretario CGIL - Raffaele Bonanni, segretario generale CISL - Luigi Angeletti, segretario UIL - Francesco Miano, presidente Azione Cattolica - Filippo Fossati, presidente UISP - Marco Galdiolo - presidente US Acli, Paola Stroppiana e Alberto Fantuzzo, presidenti del comitato nazionale Agesci - Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace - Loretta Mussi, presidente di "Un ponte Per" - Michele Curto, presidente di FLARE (Freedom, Legality and Rights in Europe) - Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil - Giuseppe Gallo, segretario generale FIBA Cisl - Carla Cantone, segr. generale SPI-CGIL - Michele Mangano, presidente Auser - Doriano Guerrieri, presidente nazionale CNGEI - Gianpiero Calzolari, Presidente di "Cooperare con Libera Terra" - Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco - Don Nandino Capovilla, coordinatore Pax Christi - Giuliana Ortolan, Donne in Nero di Padova - Giulio Marcon, portavoce campagna Sbilanciamoci - Aurelio Mancuso, presidente Arcigay - Lucio Babolin, presidente CNCA - Fabio Salviato, presidente di Banca Etica - Mario Crosta, Direttore Generale di Banca Etica, Giuseppe Gallo, segretario generale FIBA Cisl - Tito Russo, coordinatore nazionale UDS (Unione degli Studenti), Claudio Riccio, referente Link-coordinamento universitario, Luca De Zolt, rete studenti medi - Sara Martini e Emanuele Bordello - presidenti FUCI, Giorgio Paterna, coordinatore Unione degli Universitari - Umberto Ronga, Movimento Eccesiale di Impegno Culturale.

E inoltre: Nando Dalla Chiesa, Salvo Vitale, Rita Borsellino, Sandro Ruotolo, Roberto Morrione, Enrico Fontana, Tonio Dell'Olio, Pina Picerno, Francesco Forgione, Luigi De Magistris, Raffaele Sardo, David Sassoli, Francesco Ferrante, Rita Ghedini, Petra Reski, Esmeralda Calabria, Vittorio Agnoletto, Vittorio Arrigoni, Giuseppe Carrisi, Jasmine Trinca, Yo Yo Mundi, Sergio Rubini, Modena City Ramblers, Gianmaria Testa, Libero De Rienzo, Livio Pepino, Elio Germano, Subsonica, Vauro, Claudio Gioè, Roberto Saviano, Daniele Biacchessi, Giulio Cavalli, Elisabetta Baldi Caponetto, Moni Ovadia, Ottavia Piccolo, Giancarlo Caselli, Ascanio Celestini, Alberto Spampinato, Salvatore Borsellino, Federica Sciarelli, Haidi Giuliani, Fausto Raciti, Francesco Menditto, Antonello Ardituro, Benedetta Tobagi, Il Coro dei Minatori di Santa Fiora, Simone Cristicchi, Roberto Natale, Agnese Moro, Tana De Zuleta, Lella Costa, Armando Spataro, Maurizio Ascione, Nicola Tranfaglia, Franco Cassano, Marco Delgaudio, Carlo Lucarelli, Alex Zanotelli, Marcelle Padovani, Andrea Occhipinti, Johnny Palomba ...


SUPERATE 20.000 FIRME ON LINE




martedì 24 novembre 2009

Ben felici di veder realizzati i punti del nostro Programma!

A SANTA MARINELLA E SANTA SEVERA
ARRIVA IL WI-FI


Ricevitori per coprire zone diverse della città

Il Wi-Fi raggiunge anche Santa Marinella. L’amministrazione comunale ha infatti accolto con entusiasmo la proposta, presentata dalla Provincia di Roma, di installare i ricevitori wi-fi sul territorio comunale.
Il wi-fi è un dispositivo elettronico, che permette di collegarsi ad internet senza l’utilizzo di cavi e fili elettrici, abituali di ogni personal computer.
Dai primi sopralluoghi, a cui ha voluto partecipare personalmente il Sindaco Roberto Bacheca e l’assessore ai servizi informatici Marco Degli Esposti, i punti in cui installare i ricevitori di segnale sono tre:

1. uno nelle adiacenze della Biblioteca Comunale, così da coprire anche la passeggiata a mare;
2. uno presso il Castello di Santa Severa, così da coprire anche l’adiacente piazzale;
3. uno presso Il Lungomare Capolinaro nelle adiacenze della Sede Comunale.

“Un’iniziativa lodevole – afferma l’assessore Degli Esposti – che permetterà a tanti cittadini, studenti e ragazzi di collegarsi gratuitamente ad internet in diversi luoghi della città.
Per il momento abbiamo scelto tre zone “simbolo” di Santa Marinella e Santa Severa, come il Castello di Santa Severa, la passeggiata a mare ed il Lungomare Capolinaro, dove comodamente seduti su di una panchina ci si potrà collegare ad internet gratuitamente”.
“Abbiamo aderito immediatamente – aggiunge il Sindaco – a questa proposta della Provincia di Roma, considerato che nei prossimi anni potremmo allargare ad altre zone il servizio. Vogliamo una città moderna – continua Bacheca – che offra ai cittadini servizi gratuiti ed allo stesso tempo utili, come il collegamento ad internet senza fili. E la decisione di installare i dispositivi in luoghi frequentati ed all’aperto va proprio nell’ottica di un completo utilizzo del servizio da parte della cittadinanza. Ringrazio la Provincia di Roma che ha inserito Santa Marinella tra le città incluse nel progetto e l’assessore Degli Esposti che subito si è adoperato per l’attivazione del servizio”.

