lunedì 10 maggio 2010

Un paese che sprofonda sempre di più nella merda

Questi non sono uomini delle Forze dell'ordine... sono bestie da espellere
(senza offesa per gli animali)



Un ragazzo esce di casa in motorino con un amico, un poliziotto si avvicina, scoppia un diverbio e l'agente comincia a picchiarlo. Fa discutere il video amatoriale diffuso dal Tg3 che mostra le immagini del pestaggio di Stefano Gugliotta, 25enne romano ora in carcere per resistenza a pubblico ufficiale, avvenuto la sera del 5 maggio mentre, poco lontano, si concludeva la finale di Coppa Italia tra Roma e Inter. Secondo i familiari del ragazzo si è trattato di uno scambio di persona: la polizia lo avrebbe ritenuto un ultrà romanista responsabile di scontri con le forze dell'ordine. Il ragazzo, che secondo il padre ha perso un dente e presenta numerose ferite, è ancora in carcere. «Quando sono stato portato in cella mi è stato chiesto di firmare un foglio con una X già sbarrata, dove si leggeva che avrei rifiutato visite mediche supplementari, ma mi sono opposto. Solo dopo ho potuto firmare un foglio con le caselle ancora vuote», fa sapere dal carcere. «Non riesco a capire perchè gli agenti mi sono venuti addosso», ha detto il giovane al senatore Idv Pedica precisando che prima di scendere da casa, aveva «bevuto due o tre birre». Le condizioni di salute di Stefano, al quinto giorno in cella, non sono drammatiche, ma ha «necessità di cure- dice il suo legale-. È abbastanza dolorante in varie parti del corpo e dal punto di vista psicologico è abbastanza provato».

Questo non è un uomo dell'informazione ... ma una zecca da espellere
(senza offesa per le zecche)


Fede si scaglia contro Saviano: «Non è un eroe, non se ne può più»
"E' di una gravita' inaudita l'attacco di Emilio Fede nei confronti di Roberto Saviano: Fede dovrebbe sapere che lo scrittore campano e' stato minacciato di morte per il suo coraggio nella denuncia della criminalita' organizzata e dovrebbe essere a conoscenza del fatto che il giornalista vive blindato e non ha piu' una vita personale". E' quanto sottolinea il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando, commentando l'intervento del direttore del Tg4 sull'autore di 'Gomorra' Roberto Saviano. "Anche i quattro gatti che continuano a vedere la pantomima serale di Emilio Fede - continua l'esponente di Italia dei valori - non ne possono piu': ma di lui. Il conduttore del Tg4 dovrebbe limitarsi a passare le veline di palazzo Chigi... E' veramente segno del degrado del nostro Paese che non sia un politico corrotto o colluso ad attaccare quanti denunciano, attraverso l'informazione, il sistema criminale mafioso, ma che questo attacco venga proprio da chi, essendo giornalista, dovrebbe avere rispetto per la liberta' di informare o denunciare. L'Ordine dei Giornalisti esiste ancora? - si chiede Leoluca Orlando - Se c'e', batta un colpo!".

domenica 2 maggio 2010

Ah, già... ieri era il 1° Maggio...

Con questi personaggi non conteremo mai un kazz!

Time: Napolitano una delle persone meno "influenti" al mondo
"Prende le decisioni, e Silvio Berlusconi le ignora. E' piuttosto divertente", dice Time nella descrizione del presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato indicato dal settimanale d'informazione Usa Time come una delle persone meno "influenti" del mondo, in compagnia del presidente russo Dmitri Medvedev.

La lista diffusa oggi, indica le persone fisiche e le istituzioni meno importanti del 2010 secondo il giornalista del Time Joel Stein.

In campo politico, il Time indica in questa lista anche il presidente deposto del Kirghizistan Kurmanbek Bakiyev, l'ex primo ministro belga Yves Le Terme e John Edward, candidato democratico alla vicepresidenza Usa nel 2004.

Nessun italiano figura invece nel novero delle persone più influenti del mondo nel 2010, che comprende tra gli altri il presidente Usa Barack Obama, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Kahn, il primo ministro turco Tayyip Erdogan e il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ma anche l'attore Ben Stiller, il calciatore Didier Drogba, la cantante Lady Gaga e il fondatore di Apple Steve Jobs.

"Prende le decisioni, e Silvio Berlusconi le ignora. E' piuttosto divertente", dice Time nella descrizione del presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.


Continuiamo a farci del male, dai!

giovedì 22 aprile 2010

25 aprile: Nuova Resistenza

25 aprile: Nuova Resistenza...
liberiamo i rubinetti!




ACQUA: NON MERCE MA BENE COMUNE!
Verso il Referendum... FIRMIAMO!


Questo è l’anno dell’acqua, l’anno in cui noi italiani dobbiamo decidere se l’acqua sarà merce o diritto fondamentale umano.
Il 19 novembre 2009, il governo Berlusconi ha votato la legge Ronchi , che privatizza i rubinetti d’Italia. E’ la sconfitta della politica, è la vittoria dei potentati economico-finanziari. E’ la vittoria del mercato, la mercificazione della ‘creatura’ più sacra che abbiamo:’sorella acqua’.
Questo decreto sarà pagato a caro prezzo dalle classi deboli di questo Paese, che, per l’aumento delle tariffe, troveranno sempre più difficile pagare le bollette dell’acqua (avremo così cittadini di serie A e di serie B!). Ma soprattutto, la privatizzazione dell’acqua, sarà pagata dai poveri del Sud del mondo con milioni di morti di sete.
Per me è criminale affidare alle multinazionali il bene più prezioso dell’umanità (‘l’oro blu’), bene che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici (scioglimento dei ghiacciai e dei nevai) sia per l’incremento demografico.
L’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestito dai Comuni a totale capitale pubblico, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile.
Purtroppo, il nostro governo, con la legge Ronchi, ha scelto un’altra strada, quella della mercificazione dell’acqua.
Ma sono convinto che la vittoria dei potentati economico-finanziari si trasformerà in un boomerang.
E’ già oggi notevole la reazione popolare contro questa decisione immorale. Questi anni di impegno e di sensibilizzazione sull’acqua, mi inducono ad affermare che abbiamo ottenuto in Italia una vittoria culturale, che ora deve diventare politica.

Ecco perché il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua pubblica, lancia ora il Referendum abrogativo della Legge Ronchi, che dovrà raccogliere, fra aprile e luglio 2010, circa seicentomila firme.

Non sarà un referendum solo abrogativo, ma una vera e propria consultazione popolare su un tema molto chiaro:o la privatizzazione dell’acqua o il suo affidamento ad un soggetto di diritto pubblico.
Le date del referendum verranno annunciate in una grande manifestazione nazionale a Roma il 20 marzo, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’acqua del 22marzo.
Nel frattempo chiediamo a tutti di costituirsi in gruppi e comitati in difesa dell’acqua, che siano poi capaci di coordinarsi a livello provinciale e regionale.


E’ la difesa del bene più prezioso che abbiamo (aria e acqua sono i due elementi essenziali per la vita!). Chiediamo a tutti i gruppi e comitati di fare pressione prima di tutto sui propri Comuni affinché convochino consigli monotematici per dichiarare che l’acqua è un bene di non rilevanza economica. Questo apre la possibilità di affidare la gestione dell’acqua ad un soggetto di diritto pubblico.

