martedì 29 dicembre 2009

AUGURI GENTE!!!

Auguri per un 2010
all'insegna della Pace e della Verità!




domenica 20 dicembre 2009

Auguri di Buon Natale

Un albero con tante "agende rosse"!

venerdì 18 dicembre 2009

Noi stiamo con Marco Travaglio - 1


Nessuno tocchi il soldato Travaglio!

Marco Travaglio è un giornalista, sembra poco, invece, in Italia, è molto, moltissimo. Un giornalista libero che non vive dei contributi dello Stato, delle tasse di operai e impiegati. Come ad esempio fanno i mantenuti Ferrara del Foglio, Polito del Riformista e Belpietro di Libero. Travaglio è esile, non ha la scorta, scrive di fatti documentati. Se un centesimo degli scritti dei suoi libri fosse falso sarebbe in carcere da un decennio. Per poter continuare a scrivere ha dovuto fare un suo giornale, Il Fatto Quotidiano, che non è, come tutto il resto della stampa, a carico dei cittadini. Le grandi testate non lo hanno voluto. Fa il suo mestiere, informa. E questo in Italia non è tollerato.
Nel 2006 Anna Politkovskaja fu assassinata a Mosca. In Russia ai giornalisti liberi si spara. La Politkovskaja disse: "Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano". Lei era diventata un bersaglio e pagò. Travaglio è oggi, a sua volta, un bersaglio di regime. Bruno Vespa ha intitolato Porta a Porta: "Di chi è la colpa?" puntando il dito su Travaglio di cui ha fatto vedere spezzoni inquietanti dell' ultimo Passaparola tratto da questo blog. E' Travaglio che ha armato moralmente lo psicolabile con il modellino del duomo di Milano? (... esaurito da giorni in tutta Milano, ci sono forse migliaia di psicolabili in giro che vogliono ripetere l'insano gesto?). Paolo Liguori, memore dei bei tempi di Lotta Continua, ha esternato: "Nelle parole di Travaglio non c'è un barlume di pietà né di amore. Queste parole possono istigare alla violenza". Nel programma "Pomeriggio 5" in onda su Canale 5, lo psichiatra Alessandro Meluzzi ha un lapsus: "Ci sono lanciatori di pietre. Come si chiama questo personaggio? Tartaglia, Travaglio. Sì, Tartaglia."
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Partito dell'Amore ha detto alla Camera: "A condurre questa campagna (di odio nei confronti di Berlusconi, ndr) è un network composto da un gruppo editoriale Repubblica-espresso, quel mattinale delle procure che è Il Fatto, da una trasmissione condotta da Santoro e da un terrorista mediatico di nome Travaglio". La tessera P2 2232 Cicchitto ha poi invitato i deputati del Partito dell'Amore a non assistere all'intervento di Di Pietro. La scena dei deputati del Pdl. "nominati" (e non eletti dai cittadini) dal piduista Berlusconi, in fila indiana dietro al piduista Cicchitto per uscire dal Parlamento, come scolaretti dietro al Gran Maestro, rimarrà nella Storia della Repubblica. Mai così in basso.
La P2 regna e informa. Ha scelto un bersaglio: Travaglio, che non può distruggere con la diffamazione o comprare, ma solo abbattere. Dietro Travaglio c'è però la Rete, ci sono milioni di italiani. Se dovesse succedergli qualcosa, anche se dovesse colpirlo un fulmine dal cielo, qualcuno dovrà renderne conto. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Beppegrillo.it




Mauro: “Chiamare Travaglio terrorista, un atto gravissimo e da incoscienti”

di Silvia Truzzi




18 dicembre 2009
La luce che entra dai vetri della stanza del direttore di Repubblica non restituisce l’idea del covo dei mandanti morali. Come il discorso composto, pacato per via delle radici, fermo per via della convinzione. Eppure Ezio Mauro dovrebbe essere uno dei capi del network dell’odio, evocato da Fabrizio Cicchitto nell’aula di Montecitorio.

Direttore, che effetto le ha fatto essere indicato come istigatore?

Mi ha colpito molto per il momento e per la sede. Cicchitto non si è reso conto che parlava in un’aula parlamentare o ha questa concezione del Parlamento? Era interesse di Berlusconi raccogliere i segnali positivi, arrivati dall’unanime condanna del gesto di un folle, dalla tempestiva solidarietà di tutti. Ma Cicchitto non rappresenta una corrente del Pdl, quanto piuttosto una pulsione interna al partito.