La cerimonia di attivazione dei ripetitori WI-FI si svolgerà
Lunedì 30 Novembre alle ore 15,00
presso il Piazzale del Castello di Santa Severa, alla presenza del Sindaco Bacheca, dell’Assessore Degli Esposti e del Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.

- Uno Notizie Civitavecchia - Roma -



Siamo ben felici di veder realizzati
i punti del nostro Programma!


Ma vogliamo andare avanti nel discorso WiFi ricordando che alla base di tutto c'è sempre una corretta informazione.
Con l'accelerazione data dall'amministrazione e dall'industria nella diffusione del WiFi sono sorti dubbi sugli effetti delle radiazioni elettromagnetiche emesse dalle antenne.
Una puntata di Report aveva esaminato le varie posizioni scientifiche e politiche in Europa. (CLICCA E GUARDA)
Quello che se ne può dedurre, in maniera ampiamente condivisibile, è un invito alla cautela.
Cautela che si può tradurre in:
- Non espandere oltre lo stretto necessario la rete wireless;
- Arrivare agli utenti, specialmente studenti, con reti cablate in fibra ottica;
- Non esporsi per troppo tempo a queste seppur basse radiazioni.
D'altronde c'è da tenere presente che qualsiasi elettrodomestico, anche il più banale, emette radiazioni elettromagnetiche e che il progresso resta tale se lo si utilizza bene e se può portare reali benefici alle persone.

Per concludere: ben venga questa tecnologia anche a Santa Marinella e crediamo che tre antenne siano già sufficienti; altre due al massimo: una in zona Stazione e l'altra in zona Valdambrini. Ma lontane dalle scuole! Piuttosto spingiamo per potenziare la rete in fibra e con una velocità di connessione civile!


Grazie e buona navigazione!



lunedì 23 novembre 2009

Una classe politica "deviata"

“Troppi potenti coinvolti, le fiamme sono un avvertimento”


Intervista di Luca Telese a Luxuria

Luxuria: è stata massacrata dai media e lasciata in mano ai killer. I big tirano un sospiro di sollievo

“Sono stata, purtroppo, profeta di sventura, una... Cassandra...”: e mentre lo dice, per la prima volta l’eloquio tambureggiante e affilato di Vladimir Luxuria si interrompe, annega nell’amarezza. Tono disincantato, a tratti sarcastico, infine la rabbia. Lei l’aveva detto, prima del rogo: “Attenti, Brenda va protetta”.

Vladimir, perché paventava il peggio?

Ma qualcuno di voi ha davvero pensato che Marrazzo fosse il solo? Quel computer immerso nell’acqua è qualcosa di più di un indizio, è un movente.

Volevano tapparle la bocca?

Oh, certo. Il messaggio alle altre trans non ha bisogno di interpreti: state tutte zitte o fate una fine schifosa”.

Quindi lei sospetta di un altro cliente?

C’erano molti clienti eccellenti nella sua agenda, e in quelle delle altre ragazze di via due Ponti. Davvero pensate che Marrazzo fosse il solo?

Lo immagina o lo sa?

(Una lunga pausa) Lo so. Ma non ho prove.

Che tipo di persona bisogna cercare?

Un potente. Uno che ha moltissimo da perdere. Può essere uno degli altri politici o un cliente mafioso.

Lei è rabbiosa, adesso.

“Sì. Ditemi in quale altro paese del mondo un testimone chiave viene trasformato in carne da macello.

È stata penalizzata perché trans?

(Ride amaro) Mi pare evidente. È stata massacrata e data in pasto ai killer: perché era trans... perché era straniera... e perché era una prostituta.

Per sottovalutazione o per velata omofobia?

Pensate all’immagine che si è data di questa comunità: ricattatrici, spacciatrici di droga, sfasciafamiglie. Io so che un potente ha tirato un sospiro di sollievo, voglio sperare che ora si pensi a proteggere anche Natalie.

L’aggressione di pochi giorni fa è collegata?

È evidente. È stato sottovalutato il furto del telefonino. Tutti sottolineavano la notizia della rissa: è stata linciata, questa è la verità. Ci sono due pesi e due misure.

Fra chi?

“In un locale ho incontrato delle trans che mi hanno detto: “Fate vedere le foto dei carabinieri”. E mi chiedo: perché non si fanno vedere? Chissà quante persone, riconoscendoli, potrebbero contribuire alle indagini.

Pensa che si voglia tutelarli più del dovuto?

Di Brenda, che non era indagata, conoscevamo il viso, sapevamo il nome, l’indirizzo, persino la misura del seno. Di loro, sospetti di ricatto, nulla. Un garante della privacy... a facce alterne.

Dietro questa violenza si nasconde altro?

C’è un sovrappiù di efferatezza che è indice di qualcosa di più complesso.

Ovvero?

Di un rapporto schizofrenico con le trans. C’è una certa antropologia fatta di uomini di potere che li usano e li odiano allo stesso tempo.