Abbiamo bisogno che migliaia di Comuni si esprimano. Potrebbe essere questo un altro referendum popolare propositivo.
Solo un grande movimento popolare trasversale potrà regalarci una grande vittoria per il bene comune. Sull’acqua ci giochiamo tutto, anche la nostra democrazia.
Dobbiamo e possiamo vincere. Ce l’ha fatta Parigi (la patria delle grandi multinazionali dell’acqua ,Veolia, Ondeo, Saur che stanno mettendo le mani sull’acqua italiana) a ritornare alla gestione pubblica. Ce la possiamo fare anche noi.
Mobilitiamoci! E’ l’anno dell’acqua!

Alex Zanotelli

sabato 17 aprile 2010

Chi ha fame di pane e chi di soldi e potere

ADRO: segnali dal buio che viviamo


"I campi di concentramento nazista non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro.
In fondo chiedere di mettere una stella gialla sui vestiti degli ebrei non era una cosa che faceva male”



Paga di suo per la mensa dei bimbi, gli gridano “mangiapane a tradimento”


Un uomo cui vorresti stringere la mano, un uomo civile costretto a nascondere la sua normale civiltà dietro l’anonimato. Non dice il suo nome perché già sa che contro di lui ci sarà “il lavorio di diffamazione attivato da chi ha la coda di paglia, quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo”. Non fa conoscere la sua identità ma conosce bene il mondo in cui vive, infatti le “code di paglia” e quelli da cui è “onore essere disprezzati” erano già ieri in piazza, in strada davanti alla scuola del paese di Adro, due passi da Brescia, innalzavano slogan e cartelli con sopra scritto: “Mangiapane a tradimento”.

I “mangiapane a tradimento” sono per le “code di paglia” i bambini della scuola che alla mensa della scuola mangiavano anche se i loro genitori non pagavano la retta. Il sindaco, Oscar Lancini, e l’amministrazione comunale avevano deciso che quei bambini non dovevano mangiare più, almeno alla mensa: così i genitori imparavano a non pagare. Decisione presa con il supporto di molti genitori “paganti”, consenso mostrato e gridato anche in qualche intervista volante ai telegiornali. Dunque i bambini “morosi” non mangiavano e nella simpatica comunità non era questo in fondo lo scandalo, lo scandalo era che fosse violato il principio secondo cui ciascuno mangia secondo i soldi che sborsa, bambino o adulto che sia. Questione di principio, questione di ordine e anche in fondo di sicurezza sociale. Fino a che il nostro normale uomo civile ha svelato quale questione fosse davvero: una questione di 9.900 euro. Ben 9.900 euro che il Comune e la brava gente di Adro non poteva evidentemente “sperperare” per elargire “pane a tradimento”. E poi dove trovarla una così enorme cifra?

L’uomo, solo, normale e civile li ha trovati: nelle sue tasche. Ha inviato un bonifico bancario di 10mila euro alle casse della mensa, ha saldato il debito, si è impegnato a pagare tutto il costo della mensa per tutto l’anno scolastico. Non ha ricevuto ringraziamenti da molti suoi concittadini. Ha ricevuto in cambio rabbia, schiumanti di rabbia erano quelli di cui era stata svelata la misura umana prima ancora che finanziaria, quelli per cui 9.900 euro valgono eccome qualche bambino allontanato dal piatto della pasta a mezzogiorno. Rabbia che il loro sindaco comprendeva: “Mi risulta ci siano cittadini inviperiti”.

Inviperiti anche perché l’uomo solo, normale e civile ha allegato al bonifico una lettera che è una esatta biografia del mondo in cui vive e nel quale viviamo. E’ una lettera scritta semplice ma ha l’efficacia e lo spessore di un testo universitario, di una accademica ricerca di sociologia, politica, economia, storia. Una ricerca sul campo, un faro acceso sul “territorio” delle nostre anime, menti e “valori”. Val la pena di leggerla, eccola la lettera.

“Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità…ho studiato molto, ho guadagnato soldi per vivere bene. Per questi motivi rilevo il debito dei genitori che non pagano la mensa scolastica”. Paga per gli altri e quindi la prima cosa che tende a precisare è: “A scanso di equivoci non sono comunista, ho votato per Formigoni”. Il concreto gesto di solidarietà, il metter mano al portafoglio per far mangiare i bambini alla mensa appare a lui stesso così alieno rispetto al mondo in cui vive da poter essere giudicato niente meno che “comunista”. Quindi apprendiamo che nel suo habitat umano e sociale “comunista” è chi dà da mangiare ai bambini, singolare capriola dai tempi in cui i bambini i comunisti “se li mangiavano”.

Prosegue la lettera: “So perfettamente che tra le 40 famiglie che non pagano ci sono dei furbetti che ne approfittano ma di furbi ne conosco molti”. E li descrive, anzi li dipinge, sono figure in carne e ossa: “Quelli che in un bel ristorante se la prendono con gli extra comunitari. Peccato che la loro Mercedes sia stata lavata da un albanese, il loro cibo cucinato da un egiziano e la loro mamma sia assistita da un’ucraina…”. Poi l’uomo, solo, normale e civile confessa il suo grande e orribile peccato: “Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazista non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo chiedere di mettere una stella gialla sui vestiti degli ebrei non era una cosa che faceva male”.

Legge, quindi è sospetto e reo confesso. Legge, guarda e fa di conto: “Prima la taglia, poi il rifiuto del sostegno regionale, quindi la mensa…”. E osa quel che non si deve osare: sbattere in faccia la realtà. “Dove sono i miei sacerdoti, sono pronti a barattare la difesa del crocefisso con qualche etto di razzismo? Se esponiamo un bel rosario nella nostra casa, poi possiamo fare quel che vogliamo? Dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare partito dell’amore? Dove sono i leader della Lega, fanno come quelli che negli anni ‘70 chiamavano i brigatisti compagni che sbagliano? Dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro e i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi della mensa?”.

Poi l’uomo solo, normale e civile fa quel che non si fa, quel che nella storia sempre si paga a farlo davvero: indicare i sepolcri imbiancati. “Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto ma anche quando chiudono un’azienda senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse…”.

Così scrive e paga, entrambe le cose anche e soprattutto per gli altri, l’uomo solo, normale e civile. Non mostra il suo nome, per pudore. Ma anche per prudenza, perchè “code di paglia”, sepolcri imbiancati e quei nuovi, giovani e promettenti mostri che si beano e gloriano della chiara infamia di sfilare il piatto al bambino “moroso” potrebbero dargli la caccia. Se già non hanno cominciato a farlo.

LEGGI ANCHE:

Adro, rivolta contro
il benefattore dei bimbi

di Elisabetta Reguitti

ONORE AL SINDACO DI ADRO
di Dario Fo e Franca Rame

(contiene una lezione di teologia di Sant'AMBROGIO...
si proprio lui!)

martedì 13 aprile 2010

La centrale della morte Enel di Civitavecchia


La centrale della morte Enel di Civitavecchia




Alla centrale Enel di Civitavecchia sono morti finora tre ragazzi, ne manca all'appello ancora uno per le statistiche. La madre di un ragazzo vittima un grave infortunio, avvenuto prima degli incidenti mortali, testimonia la mancanza cronica di minime misure di sicurezza. Dalle reti di protezione, agli strumenti di lavoro legati al polso per evitarne la caduta. Il prossimo morto, il quarto, è già condannato a morte, ma non lo sa ancora. Comunque, nessuno pagherà per il suo omicidio come per quelli precedenti.