L’ha anche rivendicato: “Ho dato voce al popolo del Pdl”.

Certamente l’istinto profondo di Berlusconi è questo. Ed è facile per queste persone mettersi al riparo di una pulsione. Così non fanno politica, salvo che non abbiano un disegno: far saltare il tavolo. E andare alle urne, tentando un’ennesima prova di forza. Come se l’agire politico della destra in Italia si realizzasse in una serie di forzature successive, nell’ incapacità di esercitare la legittimità del governo per il quale hanno ottenuto mandato dagli elettori. Hanno una maggioranza straordinaria e la loro macchina non produce politica. In questi otto mesi, da Casoria in poi, si sono succedute diverse fasi. Prima quella della verità: Berlusconi ha mentito sui suoi scandali. Poi è diventata una questione di libertà: ha definito eversori i giornali di tutta Europa. E ora di legalità, perché attacca Corte costituzionale e capo dello Stato. E questo potrebbe essere ciò che muove i suoi verso il ribaltamento del tavolo. Andare alle elezioni con una piattaforma estrema: cambiamo la Costituzione e facciamola aderire all’anomalia Berlusconi. L’anomalia non è risolvibile: costituzionalizziamola. È come se Berlusconi dicesse al sistema politico: introietta la mia anomalia, sarai sfigurato per sempre. Ma così tutto diventa coerente. È la biografia del premier trasformata in ultima ideologia del paese. La tentazione suprema potrebbe essere andare al voto su questo.

Ma sarebbe un rischio per Berlusconi.

Certo. Potrebbe esserci una maggioranza alternativa. Berlusconi ha l’incarico perché ha un potere di coalizione. Il conflitto con Fini è ancora aperto: lo vogliono cacciare. Ma lui è un co-fondatore del partito e in questo momento ha tutto l’interesse a vedere se nel Pdl si può insediare una cultura diversa dal populismo leaderistico berlusconiano. Però, se questa prova di forza va avanti, Fini si troverebbe in difficoltà ad affrontare una campagna elettorale contro la Costituzione.

Fini è l’ultimo argine delle istituzioni democratiche?

Il presidente della Camera sta dando prova di regolarità istituzionale. E sembra eretico agli occhi del presidente del Consiglio. Almeno fino al discorso del 25 aprile di Berlusconi.

Poi il premier si è pentito.

Sì, ed è cominciata un’altra storia da cui non riesce palesemente a uscire e che gli costa consensi. Una stagione di scandali, di cui Berlusconi è protagonista, sceneggiatore e regista: ha confezionato tutto lui. Fino all’ultimo atto di cui lui è stato vittima.

Lei è stato molto chiaro nel condannare l’aggressione di Milano. Come tutti i giornalisti e i politici. Ma non è bastato. Perché?

Ho sempre distinto la persona dal politico. E dico che la sua politica è stata dannosa per il paese. Questo non significa avere odio. Assistiamo a una falsificazione per cui se non si accettano le norme di eccezione che il centrodestra sta pensando di portare avanti, allora si odia. Il premier dovrebbe rinunciare a trasformare le categorie laiche della politica, che si basano su consenso e opposizione, in categorie pre-politiche che si basano sull’emotività.

Sono i giorni dell’amore berlusconiano.

Quando il leader pretende di essere amato, dall’altra parte fatalmente c’è il rischio che qualcuno trasformi il dissenso in odio. Ma c’è un istinto di guerra permanente nella parte dell’ex Forza Italia che si considera rivoluzionaria, in senso tecnico, e sente di avere una missione di cambiamento. L’altra questione è che la destra berlusconiana è spinta dalla necessità, urgentissima, di trovare norme che strappino il Cavaliere al giudizio dei tribunali. Questa vicenda rischia di essere strumentalizzata e usata per ottenere un misero vantaggio: un salvacondotto per il premier.

Il centrodestra accusa giornali e opposizione di essere la fabbrica dei veleni. E loro sono i primi a urlare con violenza.

Attenzione: non bisogna farsi trascinare su questo terreno. Non ce n’è bisogno. La campagna d’odio la stanno facendo loro.

Intanto i danni sono già visibili.