Perché secondo lei?

Più stanno bene nel rapporto sessuale, più sviluppano rancore tornando alla vita di facciata, all’aplomb di irreprensibilità apparente. Il timore di vedere la carriera infranta, essere scoperti, produce rabbia e odio.

Cosa consiglia alle trans?

Capisco che dipende da una voglia di riscatto, ma smettano di vantarsi delle loro conquiste.

Cosa bisogna fare per Brenda?

Un piccolo gesto di carità che troppo spesso viene negato. Concederle il funerale in Chiesa se lo a chiesto.

Noi sosteniamo Antonio Tabucchi!


Noi sosteniamo Antonio Tabucchi!



Appello

Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indipendenti, indisciplinati, che osino, che provochino, che disturbino. È così per quegli scrittori per cui la libertà di penna è indissociabile dall’idea stessa di democrazia. Da Voltaire e Victor Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto tali libertà debbono al libero esercizio del diritto di osservare e del dovere di dare l’allarme di fronte all’opacità, le menzogne e le imposture di ogni tipo di potere. E l’Europa democratica, da quando è in costruzione, non ha mai cessato di irrobustire la libertà degli scrittori contro ogni abuso di potere e le ragioni di Stato.

Ma ora accade che in Italia questa libertà sia messa in pericolo dall’attacco smisurato di cui è oggetto Antonio Tabucchi. Il presidente del Senato italiano, Riccardo Schifani, pretende da lui in tribunale l’esorbitante somma di 1 milione e 300 mila Euro per un articolo pubblicato su “l’Unità”, giornale che, si noti, non è stato querelato. Il “reato” di Antonio Tabucchi è aver interpellato il senatore Schifani, personaggio di spicco del potere berlusconiano, sul suo passato, sui suoi rapporti di affari e sulle sue dubbie frequentazioni – questioni sulle quali costui è riluttante a dare spiegazioni. Porre domande sul percorso, la carriera e la biografia degli alti responsabili delle nostre istituzioni appartiene al necessario dovere di interrogare e alle legittime curiosità della vita democratica.

Per la precisa scelta del bersaglio (uno scrittore che non ha mai rinunciato a esercitare la propria libertà) e per la somma richiesta (una cifra astronomica per un articolo di giornale), l’obiettivo evidente è l’intimidazione di una coscienza critica e, attraverso tale intimidazione, far tacere tutti gli altri. Dalle recenti incriminazioni contro la stampa dell’opposizione, fino a questo processo intentato a uno scrittore europeo, non possiamo restare indifferenti e passivi di fronte all’offensiva dell’attuale potere italiano contro la libertà di opinione, di critica e di interrogazione. Per questo testimoniamo la nostra solidarietà a Antonio Tabucchi e vi chiediamo di unirvi a noi firmando massicciamente questo appello.




L'opposizione dura del PD!

No B-day


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Da Il Fatto Quotidiano del 22 novembre 2009

venerdì 20 novembre 2009

Bakekaaaaaaaa!!!


Le immagini dell’orrore

TVN PIENA DI RIFIUTI
POST COMBUSTIONE ABBANDONATI


Questo è il "carbone pulito"?

Ma questa è cenere?

Ma questo è zolfo e calcare?

Clamoroso e inquietante video diffuso da Simona Ricotti e Alessandro Manuedda: rifiuti e polveri movimentate all’aria aperta dentro Tvn e portate chissà dove. La Procura della Repubblica sta indagando

CIVITAVECCHIA – Dopo le foto il video. E le immagini che, dopo quelle della scorsa settimana, arrivano oggi dal cantiere di Torre Valdaliga Nord sono ancora più inquietanti. A diffonderle sono stati questo pomeriggio il Consigliere comunale Alessandro Manuedda e l’esponente del Forum Ambientalista Simona Ricotti, la cui denuncia è di quelle che fanno rabbrividire e che impongono, stavolta, una presa di posizione chiara e inappellabile da parte dell’Enel e del Comune; soprattutto nel momento in cui la Procura della Repubblica ha aperto una indagine sul video in questione e su quanto da esso è possibile vedere: mucchi di rifiuti, di qualunque tipo, in un’area non precisata ma comunque interna al cantiere della centrale e movimentazione di merci, polveri e sostanze in gran quantità e in totale assenza di sicurezza ambientale. Il video non è databile, ma le semplici immagini bastano ad accertare una palese violazione di legge da parte dell’Enel: la movimentazione di rifiuti, polveri e sostanze in ambiente aperto all’interno del cantiere, quando sia la Valutazione di Impatto Ambientale che la conferenza dei servizi per l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale impongono espressamente all’azienda elettrica che ogni operazione di materiale avvenga in ambienti chiusi e senza alcuna dispersione atmosferica. A questo dato di fatto si affianca poi un interrogativo, allarmante e che necessita chiarimenti, laddove nelle immagini si vedono chiaramente dei camion raccogliere ingenti quantità di materiale e polveri e trasportale via dal cantiere.