Cronaca di un incidente

Questa è la centrale Enel di Civitavecchia, siamo all’ingresso di Torre Val d’Aliga nord, qui a destra invece abbiamo Torre Val d’Aliga sud, questo posto mi ricorda circa 6 anni fa l’incidente che ha avuto mio figlio, è stato uno dei primi incidenti accorsi sul lavoro in questa centrale. Mio figlio stava camminando a terra, quando a un altro operaio di un’altra ditta sfuggì dalle mani un martello da un’altezza di circa 14 metri, il martello pesava circa 2 chili e lo prese sulla schiena, lui riportò una frattura alla spinosa D4, è la quarta vertebra dorsale, spalla destra. Lui non venne soccorso, arrivano degli operai, delle persone che erano lì a lavorare, il capocantiere, il responsabile della sicurezza gli dissero di andare a casa, di riposarsi e poi l’indomani sarebbe tornato sul posto di lavoro. Mio figlio mi chiamò, mi disse: "mamma, sto male, ho avuto un incidente sul lavoro, non andare a lavorare, aspettami che mi porti al pronto soccorso, vediamo cosa è successo perché ho un dolore lancinante". E’ arrivato, l’ho portato in ospedale, lì in ospedale appena entrato al pronto soccorso gli hanno fatto subito una radiografia e gli anno detto che era un trauma cervicale, la diagnosi è stata di 3 giorni per trauma cervicale, gli hanno messo il collarino e gli hanno detto che dopo 3 giorni lui poteva tranquillamente rientrare a lavoro. La notte è stato trattenuto presso l’ospedale in osservazione, ma il ragazzo stava male, ho chiesto di dargli un antidolorifico ma mi è stato risposto dall’infermiere di turno che non dovevo rompere le scatole. Sono uscita, sono andata a casa, ho preso l’Aulin, gliel’ho portato, sono stata con lui fino a una certa ora e poi in tarda notte sono tornata a casa.
L’indomani mattina sono tornata al pronto soccorso, ho preso mio figlio, gli hanno dato questa prognosi di 3 giorni e l’hanno dimesso. Tutto il giorno il ragazzo è stato male, la notte non è riuscito a chiudere occhio e l’indomani mattina ho pensato di portarlo a Palidoro al Bambin Gesù, l’ospedale più vicino che abbiamo qui a Civitavecchia, gli hanno fatto subito una radiografia e gli hanno detto che aveva la frattura della spinosa D4, si doveva mettere a letto e non si doveva muovere assolutamente, l’hanno ricoverato, aveva 24 anni, l’hanno ricoverato, l’hanno portato a Roma per fargli una Tac, da lì hanno riconfermato la diagnosi che era proprio la frattura della quarta vertebra dorsale della spinosa e l’hanno ingessato, ha portato questo gesso per un mese e poi per altri 4 mesi circa non è andato a lavoro perché il medico dell’Inail nelle visite che faceva periodicamente, non aveva ritenuto opportuno di farlo rientrare a lavoro.
Poi rientrato, gli hanno dato un definitivo, l’Inail gli ha riconosciuto una percentuale di invalidità di 2 punti, che è una sciocchezza, è assolutamente niente, quando una frattura so che parte da 6 punti in su e a lui non gli è stata riconosciuta neanche questa cosa.
Ho denunciato l’A.S.L., ho denunciato anche la ditta avversaria per l’insicurezza che c’era sul lavoro, sono passati quasi 6 anni e devo dire che non ho ottenuto assolutamente niente, c’è da dire anche un’altra cosa che in Italia la giustizia costa troppo, non mi sono potuta permettere un bravo avvocato che potesse difendere mio figlio per quella causa civile e la causa penale, però nel frattempo la Procura della Repubblica ha indagato e le cose sono andate avanti, a luglio ci sarà l’udienza penale contro la ditta in cui lavorava il ragazzo cui è sfuggito il martello dalla mano, erano due ditte diverse e poi vedremo un po’ a luglio quello che succederà, già 6 anni fa quando successe questo fatto a mio figlio denunciai la poca sicurezza sul lavoro ma non venni ascoltata né dai partiti, né dal sindacato, era passato tutto così molto alla leggera, dopo un po’ di tempo purtroppo i fatti mi hanno dato ragione perché sono morti 3 ragazzi, uno aveva 24 anni, tra l’altro si dice che fosse un operaio molto qualificato, poi è morto un altro ragazzo più o meno con la stessa dinamica dell’incidente che era successo a mio figlio, solo che da un’altezza non so di quanti metri fosse, sfuggì un tubo innocente che prese in pieno questo ragazzo e perse la vita e adesso c’è stato il terzo morto.


A chi toccherà morire oggi?

Le statistiche dicono, ho sentito dire poi da vari personaggi politici civitavecchiesi che le statistiche quando si iniziò a costruire la centrale, avevano detto che ci sarebbero stati 4 morti, siamo arrivati a 3, spero che non si arrivi al quarto morto e poi secondo me non c’è proprio sicurezza in questo cantiere… diventano numeretti, adesso facciamo questa centrale, ci saranno 4 morti, quindi mettetevi l’anima in pace, la mattina uno entra e dice: mah, a chi toccherà oggi morire? E’ una cosa assurda, veramente assurda!
Tra l’altro il Sindaco in un’intervista radiofonica ha detto che per quanto riguarda la statistica, l’Enel è in regola, è in regola perché ci sono stati solo 3 morti anziché 4? Questa cosa la trovo veramente folle!
La centrale Enel sì, dice che porta ricchezza, non so a chi, c’è da specificare una cosa che gli elettrici che lavorano nella centrale sono 350, l’indotto sono circa 2000 persone che lavorano per 4/5 anni, il tempo della durata della costruzione della centrale e poi vanno tutti a casa, vanno messi tutti in cassa integrazione, la ricchezza che ci ha portato l’Enel, secondo me, è solamente la morte, gli incidenti sul lavoro, tanti incidenti neanche si sanno e ci ha portato anche tanto inquinamento a Civitavecchia le morti per tumore di polmone, per leucemiaasma, soffrono di problemi respiratori, adesso si muore anche per tumore, specialmente le donne, alla vescica che è un tumore nuovo, prima non si sentiva dire questa cosa e si muore, purtroppo si muore non solo per il lavoro in centrale, anche per tutto l’inquinamento causato, anche se ci assicurano che tutto quanto è in regola, che la centrale a carbone non inquina.
L’Enel quando cominciò a costruire la centrale a carbone disse che ci avrebbe fatto pagare la luce un po’ di meno perché rischiavamo etc., etc., sulla bolletta della luce paghiamo la corrente un po’ di più perché c’è una tassa, noi paghiamo questa tassa perché usiamo la corrente, l’elettricità che viene prodotta con l’emissione di Co2, quindi oltre al danno anche la beffa!
Sì la sicurezza è un diritto, un dovere, ho letto questa cosa e a me sembra l’ennesima presa per i fondelli, per la sicurezza non c’era, mio figlio non avrebbe avuto questo problema se ci fossero state le reti di protezione e se l’operaio avesse portato al polso il martello perché per la 626 bisogna portare legati gli utensili con cui si lavora, invece questa cosa non c’era!
Mio figlio è tornato a lavorare dopo 5 mesi, ha lavorato un altro po’, però siccome lui lavorava anche in quota a 90/95 metri, a causa del trauma che ha subito ha continui giramenti di testa, ha lavorato un altro po’ e poi si è messo in aspettativa, 6 mesi e poi ci è licenziato completamente perché è impossibile per lui continuare a fare questo tipo di lavoro, tra l’altro mio figlio sta ancora male, la spalla ogni volta che la muove un po’ di più, non la può più muovere come era prima ha dei grossi dolori, ma la cosa brutta è che lui ormai ha una cervicale molto, molto forte e non può più andare in quota, non può più fare questo tipo di lavoro.
Avrei dovuto prendere un medico legale di parte e fargli fare la controperizia, il medico legale di parte mi chiese un’assurdità, non avevo i soldi e non ho potuto fare niente. A luglio ci sarà questo processo penale, vorrei solamente che la Procura della Repubblica indagasse per bene, venisse a vedere il luogo di lavoro di tutti questi operai e poi vorrei giustizia, ma la giustizia non solo per mio figlio ma per tutte le persone che sono state male, che si sono infortunate, per questi 3 ragazzi morti perché veramente questa cosa la sento molto, è come se avessero toccato un’altra volta mio figlio!

Beppegrillo.it



FINALMENTE UNA VITTORIA DEL TERRITORIO
SULLE SERVITU’ ENERGETICHE



NEGATIVO IL PARERE ISTRUTTORIO AI FINI DEL RILASCIO DELL'AIA PER IL QUARTO GRUPPO DELLA CENTRALE ELETTRICA DI TVS E RICHIESTO UN PIANO DI DISMISSIONE


Movimento Nocoke Alto Lazio


lunedì 5 aprile 2010

Cosa è diventata la chiesa?

Per me credente una Pasqua senza Resurrezione
di Sandra Amurri



Come è difficile in questo giorno di Pasqua sentirsi parte della Resurrezione di fronte ad una Chiesa che si limita a sperare e rinuncia ad organizzare la speranza.



Come è difficile varcare la porta di una Chiesa che da una posizione oltranzista difende i valori umani che non rispondono all’accoglienza dei valori dell’uomo.
Come è difficile continuare a vedere nell’immagine del Cristo risorto come ci invitava a fare Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, “la presenza di un uomo di cuore, capace di indignarsi, di un poeta, di un profeta, di un santo che condivide la strada insieme a noi”.
Come è difficile continuare a crederci quando il messaggio cristiano si identifica con le ideologie prevalenti e gli interessi di partito.
Quanta fatica sentirsi parte di una Chiesa che tace di fronte alle donne ridotte a merce di scambio economico e politico e invita i politici ad ignorare le leggi dello Stato che tutelano il loro diritto a scegliere.
Di una Chiesa che sorride a chi ricerca in politica il consenso nel nome di Gesù Cristo e non in nome della loro onestà, della loro capacità di operare per la giustizia sociale dell’agire secondo principi senza prevedere deroghe per se stessi dimenticando che la politica ha una laicità che deve essere preservata da ipoteche confessionali.
Come è difficile credere ancora in una Chiesa che assolve senza restituzione del male tolto uomini politici che si fanno beffa della questione morale che praticano il tornaconto personale o di Chiesa fondato sul baratto della verità e su calcoli astuti a danno del bene comune.
E come è difficile dimenticare oggi le parole del Cardinale Bertone in difesa della vita al suo inizio ma non nella sua esperienza di vita che rinnegano il testamento di Gesù che muore per darci la forza di portare il peso drammatico della sofferenza delle donne e degli uomini.
Come è difficile fare finta di non aver mai ascoltato dalla Chiesa “condividiamo una visione etica con la Lega” e dimenticare che la Lega invita a sparare sui barconi che trasudano di umanità negata, che dice: la “sinistra porta gli ultimi mentre noi portiamo i penultimi” come dire che gli ultimi sono spazzatura.
Come è difficile non ribellarsi al messaggio di Cristo ridotto a sola difesa dei valori in termini teorici di fronte ad una Chiesa che fa solo teoria di liberazione dimenticando la prassi della liberazione.
I cristiani hanno il principio della speranza ma non hanno la virtù della speranza”, scrive il filosofo Italo Mancini per dire che non c’è Resurrezione che non porti i mali della terra.
Come è difficile rivedersi in una Chiesa strutturalmente responsabile della pedofilia per aver demonizzato la sessualità, per averla dipinta come peccato , per aver educato i suoi pastori alla repressione della libertà di amare nella condivisione rendendoli uomini diversi migliori, potenti. E cos’è la pedofilia se non una sessualità senza parità, una sessualità del più forte sul più debole, se non l’affermazione della propria potenza nell’abusare di un bambino?
E come scorgere Resurrezione nella negazione della pedofilia?
Gesù Cristo oggi viene a dare un senso, un significato, un orientamento a ricordarci che uno sguardo limpido non si nasconde non si sottrae alla speranza e senza speranza non esiste Resurrezione perché come ci ha insegnato Don Tonino Bello la speranza “ non si enuncia: la si vive la si testimonia e la si costruisce pagando un caro prezzo.
Il prezzo della verità.
Quanto è difficile oggi credere che “tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga”.


A noi non resta che una preghiera:

Gesù salvaci dall’ipocrisia
di chi salva i principi e uccide le persone,
da chi non esita a salvare i potenti
ed esita a rialzare chi cade
perché non ha più pane per restare in piedi.
Noi saremo le tue sentinelle.



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domenica 4 aprile 2010

2010: Pasqua di lutto


Civitavecchia, esplosione in centrale Enel:
muore un operaio, tre colleghi intossicati


Un operaio di 34 anni, Sergio Capitani, di Tarquinia, è morto per un incidente all'interno della centrale Enel a carbone di Torrevaldaliga Nord, a Civitavecchia, nel polo industriale della città. Altri tre sono rimasti intossicati dopo essere stati investiti da un getto di ammoniaca a causa di un guasto. Tre di loro (compresa la vittima) lavorano per una ditta esterna, la Guerrucci, mentre uno è un assistente dell'Enel.
L'incidente è avvenuto poco prima di mezzogiorno nell'area dell'impianto dove viene stoccata l'ammoniaca utilizzata per abbassare le emissioni del monossido di azoto che si sviluppo durante il processo produttivo. I quattro operai stavano lavorando, su un ponteggio a 15 metri altezza, su una condotta a pressione (contenente acqua e ammoniaca) per il raffreddamento dell'impianto.
Sergio Capitani è morto per le gravissime ferite riportate dopo essere stato colpito in pieno dal tubo della condotta dell'ammoniaca. Secondo le prime ricostruzioni dell'incidente, su cui indagano i carabinieri, l'esplosione sarebbe stata causata dalla forte pressione che ha spaccato il tubo, contenente acqua e ammoniaca per il raffreddamento dell'impianto (tubo del diametro di 50-60 centimetri). Il tubo, come una gigantesca frusta, si sarebbe abbattuto su Capitani, mentre gli altri tre sono rimasti intossicati dalla fuoriuscita della sostanza.
Dopo l'incidente, Capitani aveva subìto un arresto cardiaco. Il personale del 118 aveva proceduto con la defibrillazione, poi l'uomo era stato caricato sull'elicottero per il trasporto in ospedale a Roma. Ma non appena il mezzo si è alzato in volo l'operaio è andato nuovamente in arresto. Le ulteriori operazioni di rianimazione non hanno sortito effetti.
Erano tutti a lavoro in quota per chiudere con una valvola un tubo diportato di ammoniaca. Qualcosa però sembra non aver funzionato. Il tubo è esploso e la vittima si trovava proprio davanti alla valvola al momento dell'esplosione che lo ha colpito in pieno.