Il video infatti, come già le foto pubblicate dalla nostra Redazione, è giunto a Simona Ricotti in forma anonima per essere poi consegnato dalla stessa alla Procura. <Ritengo che queste immagini, come le foto pubblicate da Centumcellae News, possano essere state realizzate soltanto da qualcuno che opera ed ha libero accesso dentro la centrale – ha proseguito la Ricotti - dunque da qualche lavoratore che comincia finalmente a preoccuparsi delle condizioni di sicurezza ambientale in cui è costretto ad operare, tanto da denunciare quello che avviene all’interno del cantiere di Tvn. Il fatto poi che lo faccia in forma anonima dimostra come in centrale regni un clima di intimidazione ormai inaccettabile. L’invito che facciamo a chi può avere altre notizie su questi gravissimi fatti, dunque, è quello di uscire allo scoperto e di collaborare alle indagini>.

Chissà che nel frattempo anche Comune ed Enel si sveglino.

Per vedere il video clicca qui

Marco Galice

giovedì 19 novembre 2009

In difesa dell'acqua pubblica

Eau de Paris, merde d'Italie



In Italia siamo sempre in leggera controtendenza.
In Francia, a Parigi l’acqua ritornerà pubblica dal primo gennaio 2010. Il sindaco Bertrand Delanoe non ha rinnovato i contratti con le multinazionali Veolia e Suez . L’acqua sarà gestita da un ente pubblico: “Eau de Paris”. Il risparmio per i parigini sarà di almeno 30 milioni di euro all'anno.
In Italia, il non-Parlamento ha trasformato in legge un decreto che rende privata l'acqua pubblica. La legge Ronchi stabilisce che la quota di capitale pubblico delle società che gestiscono l'acqua non sia superiore al 30%.
L'acqua è un diritto naturale dell'uomo. Non un business. Ovunque la gestione dell'acqua sia stata privatizzata, il suo prezzo è aumentato, raddoppiato, triplicato.
Di chi è l'acqua? E' nostra, dei nostri comuni, delle nostre regioni. E' la pioggia che cade dal cielo. Le multinazionali e chi ha votato la legge Ronchi possono andare a fanculo. Loro hanno fatto la legge? Lancerò un referendum abrogativo. Il prossimo V-day sarà per l'acqua, per la nostra vita. In primavera, dopo le elezioni. Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Riporto il testo di una intervista telefonica che ho rilasciato a Radio Bruno nei giorni scorsi:

Matteo Incerti: "Beppe Grillo, l’acqua pubblica è praticamente in fortissimo pericolo?"
Beppe Grillo: "Guardate, qui le truffe, più che pubblico privato, sono sulla semantica di che cosa vuole dire pubblico e di che cosa vuole dire privato: bisogna stare molto attenti, perché la reazione, quando tu dici “vogliamo l’acqua pubblica”, loro ti dicono “ma è pubblica: le fonti rimangono di proprietà pubblica, dai la gestione al privato con un 30 /40% di pubblico nella gestione e allora di che cosa vi lamentate? L’acqua rimane di proprietà pubblica e la gestione è privata”. Questa è la trappola infernale perché, chi determina la situazione di mercato, è chi gestisce e non la proprietà della fonte. Sono i tubi, è la distribuzione dell’acqua. E’ come per l’energia, è la stessa cosa: chi detiene i tubi, i fili, detiene l’effettiva proprietà. Un’altra distinzione che bisogna fare è che, quando una società diventa una società per azioni e gestisce l’acqua di una Provincia, di un comune, di una città o di una Regione, è scalabile e quindi una società per azioni che gestisce l’acqua può essere comprata e c’è un’altra situazione: che chi gestisce effettivamente la società per azioni non è che abbia la maggioranza delle azioni pubblico/private, 49 e 51%, non c’entra nulla chi gestisce il pacchetto di controllo. Vi ricordate che il Tronchetto dell’infelicità gestiva la Telecom con lo 0-0,8% della proprietà delle azioni?
Un’altra cosa, la cosa incredibile è che la società per azioni ha dei punti di riferimento che non sono gli utenti dell’acqua, ma i suoi azionisti e conseguentemente deve andare a fare profitti, tirare su le azioni, vendere tubature rotte, non fare riparazioni, alzare il prezzo dell’acqua. Dove c’è stata una gestione privata c’è stato un aumento del prezzo, ci sono stati dei casini. L’acqua non è solo quella che si beve, ma è quella che si distribuisce in tutti i sensi, bisogna fare una riforma sostanziale del concetto di acqua, come si costruisce una casa e quindi l’acqua gestita nelle case con la doppia tubazione e il recupero dell’acqua piovana, l’acqua che va nelle lavatrici e nelle lavastoviglie per il primo lavaggio, poi va nello scarico dei gabinetti, l’acqua in agricoltura, dove se ne spreca il 70%. Il 70% dell’acqua potabile va in agricoltura, metà va sprecata con una gestione incredibile e anti-tecnologica. L’acqua è dietro qualsiasi tipo di energia, qualsiasi cosa si fa con l’acqua, una macchina 400.000 litri, un abito 40.000 litri, un’aranciata 10 litri, c’è sempre dell’acqua dietro qualsiasi cosa, per cui l’acqua è la cosa principale insieme all’energia. E' l’energia del futuro e bisogna assolutamente che la parola privato scompaia dalla gestione, dalla proprietà e dalla parola acqua! Privato e acqua sono due ossimori, non si dovrebbero mai incontrare! L’acqua va gestita pubblicamente, è di proprietà pubblica, attraverso una rete trasparente: qualsiasi spesa sugli acquedotti, sulle tariffe e sugli aumenti va giustificata attraverso la rete ai cittadini, i quali faranno le proposte, faranno loro le tariffe o faranno una discussione sulle tariffe, cioè una discussione trasparente sui prezzi, sulla manutenzione, sui costi reali insieme ai cittadini, questa è la gestione del futuro dell’acqua!"