Ancora una volta,
questa volta alla vigilia di Pasqua,
un operaio si è recato a lavoro
per sostenere la propria famiglia
e farà rientro in casa in bara.

La neopresidente della Regione Lazio ed ex leader dell'Ugl, Renata Polverini, ha detto che «così come ho fatto nella mia vita da sindacalista il mio impegno per garantire la sicurezza sul lavoro sarà costante perchè queste cose non succedano mai più».

Ricordatevi in futuro
questo impegno preso
dalla Poverini!
Intanto noi questa Pasqua
non la festeggiamo perché

NON C'E' PROPRIO
NULLA DA
FESTEGGIARE!

Non ci sentiamo così idioti e cinici!


giovedì 1 aprile 2010

PESCE D'APRILE 2010

mercoledì 31 marzo 2010

C'è chi vede nero e chi continua a vedere la TV

La prima emergenza nel Lazio


La prima emergenza nel Lazio è il ripristino della LEGALITA', la lotta alla corruzione, lo sperpero di denaro pubblico ed un netto contrasto all'espansione della mafia.
Tutti fattori che non permettono un sano, sostenibile ed equo sviluppo.
Su questo la Bonino dava sicuramente più garanzie.
Fra 5 anni se non si farà nulla di concreto in tal senso il MALE diventerà irreversibile!

Silverlight



"Vedo nero, nerissimo. Ma il giocattolo del capo si è sfasciato"
Intervista di Beatrice Borromeo a Giovanni Sartori


"È andata malissimo. Sono depresso. Mi sento una specie di abatino Galiani: vedo tutto nero, noir, noir". Parole pesanti per chi conosce il professor Giovanni Sartori, politologo ed editorialista del Corriere della Sera, che di solito si limita a esorcizzare con l’ironia anche le situazioni più gravi.


Professore, è nata la Padania.

Sì, e questo divide il paese: ora al nord faranno il federalismo fiscale e il Pdl diventa un partito meridionale. Si sgretola il giocattolo di Berlusconi.

Cioè l’alleanza con Fini e Bossi?

Certo, perché al nord prevale la Lega e il presidio di Berlusconi si confina al sud. Questo implica un partito molto clientelare e condizionato dalle varie mafie. Il Pdl è un partito di plastica, di cartapesta. Regge perché gli uomini di Berlusconi devono tutti il posto a lui. Soltanto al centro rimane qualche isola rossa resistente.

Quindi secondo lei Berlusconi, personalmente, ha perso nonostante il buon risultato elettorale?

Sì, e io l’avevo previsto. Il problema di Berlusconi non sono i voti, ma la distribuzione del potere sul territorio. Il Pdl è incentrato solo su Berlusconi che concede tutto a tutti perché a lui interessa soltanto preservare il suo potere.

La Lega è l’unico partito radicato che non si affida solo al carisma del leader. Il Pd dovrebbe ispirarsi a questo modello?

La Lega rappresenta interessi concreti, quelli della piccola borghesia, di un elettorato del nord che vuole tenersi i soldi. Al sud il discorso è diverso: i soldi non si producono, si rubano e si spendono per mantenere le clientele.

Quindi la sinistra non si radica perché non rappresenta più nessuno?

Al nord il centrosinistra ha commesso un grave errore a parlare di "immigrazione facile", perché poi succede che l’operaio disoccupato vota Lega. Pensa al suo interesse. C’è una crisi economica globale che mette in pericolo l’occupazione e il lavoro, in particolare in Italia. La sinistra non lo capisce, non usa alcuna lungimiranza proprio su temi e problemi riguardo cui doveva essere ghiotta e propositiva. Invece nulla.

Salva almeno Di Pietro o Nichi Vendola, l’unica opposizione che non è stata sconfitta?

Io non ho nessuna stima per Di Pietro, demagogo di sinistra. E la vittoria di Vendola è un problema per Bersani, perché tira il partito a sinistra. L’idea del Pd riformista era invece di cercare voti al centro.

Perché il Pd perde? Qual è il problema?

Tra gli altri, c’è che sono stupidi: Bersani chiede il ritorno al Mattarellum per avere un centrino-ino-ino che a malapena passa la soglia di sbarramento. Il segretario del Pd si preoccupa di questo e non di una legge elettorale come il Porcellum che lo stritola. È chiaro che l’unione Bossi-Berlusconi si prepara a vincere le prossime elezioni, e con la vittoria otterrà automaticamente il 55 per cento dei seggi. Ma di questo Bersani non si preoccupa.

La sinistra ha cancellato dall’agenda anche la legge sul conflitto di interessi.

Quello è stato il bacio della morte. Tutto è cominciato dalla rinuncia a quella legge.


Secondo lei il segretario Bersani è in bilico dopo questo voto?

Per adesso non vedo di molto meglio in giro. E poi non ha subito una sconfitta indecorosa. È andata male ma, poveraccio, neanche per colpa sua. Questo partito soffre l’eredità dell’ultimo governo Prodi.

E degli ultimi scandali: Delbono a Bologna, Marrazzo nel Lazio.

Gli scandali più che altro hanno generato disincanto. Siamo un Paese marcio nel midollo e chi vota Berlusconi non si è fatto molto influenzare: quell’elettorato segue una tivù sotto controllo quindi – a parte i lettori del Fatto e di qualche altro giornale ancora libero di parlare – il cittadino dice: "E vabbè". Non ha anticorpi, non è reattivo.

Cosa può fare un cittadino onesto che vuole contribuire, sperare?

E’ abbastanza impotente. Finché ci sono Berlusconi, il suo sistema di potere e il controllo dei media, non vedo nessuna speranza.

Però è cresciuta l’astensione: una protesta contro questo sistema?

Era astensione equidistribuita, non ha colpito solo il centrodestra ma anche il Pd. È disaffezione, antipolitica, disgusto e indifferenza della politica tutta.

Anche le nostre elezioni, come quelle americane di mid-term, sono un giudizio sull’operato del governo più che un voto locale?

Berlusconi ha impostato la campagna elettorale su di lui e quindi il risultato si può solo leggere come una conferma del governo.

Quanto ha influito l’opposizione della Cei alle candidate abortiste, Bonino e Bresso?

Si potrebbe frenare questo eccesso di invasione ecclesiastica della politica, perché l’elettorato cattolico duro e puro non supera il 4 per cento. Ma sia il governo che il centrosinistra si arrendono subito, senza combattere, a una Chiesa che è tornata alla riscossa.

Nessun cambiamento in vista?

Oggi no, lo escludo. Comunque ci siete voi sulle barricate, io sto nelle retrovie.


NON E' CHE
CONDIVIDIAMO...

DI PIU'!!!

Un commento post elezioni


Due fatti, un unico obiettivo



A me sembrano da una parte curiosi e dall'altra significativi due fatti all'apparenza diversi ma con un unico obiettivo:

1) Dopo una campagna elettorale al buio della libera informazione, del sano confronto sui programmi dei diversi candidati e dell'oscuramento dei cosiddetti "terzi incomodi" (Movimento 5 Stelle, Rete dei Cittadini...) ora, a giochi fatti, si da ampio spazio ai politici dei due poli che si lasciano intervistare anche con domande non concordate. O confronti tra PD e PDL che assomigliano più che altro delle dichiarazioni "amorose" e per completare il triangolo perfetto, entrambi a corteggiare la Lega; mentre è leggermente diminuita la presenza televisiva di Berlusconi.

2) Nel contempo, in suddetti "spettacoli" si tenta di screditare, se non addirittura discriminare, il Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, le persone che hanno scelto di votare in questo senso e che vengono sminuiti con l'appellativo di "grillini" e... La Rete dei Cittadini con Marzia Marzoli... relegata al ruolo di Cenerentola del Lazio dall'informazione controllata con il placet dei due esempi di femminismo all'italiana (Bonino e Polverini).
Vi ricordate che all' inizio la Lega veniva trattata allo stesso modo?

Io credo che il filo conduttore di tutto ciò sia quello che, per la casta politica, sono molto pericolose le novità specie se sono rappresentate da gente normale che si espone in prima persona e con un modo diverso e pulito di fare politica in maniera diretta.
Non sono né controllabili né ricattabili.

A quanti di noi piacerebbe vivere in un paese più normale dove ognuno possa dire tranquillamente la propria opinione?

Continuo a vedere nubi minacciose all'orizzonte e la prima ad essere minacciata è la Costituzione Italiana: dall'incipit di Napolitano, alla solfa di Berlusconi, dagli interessi del nord e dal calabrachismo del PD.
Riforme imposte dall'alto, altro che largamente condivise e con la scusa di "ammodernare" il paese... macchevvordì!

Gente di destra, di centro, di sinistra rifletteteci sopra!

Axel


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martedì 30 marzo 2010

Elezioni regionali nel Lazio 2010

Elezioni regionali nel Lazio 2010
Analisi qualitativa del voto

RENATA POLVERINI
(centrodestra) - 51,14%
:


- VOTI COMPRATI 7%


- MAFIA 15%


- CHIESA 7%


- IMPRENDITORI COLLUSI 3%


- LOBOTOMIZZATI
DALLA PROPAGANDA 5%


- ANZIANI CREDULONI 8%


- GIOVANI NOSTALGICI (?) 4%


- INTELLETTUALOIDI
LIBERAL 1%


- ASPIRANTI VELINE 1%




EMMA BONINO
(centrosinistra) - 48,32%



MARZIA MARZOLI
(movimenti antagonisti) - 0,53%



@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

Ma questo è solamente
il nostro punto di vista.
Ognuno ha il suo
e cmq sono:
100% di brava gente che,
in un modo o nell'altro,
ha famiglia
.

La triste verità
è sempre la stessa




lunedì 29 marzo 2010

Brogli PDL nel Lazio


ALL'ARMI!!!



mercoledì 24 marzo 2010

La terza incomoda alle regionali nel Lazio


Ecco un voto utile per i cittadini che vogliono rinnovare la politica

Il Gruppo Civico Archimede
per le elezioni regionali nel Lazio
del 28 e 29 marzo 2010
invita a votare per:








NON CONTINUARE
A FARTI PRENDERE IN GIRO
DALLA CASTA!

ECCO CHI
SOSTIENE SILVIO
da morire dal ridere
anzi da piangere!

CLICCA QUI



domenica 21 marzo 2010

C'è popolo e Popolo!

Per la seconda volta nella sua storia, l'Italia assiste alla fine di un "ventennio" nero... anzi buio.

Ieri 20 marzo è stata la giornata della gente in piazza. Assistiamo sempre più al ricorso di manifestare in piazza e questo, dal punto di vista della partecipazione, è positivo anche se il Paese è costantemente diviso in due... ma questo, per l'Italia, è sempre stato così (ahinoi!).
Una chiave attuale per leggere la "divisione" che stiamo vivendo è ancora quella che vede da una parte le persone che si informano (o semplicemente vedono) l'obsoleta televisione e, dall'altra, le persone che si tengono aggiornate attraverso il più moderno (e incensurato/abile) pc, ovverosia tramite internet.
Il tutto, ovviamente, con le dovute trasversalità e senza voler generalizzare ne' offendere alcuno... ma tant'è!


Ieri 100-150.000 persone, perlopiù provenienti dal nord, si sono radunate a Roma in piazza San Giovanni per quella che si è dimostrata più una festa se non addirittura uno show similartelevisivo, per ascoltare Berlusconi nella speranza che tirasse fuori dalla tasca un asso (tipo abolizione dell'ICI). Oppure che parlasse, come annunciato da La Russa, di contenuti programmatici per risolvere i problemi che ci affliggono. Infatti il ministro picchiatore aveva dichiarato, in diretta Sky: "Non è importante il numero di presenze (sapeva già del flop? GUARDA) ma che oggi qui si parlerà di proposte... "del fare".


Dal boss invece le solite invettive "amorose" contro uno dei poteri dello Stato cioè la magistratura, le domandine tipo quiz televisivo, le volgari offese a Di Pietro, le ingiurie minacciose a Travaglio, Santoro e addirittura a Paolo Borsellino. Per non parlare delle squallide battute su Bonino - Marrazzo. Questo sia nelle sue "imbeccate" che negli slogan degli "imbeccati", non fa differenza.
Ad ascoltarlo, oltre a qualche persona normalmente in buona fede, c'erano giovani nostalgici che hanno applaudito alle note di "faccetta nera" dell'orchestra (ah... c'era anche Apicella), i leghisti di "Roma ladrona" (invece a Milano non rubano i soldi pubblici!?), coppie di anziani con cravatte e pellicce come ad un anteprima cinematografica e donne, più o meno giovani, in cerca di un posto non si sà se di lavoro, in tv o a letto di qualche potente.
Ma, a parte il sarcasmo, la cosa che li univa è che ce ne fosse stato uno che abbia espresso un "pensiero autonomo"; al massimo continuavano a ripetere, in maniera ossessiva, gli slogan creati dai pubblicitari dello psiconano. Nemmeno i leader della coalizione hanno osato parlare al "popolo" prima dello show del capo; ballavano, sorridevano e salutavano sulle note delle canzonette sparate sulla gente per caricarla.
Infine se dalle foto e dai video sottraete l'effetto ottico dei bandieroni esce fuori l'amara realtà che stà vivendo il popolo della destra: la disaffezione, l'astensione... l'usura dovuta all'eccessiva sovraesposizione del talenano e dei suoi slogan che ripete come un disco rotto.

Il fatto è che si è rotto anche il sistema televisivo lavacervelli!