Beppegrillo.it

mercoledì 18 novembre 2009

Influenza A, la truffa suina

E noi paghiamo... di tasca e con la salute!

Gennaio 2009. I laboratori della Baxter situati a Orth-Danau sintetizzano materiale virale, presumibilmente destinato alla produzione di vaccini contro l'influenza A, inoculandovi una miscela tra il virus influenzale stagionale H3N2 e il virus H5N1, altrimenti detto: aviaria. Una vera e propria bomba ecologica, perché il virus dell’aviaria uccide sul serio, ma ha una bassa capacità di contagio, mentre l’H3N2 fa ridere i polli, ma si diffonde con la velocità di un raffreddore: la ricombinazione genetica tra i due selezionerebbe la mutazione più favorevole, per il virus. La popolazione umana invece ne uscirebbe con tutta probabilità decimata. A meno che, certo, non fosse già pronto un bel vaccino sugli scaffali. Da comprare. Le quotazioni in borsa della Baxter volano letteralmente.

Febbraio 2009. La Avir Green Hills Biotechnology, di stanza a Vienna, riceve grossi quantitativi del materiale virale e lo gira a ditte subappaltatrici in Repubblica Ceca, Slovenia e Germania. Caso vuole che il laboratorio ceco non si fida ed inocula il materiale della Baxter ai furetti che sono soliti fare da cavia. I furetti muoiono, tutti. Le quotazioni in borsa della Baxter crollano.

Sotto indagine, la Baxter rifiuta di dare spiegazioni dettagliate. Dice che sarebbe costretta a svelare troppi segreti industriali. Io non posso usare neppure un algoritmo di criptaggio troppo sofisticato perché non è legale, e se arrivano i carabinieri possono sequestrarmi pc, hard-disks, chiavette usb, il forno a microonde e qualsiasi aggeggio sospettato di poter immagazzinare dati. Le case farmaceutiche, che giocano con la vita di miliardi di persone, possono invece rifiutarsi di parlare in nome dei segreti industriali?
Sì, possono. Tanto che proprio la Baxter risulta essere uno dei produttori di vaccini contro l'influenza suina, la A/H1N1. I cechi, che non ci vedono ma non sono per niente fessi, si rifiutano di comprarli, motivando che alla Baxter non sono in grado di garantire che il vaccino sia sicuro e che non si capisce chi dovrebbe farsi carico dei rischi per i possibili effetti collaterali. Effetti collaterali di cui non esiste traccia da nessuna parte. Tutti i farmaci ne hanno, dai più gravi ai più lievi. Quelli più innocui, piuttosto che niente ti provocano il solletico, così: giusto per non sfigurare. Invece i vaccini contro la suina sono il farmaco perfetto: non hanno nessun effetto collaterale, o perlomeno i governi seri, che si informano preventivamente per garantire la salute dei proprio cittadini, non sono riusciti a farseli consegnare.

In compenso, lo Stato italiano ha chiuso un contratto da oltre 24 milioni di euro con la Novartis e si rifiuta di mettere a disposizione di tutti il contratto di fornitura. Tutto quello che si sa è che manca un parere tecnico, che i 24 milioni saranno pagati anche se la Novartis non dovesse ottenere l'autorizzazione alla commercializzazione o se la consegna dovesse tardare, che non è prevista nessuna penalità per la Novartis e che il contratto è stato secretato, sottoposto alle stesse emergenze previste per eventi calamitosi di natura terroristica. La vaccinazione, inoltre, è stata tolta dalle mani del Ministero della Salute e messa in quelle di Bertolaso.
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Attenzione: Aggiornamento!
Abbiamo recuperato il contratto secretato, siglato il 21 agosto 2009
tra il Ministero del Lavoro, delle Politiche Sociali e della Salute
e la Novartis Vaccines and Diagnostics S.r.l. Scaricalo qui:
Contratto sull'acquisto di 24 milioni di dosi di vaccino
(*) Grazie al Codacons, a Carlo Rienzi e a Ivano Borsato per la segnalazione
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Tutto questo per una banale influenza più leggera di quella stagionale, che ha causato in tutto il mondo un numero infinitamente inferiore di morti? Conosco barzellette migliori. Cosa si diranno la sera, a tavola, il Ministro Sacconi e la moglie Enrica Giorgetti, Direttore Generale di Farmindustria? Potremmo, in via cautelativa e prudenziale, essere indotti a esprimere una lieve perplessità, da addurre con formula dubitativa, esitativa, interrogativa e sbalorditiva, circa l'eventualità che si possano individuare gli estremi per pensare ad un ipotetico ...conflitto di interessi? Ecco, l'ho detto...