Ecco altre schegge di questa kermesse:
- Isabella Rauti che lungo il corteo scandisce, dal megafono, un "mantenete i ranghi" che non ammette repliche.
- uno striscione con "i tarocchi d'Italia" rappresentati da Antonio Di Pietro, 'il matto', Emma Bonino, 'la morte' e Paolo Borsellino, 'la giustizia'.
- il mantra, de "la scelta di campo" tra "la libertà" e lo "stato di polizia della sinistra".
- Dal palco Denis Verdini (l'ex comunista ora affarista) spara "un siamo più di un milione".
- Treni, bus e persino la metropolitana gratis.(... e noi paghiamo!).
- quelli del "popolo della vita" che gridano contro la Bonino "favorevole a aborto ed eutanasia" e diffondono nell'aria l'appello al voto del 1948. Quello per cui nell'urna Dio ti vede e Stalin no".
- Gianni Alemanno che si lascia scappare un "siete bellissimi".
- il gettonatissimo "Renata presidente, lo vuole la gente". ... ma quale?
- un isolato stendardo della X Mas.

- l'introduzione alla festa sulle note di Star Wars.
- ovviamente l'inno del premier "Meno male che Silvio c'é".
- il duetto amoroso tra Umberto e Silvio.
- uno striscione da "il bue che dice cornuto all'asino" che recitava: 'Di Pietro mafioso, Santoro fascista'.
- le magliette con la scritta 'Meglio un giorno a San Giovanni che cent'anni da Luxuria'.
- un cartello 'se ci tieni al tuo bambino non votare la Bonino'.
- e ancora 'Anche gli iniqui magistrati saranno un giorno giudicati non da un collega fraterno ma dal giusto Padre eterno'.
- il premier che rilegge l'ormai noto discorso sulla sua discesa in campo. Era il 1994. Sedici anni fa. Ma in piazza nessuno sembra accorgersene.

VI BASTA?



Capitolo2: l'altra Italia

In contemporanea manifestavano a Roma i movimenti antagonisti per combattere la lucrosa "privatizzazione dell'acqua".


"Siamo in 200 mila", lo dicono gli organizzatori della manifestazione nazionale contro la privatizzazione dell'acqua in corso di svolgimento a Roma. Dietro lo striscione di testa, c'e' anche il missionario padre Alex Zanotelli e chi gli sta intorno sorride nel sentire le cifre, ma anche sottolinea: "Quello che conta e' la qualita' della partecipazione, piu' del numero".
Lo stesso Zanotelli si dice molto contento per il risultato dell'iniziativa e sottolinea: "Se nei prossimi mesi riusciremo a raccogliere le firme necessarie per far svolgere i tre referendum contro la privatizzazione dell'acqua e poi riusciremo anche a vincerli, sara' il primo colpo che verra' dato alla privatizzazione, che per ora sembra purtroppo vincere in tutto il mondo. A farne le spese sono come sempre i poveri e i deboli e se le cose continueranno cosi' credo che ci saranno anche 100milioni di morti per mancanza d'acqua nel Sud del mondo".

Assenti invece le bandiere di partito. Una scelta precisa degli organizzatori, come spiega anche padre Alex Zanotelli: "Questo, come la promozione del referendum contro il decreto Ronchi, è un impegno non dei partiti ma per la prima volta della società civile, e se il referendum avrà successo sarà una straordinaria vittoria politica dal basso".

Alla manifestazione, organizzata dal forum dei movimenti per l'acqua, hanno partecipato i sindaci e i rappresentanti di vari comuni, tra cui Napoli, Modica, Gubbio, Corchiano, varie realta' politiche della sinistra, dei sindacati e delle associazioni della società civile come il 'No Dal Molin', il Popolo Viola, il Wwf, Legambiente ed il Gruppo Civico Archimede.

Qualcuno ha visto Bakeka?


A Milano sono scesi in strada a ricordo delle vittime di mafia (il più grande dei problemi da risolvere).

Un corteo di 150 mila persone ha sfilato ieri, sabato 20, per le vie di Milano in occasione della quindicesima Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera. Studenti, gruppi scout, associazioni e semplici cittadini si sono uniti al fianco degli oltre 500 familiari italiani e stranieri di vittime delle mafie presenti in manifestazione. Lo slogan scelto per questa giornata è stato: «Legami di legalità, legami di responsabilità», e sul palco allestito in piazza Duomo sono stati letti i nomi di oltre 900 vittime morte per mano delle mafie.

Nel corteo anche i figli e nipoti del sindacalista Epifanio Leonardo Li Puma, assassinato dalla mafia, che da oltre 60 anni aspettano giustizia. «Tutti nel nostro paese sapevano ma nessuno ha mai fatto nulla. Siamo qui a Milano per dire che è anche grazie a persone come nostro nonno e come Placido Rizzotto che oggi i siciliani hanno un tozzo di pane da mangiare». E in piazza duomo, in prima fila sotto il palco, ci sono anche i genitori dell'agente di Palermo, Antonino Agostino, ucciso insieme a sua moglie Ida Castelluccio il 5 agosto 1989. Da oltre 20 anni questa famiglia chiede che venga fatta giustizia, tanto che Vincenzo Agostino, il padre di Antonino, ha giurato di non tagliarsi più la barba finché non verrà scoperta la verità sulla morte del figlio e della nuora.

Un adesione a 360°, dalla politica alla società civile e al mondo dello spettacolo, che ha colorato per una mattina le vie di Milano, mentre dal palco avveniva la lettura delle vittime di fronte ad una piazza Duomo in completo silenzio.

A chiudere la mattinata l'intervento del fondatore di Libera, don Ciotti: «Quello che si sta vivendo in Italia non è solo una crisi economica ma innanzitutto una crisi politica ed etica – ha detto dal palco - C'è bisogno urgente di onestà, trasparenza e rispetto delle leggi ad ogni livello, dobbiamo stare tutti uniti con il coraggio di dire basta». E per i famigliari delle vittime della mafia don Ciotti ha chiesto giustizia e verità.
Infine Don Ciotti ha affermato: "I candidati non si scelgono solo in base alle vicende giudiziarie, ma in base ai comportamenti e alle frequentazioni" e che "la politica tutta torni a essere politica con la 'p' maiuscola".

Tu, di quale Italia
fate parte?


sabato 20 marzo 2010

Messaggio per i disoccupati: meno male che silvio c'è.

100 € !!!
tramite le agenzie interinali se sei disoccupato e vai alla manifestazione di Berlusconi

Alle manifestazioni del Popolo Viola i cittadini vanno spontaneamente, a proprie spese. Il 5 dicembre scorso dalla Sardegna è stato organizzato un traghetto intero pieno di gente come noi, che voleva andare a Roma a manifestare contro questo governo scellerato che lavora solo per gli interessi del Kaiser e non per risolvere i problemi dell'Italia.

Ora girano voci come questa:

"Stamattina ho ricevuto questo messaggio dalla mia amica Manuela:
ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh ti racconto questa fresca fresca....mia figlia è laureata e adesso sta facendo la specializzazione, è iscritta a diverse agenzie di lavoro e ogni tanto fa lavoretti, tipo supermercati, fiere, manifestazioni varie ecc pagate una miseria, va be' questo si sa, 10 min fa le hanno telefonato una di queste agenzie chiedendole se sabato voleva andare a roma spesata alla manifestazione del nano, pero' doveva mettersi una maglietta con scritto meno male che silvio c'è e le danno 100 euro............madooooooonnaaaaaaaaaaa miaaaaaaaaa mi viene il vomitoooooooo!!!
"

E cioé tante agenzie interinali cui si iscrivono i cittadini disoccupati, sono state contattate dal PDL per assumere gente e fare numero alla manifestazione indetta da Sua Indecenza. Alcune reazioni e commenti sono riportati QUI (il sito de L'Unità) e anche QUI (il blog di Gianfranco Mascia, del Popolo Viola).