La Corte dei Conti il 21 settembre 2009, nel tentativo di fare un po' di chiarezza, ha emanato la delibera n.16/2009/P. Ha rilevato una serie di irregolarità, ma si è scontrata contro la trattativa riservata e il muro di gomma della secretazione. Perché tutto questo mistero? Cosa c'è da nascondere? Vogliamo sapere dove finiscono i nostri soldi, perchè e a quali condizioni. E non sarebbe male anche sapere perché le vaccinazioni sono snobbate perfino dal personale medico e infermieristico. Qualcuno ricorderà che anche Paolo Grossi, infettivologo di chiara fama, aveva dichiarato a Byoblu.Com che non avrebbe fatto vaccinare i suoi figli.

Nel frattempo, a testimonianza di come dovrebbe operare un Ministero della Salute serio, eccovi l'intervento di Ewa Kopacz, omologo del nostro Sacconi al parlamento polacco.

Io voglio un ministro della salute così.

Intervento del Ministro della Sanità al parlamento polacco: Ewa Kopacz

5 novembre 2009

Vorrei dire che la mia priorità durante i miei vent'anni di pratica medica è sempre stata : "prima di tutto non fare del male". Ho portato con me questa regola al Ministero della Sanità. Se mi dovessi trovare nella situazione di raccomandare un farmaco a qualcuno, credo come ogni altro medico, penserei: darei questo farmaco alla mia anziana madre, oppure a mio figlio? E’ esattamente questo modo di ragionare che mi rende estremamente cauta e mi spinge sempre a compiere doppie verifiche su qualsiasi informazione che riguardi un farmaco che il Ministero della Salute si accinge a raccomandare ad ogni cittadino polacco, a milioni di cittadini polacchi che non hanno la preparazione, nel campo della medicina, che ha un ministro e che ha un esperto, il professor Brydak, che ha lavorato sull’influenza per oltre 40 anni.

Il professor Brydak lavora in uno dei 189 centri di ricerca sull’influenza sparsi in tutto il mondo. Uno di questi è proprio in Polonia. Chi potrebbe dunque accusarci di non avere sufficienti conoscenze sull’influenza? E’ possibile dubitare dell’opinione di un professore che ha lavorato sull’influenza per oltre 40 anni, e non certo su un solo tipo di influenza, e che ha pubblicato centinaia di articoli sulla materia? Ho più che altro una sola fondamentale domanda: vogliamo combattere la pandemia di influenza?

Oggi conosciamo bene gli accordi che altri, i governi di paesi più ricchi del nostro, hanno stipulato con i produttori di vaccini. Sappiamo anche cosa è stato proposto alla Polonia. Le trattative sono in corso e non posso parlarne adesso, ma posso dire una cosa: il nostro dipartimento legale ha trovato almeno 20 punti dubbi in questi accordi. Ora, qual è il dovere di un Ministero della Sanità? Concludere accordi che facciano l’interesse dei cittadini oppure siglare accordi che facciano l’interesse delle case farmaceutiche?

So che ci sono tre vaccini disponibili oggi sul mercato, realizzati da tre produttori diversi. Ognuno di loro ha una differente quantità di sostanze attive, non è strano che siano trattati tutti alla stessa stregua? Non è dunque ragionevole che il Ministero della Salute e i suoi esperti nutrano alcuni dubbi in proposito? E’ possibile che uno di questi, magari quello con una quantità inferiore di sostanze attive, sia solo acqua fresca, alla quale attribuiamo il potere di curare l’influenza? Dovremmo pagare per questo? Abbiamo già altri esempi: la Germania ha acquistato 50 milioni di dosi, di cui solo il 10% è stato finora utilizzato. Solo il 13% dei tedeschi vuole assumere questa cura miracolosa subito, ma è un dato fortemente atipico perché i tedeschi hanno una percentuale di cittadini che si vaccinano molto alta, cioè se in Polonia si vaccinano 52 persone ogni 1000 abitanti, in Germania lo fanno in 238, ovvero il 23%. Quindi, come mai solo il 13% dei tedeschi vuole farsi iniettare il vaccino contro la suina e non il 23% come accade solitamente per l’influenza stagionale? Il loro governo ha comprato il vaccino, lo ha reso disponibile gratuitamente e loro non lo vogliono? Cos’è successo? Questo dato potrebbe indurci ad un ripensamento sull’acquisto del vaccino, un farmaco pressoché segreto, oppure no?

Ci sono siti web nei quali i produttori di vaccini sono obbligati a pubblicare gli effetti collaterali della vaccinazione. Le vaccinazioni in Europa sono iniziate il 1° di ottobre 2009. Vi invito a visitare uno qualsiasi di questi siti web e a trovare un qualsiasi effetto collaterale indesiderato. Cercate la conseguenza più trascurabile, trovatene anche solo una, come una piccola reazione allergica sulla pelle. Può succedere anche utilizzando il farmaco più sicuro al mondo. Non esiste un solo effetto collaterale: hanno inventato il farmaco perfetto! E, visto che il farmaco è così miracoloso, come mai le società che lo producono non vogliono introdurlo nel mercato libero e assumersene la completa responsabilità? Perché non dicono “Meraviglioso! E’ un farmaco totalmente sicuro, quindi me ne assumerò io la responsabilità, lo metto sul mercato e tutto sarà chiaro e trasparente”, invece di addossare questo peso sulle nostre spalle, le spalle degli acquirenti?

Non abbiamo risultati di test clinici, nessun elenco di ingredienti e nessuna informazione sugli effetti collaterali. I vaccini sono arrivati al quarto stadio di controllo - controlli molto brevi a dire il vero – e ancora non abbiamo queste informazioni. Inoltre, il controllo sulle persone è stato molto piccolo: un tipo di vaccino è stato testato solamente su 160 volontari tra i 20 e i 60 anni, non infetti. Un altro tipo di vaccino è stato testato su 600 volontari tra i 18 e i 60 anni, tutti in perfetta salute. E’ un buon metodo questo? Mi rivolgo specialmente ai dottori presenti in questa sala: per me non è abbastanza sicuro. Io voglio essere molto sicura nel raccomandare questo vaccino. E’ una nostra competenza: durante la fase di negoziazione dobbiamo prenderci il tempo che ci serve ed utilizzarlo per scoprire quanto più possibile su questo farmaco. Poi, se la commissione sulla pandemia accetterà il vaccino, allora e solo allora lo compreremo.

Inoltre, ci sono 1 miliardo di persone con l’influenza stagionale ogni anno in tutto il mondo. Un milione di persone muoiono ogni anno, sempre per l’influenza stagionale, su scala mondiale. Non sono statistiche di un anno o due, ma dati raccolti in anni ed anni di osservazioni. E’ mai stata annunciata una pandemia a causa dell’influenza stagionale? Tra l’altro, l’influenza stagionale è molto più pericolosa di quella suina: causa molti più decessi e complicazioni più gravi. E’ mai stata dichiarata una pandemia per questo? A quelli che mi spingono a comprare il vaccino voglio chiedere: come mai non avete gridato e sbraitato l’anno scorso, due anni fa e nel 2003? Nel 2003 abbiamo avuto 1 milione e 200mila polacchi con l’influenza stagionale. In quell’occasione, per caso qualcuno in quest’aula ha gridato “Compriamo il vaccino per tutti!”? Non riesco a ricordarmene.

Da ultimo vorrei dire una cosa. Lo Stato polacco è molto saggio, i polacchi sanno distinguere la verità dalle balle con molta precisione. Sono anche in grado di distinguere una situazione oggettiva da una truffa.


Inoltre il vaccino può contenere sostanze tossico-nocive!

Non ci credete? Allora leggete questo:


H1N1: il Sindacato Autonomo di Polizia chiede un vaccino senza veleni


E adesso cari lettori divulgate questa notizia con ogni mezzo possibile, scrivete mail a tutti i giornali locali e nazionali e costringeteli ad interessarsi della questione affinchè venga sollevata la questione e venga informata la popolazione.

Leggi il dossier sull'influenza suina ed i vaccini tossici.
Leggi e diffondi il dossier della dottoressa Forcades Vila.
Leggi e diffondi il dossier di J. J. Crèvecoeur e soprattutto metti in opera quanto da egli suggerito come piano di azione.

Influenza suina e vaccini tossici: scaricate e diffondete il dossier

lunedì 16 novembre 2009

SOMMERGIAMOLI DI MAIL!

SANTA4U ci segnala questa importantissima iniziativa

ACQUA BENE COMUNE

Aggiornamenti iter Art. 15 dl 135/09
e mail bombing deputati (16 e 17 Novembre)



Salve,

al seguente link trovate tutto l'iter parlamentare del dl 135/09 (con focus su Art. 15) (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article6742): schede sul decreto del Servizio Studi della Camera, i resoconti delle sedute della Commissione Affari Costituzionali della Camera e gli emendamenti presentati.
Da leggere con attenzione il resoconto della seduta del 12 Novembre (da pag. 6 a pag. 18 del file Resoconti Comm. Aff. Cost. Camera .pdf), quando la discussione è entrata nel merito del decreto e degli emendamenti. Si riesce a capire bene quanto sia profonda l'ignoranza in materia e come al centro dello scontro ci sia quasi esclusivamente l'Art. 15 e il servizio idrico.
Il presidente della Commissione aveva richiesto la presenza del Ministro Ronchi (in particolare per l'Art. 15), che però, almeno per la prima parte, è stato impossibilitato a partecipare per altri impegni. Era presente il Ministro Fitto.
Questo rende l'idea di quanto temano possibili "imboscate", infatti in Commissione al Senato non era stata richiesta la presenza di alcun Ministro.
Anna Maria Bernini Bovicelli (PdL), la relatrice, ha invitato al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, avvertendo che, diversamente, il parere deve intendersi contrario.
C'è inoltre un passaggio che riguarda gli affidamenti "in house" che a me rimane oscuro (pag. 14 stesso file - Intervento di Zeller e risposta di Ronchi).
Comunque, tutti gli emendamenti sono stati respinti, probabilmente diversi verranno ripresentati in aula.
In sostanza: il PdL mente spudoratamente sui reali motivi che hanno portato a questo decreto, l'Udc supera a destra il PdL, il Pd fa la solita finta opposizione e l'IdV stenta ad essere credibile come difensore dell'acqua.
In conclusione, un'altra buia pagina per il nostro paese.
Lunedì alle ore 14.00 inizia il dibattito in aula alla Camera: SOMMERGIAMOLI DI MAIL!