Ricordo che una decina di anni fa, a Sassari, il giornale locale pubblicò una foto scattata a una manifestazione di Forza Italia nella piazza centrale di Sassari.
A parte il fatto che c'erano 4 gatti, la cosa che il giornalista fece notare molto bene era la presenza di un noto tossico che fermava la gente nelle vie del centro ("Mi dà cento lire per mangiare, signora", con voce metallica), fermo in piedi in mezzo alla "folla" che NON riempiva la piazza, con in mano una bandiera di Forza Italia. Il commento fu lapidario: "Forza Italia assolda gli sbandati per fare numero".

Ed è vero! Ero passato in Piazza d'Italia per puro caso e l'avevo visto.

Mi sento offeso, come cittadino e lavoratore, che il PDL contatti le agenzie interinali per assoldare gente e fare numero alle sue manifestazioni. Forse è questo il fantomatico "milione di posti di lavoro" promesso da questo delinquente tanti anni fa!

A parte il fatto che il Kaiser generalmente odia le manifestazioni e insulta (e fa insultare dai suoi scagnozzi fra i giornalisti e i politici) quanti vi partecipano....

Allora la domanda nasce spontanea: ma dove cavolo li prende i voti il PDL alle elezioni?

IO PENSO SEMPRE DI PIU' AI BROGLI

Del resto, Berlusconi ogni volta che ha perso una tornata elettorale ha sempre urlato ai brogli, dicendo che "aveva le prove", che ovviamente non sono mai venute fuori. Generalmente quando si lamenta di qualcosa è la classica gallina che canta e ha fatto l'uovo.

Allora.... forse i brogli ci sono veramente, ma quando vince Lui....



Noi pensiamo anche alla mafia
e ai cretini che abboccano!



Messaggio elettorale di Burlesconi + intervista






venerdì 19 marzo 2010

20 marzo tutti in piazza per l'acqua!


Il movimento per l’acqua pubblica scende in piazza





Scenderanno in piazza per dire che l’acqua deve restare fuori dal mercato. Sabato 20 marzo le cento associazioni nazionali e i mille comitati territoriali che aderiscono al Forum nazionale movimenti per l’acqua manifesteranno a Roma per chiedere ancora una volta di fermare il processo di privatizzazione delle reti idriche. Ci hanno provato con le 400 mila firme raccolte per una proposta di legge di iniziativa popolare, ci proveranno con un corteo, e sono pronti anche a ricorrere al referendum. Perché se sarà fatta la volontà del governo, entro il 2012 tutto il servizio idrico nazionale potrebbe essere affidato, tramite gara, a soggetti interamente privati.

“Dopo l’emanazione del decreto Ronchi abbiamo deciso di riunirci per una grande manifestazione nazionale – spiega Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l’acqua – consapevoli che quanto stava accadendo era solo un tassello di una politica molto più ampia, che in breve avrebbe toccato tutti i beni comuni, fino a mettere sul mercato la vita delle persone” (leggi l’intervista integrale)

Il comitato promotore ricorda che le adesioni all’iniziativa sono moltissime: dal Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua pubblica – che nella sola Sicilia raccoglie 112 comuni – all’Associazione nazionale dei comuni virtuosi, alla Legautonomie-Associazione nazionale autonomie locali, alla Legautonomie del Veneto e della Campania, e ancora l’Associazione Rete del Nuovo Municipio, all’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Benevento sono ad oggi 169 gli enti e 179 le istituzioni locali che hanno fatto pervenire la propria adesione ai promotori della manifestazione nazionale del 20 marzo a Roma. E in tutta Italia – ricorda sempre il comitato – “si moltiplicano le iniziative organizzate in preparazione di quest’appuntamento”.

In Veneto, in Liguria, in Puglia, in Lombardia, in Toscana, in Umbria, in Emilia Romagna, in Campania i vari comitati locali promuovono assemblee, incontri, concerti per sensibilizzare i cittadini e informarli dell’avvio del percorso che dalla manifestazione porterà al deposito dei quesiti referendari e alla raccolta delle firme.

Quella di Roma sarà una manifestazione/spettacolo, con artisti di strada, bande musicali, gli slogan e i colori di “quel popolo che non si arrende alla mercificazione di diritti umani essenziali, come l’acqua, l’aria che respiriamo, la terra su cui viviamo”.

Il corteo partirà alle 14 da Piazza della Repubblica e si concluderà a Piazza Navona. Il corteo seguirà il seguente percorso: Piazza Repubblica, Via delle Terme di Diocleziano, Via G. Amendola, Via Cavour, Largo Visconti Venosta, Via Cavour, Largo Corrado Ricci, Via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia, Via di San Marco, Via delle Botteghe Oscure, Largo di Torre Argentina, Corso Vittorio Emanuele II, Piazza di San Pantaleo, Via della Cuccagna, Piazza Navona. Verso le 18:00 circa è previsto arrivo a Piazza Navona. Verso le 18:00-19:30 circa inizieranno gli interventi dei promotori (guarda qui il percorso).

“Mentre la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari – ricorda il comitato nel suo appello -, l’attuale governo ha impresso un’ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l’indignazione generale, leggi che consegnano l’acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis, integrato dall’ art. 15-decreto Ronchi). Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo”.

Il comitato chiama tutti alla manifestazione del 20 “per bloccare le politiche di privatizzazione della gestione dell’acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l’approvazione della nostra legge d’iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme ‘L’acqua fuori dal mercato!’”.

» Inchiesta, La febbre dell’oro blu

» Intervista, L’acqua è fuori mercato

Alla faccia del... caciocavallo!


Il reddito di Berlusconi cresce di quasi 10 milioni

In un anno passa da 14,5 a 23 milioni



MA COME SARA' MAI POTUTO SUCCEDERE!?

E' ancora Silvio Berlusconi l'uomo d'oro del parlamento italiano.
Con il suo imponibile record di oltre 23 milioni di euro (per la precisione 23.057.981 ,circa 9 milioni in più dell'anno precedente),

ALLA FACCIA DI CHI
NON ARRIVA A FINE MESE...
E MAGARI LO VOTA PURE!

il presidente del consiglio guida anche quest'anno la classifica del club dei milionari delle Camere.
E' così dal 2003, anno in cui il leader del centrodestra si riprese la prima piazza della top ten dei parlamentari più facoltosi, soffiatagli l'anno prima da Gianni Agnelli (la competizione era ancora in lire, finì 26miliardi a 16 per l'Avvocato); da allora nessuno è riuscito a scalzarlo dalla prima posizione.

NOI CREDIAMO CHE SIA COSI'
DA QUANDO E' ENTRATO IN POLITICA

ANCHE GRAZIE ALLE
FINTE
OPPOSIZIONI
CHE PAPPANO E INCIUCIANO

ANCHE LORO.




PERCHE' I VARI

CONFLITTI DI INTERESSE

NON ENTRANO
IN CONFLITTO
FRA LORO!

FRA CANI
NON SI
MOZZICANO

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LEGGI ANCHE

Berlusconi fa outing:

io come zio Paperone


Vi ricordate delle nostre
prime apparizioni
con Archimede Pitagorico
e i personaggi dello zio Walt?