Lunedì 16 e Martedì 17 Novembre

"mail bombing" su tutti i Deputati





Un saluto.
Paolo Carsetti

La politica cazzara

Dal "mammataxi" alla baby finanza la micropolitica di Montezemolo
di ALBERTO STATERA


Come evitare che col federalismo fiscale esploda il debito pubblico o come riciclare milioni di lattine? Come far riprendere a funzionare appieno l'Università dell'Aquila dopo il terremoto o rimettere in circolo per chi ne ha bisogno i prodotti alimentari in scadenza dei supermercati? Come far conoscere alla gente le biografie delle migliaia di candidati che si presentano a tutti i tipi di elezioni, come costruirsi una casa di bambù o creare il servizio "Mammataxi" per portare i pupi al nuoto? La Fondazione Italia Futura, presunto covo di (presunti) "poteri forti" pronti a commissariare la politica sotto le insegne di Luca Cordero di Montezemolo, Corrado Passera e altri potenti "non legittimati dal voto popolare", se ha grandi progetti politici, come temono in molti, per ora non lo dà a vedere.
Parte dal piccolo, anzi dal "micro". Nessun manifesto politico in vista delle elezioni regionali del prossimo marzo, con tutto quello che comportano per i periclitanti assetti nazionali, nessuna discesa in campo dell'ex presidente della Confindustria sospettato di trame "macropolitiche". Ma un concorso che fa persino un po' di tenerezza, intitolato "Accade domani, premio per le innovazioni e le idee". Trentamila euro in palio per la realizzazione dell'idea di "micropolitica" più brillante.
Il direttore della Fondazione Andrea Romano lo ha progettato - dice - per sondare i grandi "giacimenti di creatività civile" che sarebbero nascosti in questo paese soffocato dalla politica politicante. Anzi dalla "politichetta" da avanspettacolo delle promesse vacue, dei vaniloqui, degli spettacolini televisivi, del Parlamento espropriato, delle leggi e leggine ad personam.
Senza scomodare Stein Rokkan, sociologo svedese che insegnava a Bergen e implementò l'uso delle tecnologie informatiche nelle scienze sociali, e men che meno Popper o Buchanan e la metodologia individualistica, la fondazione montezemoliana ha preso atto che finché la politica era dominata dalle grandi ideologie e dai partiti di massa che ne erano portatori, la micropolitica sembrava inadeguata. Ma oggi la politica è fatta di interessi più che di ideologie, di qualità della vita e giardinetti, di quartieri e trasporti cittadini, di Rom e sicurezza notturna nei garage cittadini, di bollette della luce e del gas.
Insomma, più che al Pil, Prodotto interno lordo, la "ggente" si appassiona al Fil, Felicità interna lorda, mito tanto agognato quanto lontano. Non tanto in una logica bi-partisan, ma post-partisan. Una logica che spesso si rivela concreta e al tempo stesso utopistica. Come dimostrano i progetti ricevuti dalla fondazione montezemoliana, il migliore dei quali sarà premiato con i 30mila euro a fine mese.
Dall'estate scorsa ne sono arrivati quattrocento, nessuno dei quali a occhio e croce influenzato dal fondatore della Nouvelle Droit Alain De Benoist, teorizzatore dell'impegno diretto rispetto alla "metapolitica". I più provenienti da quei "giacimenti di creatività" di cui si dice convinto Romano, che dovrebbero volgere in positivo l'età dell'antipolitica che ha fatto irruzione con la disarticolazione del sistema dopo Tangentopoli e l'affermazione della "nanopolitica" del berlusconismo.
I progetti spaziano dal "Parlamento dei giovani", il "primo social network al mondo i cui utenti possono dialogare con le istituzioni", al copyright delle opere digitali, presentato come il modo per bypassare gli addetti ai lavori per chi non ha "santi in paradiso", cioè non è magari un autore amato dalla Mondadori; dal "Salvagente", il network per salvare le persone dalle calunnie, alla "Radiolina", la radio per sostenere le esigenze dei bambini, che peraltro ha già sviluppi successivi, non entrati in concorso, come "Stronzidapiccoli", un sito e un ciclo di conferenze nelle scuole che dovrebbe insegnare ai ragazzini i segreti della finanza, per difendersi in un mondo di truffatori alla Madoff, o dai tanti epigoni nazionali, e magari pure per diventare ricchi.
Una politica piccola, ma non sempre banale, incardinata sugli interessi e le decisioni dei singoli. I fenomeni politici affrontati con azioni di individui, con gradi minimi di complessità sociale e di istituzionalizzazione, come sostiene il professor Raffaele De Mucci, autore di uno dei pochi testi italiani sulla "micropolitica".
Così, mentre si ristruttura il centro politico con Casini e Rutelli, la fondazione montezemoliana indaga meritoriamente nella creatività civile, che spazia non solo sull'uso del web per la "Realdemocracy", ma anche su come produrre energia elettrica dal moto ondoso dei laghi e dell'Adriatico, o su dove collocare il "Giardino dei pensieri". Comunque, per ora, la Fondazione dei poteri forti non sembra impensierire la politica politicante.