Non c’è dubbio. Fare la lista di proscrizione in Parlamento è grave, farla contro i giornali è assolutamente inconsueto in democrazia. Chiamare Travaglio terrorista è insensato e gravissimo. Un gesto da incoscienti che può avere delle bruttissime conseguenze: Travaglio è una persona che al mattino esce di casa e va a lavorare. Si può non essere d’accordo con i linguaggi, con i progetti, con le idee. Però far passare tutto questo nella categoria dell’odio può avere effetti non prevedibili .

È preoccupato?

Io credo che la gente capisca. Sono preoccupato per la situazione di un paese dove dilagano corruzione e malavita organizzata.

Crede al golpe al ralenti?

Io non uso nemmeno mai il termine regime. Noi siamo una democrazia. In questa mia affermazione c’è ottimismo della volontà. Sono convinto che la democrazia abbia la forza di regolare le anomalie. Il problema è la qualità della nostra democrazia.

Siamo una democrazia scadente?

Una democrazia che sta degradando. Mi sembra già molto grave dire questo.

Cos’è cambiato dall’editto bulgaro a oggi?

La televisione è peggiorata più nell’informazione che nei talk show, sia nei canali Rai che Mediaset. Vedo nei telegiornali di adesso una decostruzione della realtà e una ricostruzione del paesaggio.


giovedì 17 dicembre 2009

Va bene... ecco la realtà. Poi la nostra previsione fino al 2011

Berlusconi in piazza Duomo, due video per capire

di Federico Mello



Nei due video che pubblichiamo (CLICCA QUI) potete vedere le contestazioni di domenica 13 dicembre al poco affollato comizio di Silvio Berlusconi, tenuto in un angolo di Piazza del Duomo a Milano. Le contestazioni sono esclusivamente verbali e, in più di un caso, a protestare contro il premier (o a sostenerlo) sono dei passanti impegnati nelle compere natalizie.
Eppure gli esponenti della maggioranza e i media loro vicini hanno parlato di “300 violenti” e di collegamenti evidenti con Massimo Tartaglia, lo psicolabile protagonista della vergognosa aggressione al Presidente del consiglio. Un teorema che si poteva leggere con chiarezza a pagina 2 de Il Giornale di martedì 15 dicembre: “Quelli che lo hanno istigato ora liquidano l'attentatore come un pazzo. Ma in piazza c'erano altri 300 violenti come lui”.
Allo stesso modo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il parlamentare Pdl, Maurizio Lupi, sono arrivati a evocare gli anni di piombo: “Si sta ricreando in Italia il clima degli anni '70 – ha detto ieri Formigoni - non dimentichiamo che altre persone hanno minacciato e insultato durante il comizio". Ma ancora più preoccupate solo state le parole di Roberto Maroni: "Forse non sapete – ha detto in conferenza stampa il Ministro dell'Interno - che proprio grazie alla buona gestione dell'ordine pubblico ieri [domenica, ndr] durante il comizio è stato sventato un tentativo di violente contestazioni al premier proprio sotto il palco". Non solo. Il ministro ha anche rivelato che “un gruppo di manifestanti organizzati” si era “infiltrato fin sotto il palco grazie a bandiere di Fi” e che erano stati bloccati prima che riuscissero “ad esporre uno striscione violento”.
È allora utile verificare cosa è successo domenica in quell'angolo di piazza Duomo, anche grazie ai video. In primo luogo, stando alla relazione dei servizi segreti al Copasir (il comitato parlamentare di controllo sull'attività degli 007), l'aggressore di Berlusconi avrebbe agito completamente da solo. In secondo luogo "lo striscione violento" di cui ha parlato il ministro Maroni, non esiste. Come riportato dal Fatto Quotidiano la scritta era la seguente: “Non c'è democrazia senza regole: rispettale”. Lo hanno confermato il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, e Piero Ricca, l'animatore di Qui Milano Libera che aveva portato lo striscione e poi non è riuscito ad aprirlo. Non solo. I video sui “violenti” in piazza, segnalatici da www.shockjournalism.com mostrano la dinamica dei fatti. La telecamera è tra i contestatori e le forze dell'ordine.
Nel primo video i contestatori di Berlusconi, tutti a volto scoperto, scandiscono i loro cori: “Fuori la mafia dallo stato”; “Buffone”, “Chi non salta Berlusconi è”, "mafiosi, mafiosi". Rispondono i fan del cavaliere che li apostrofano come “Barboni”. Nel secondo video l'obiettivo si sposta sui militanti del Pdl. I cori, come in una sorta di clima da stadio, si fanno più pesanti: “Siete tutti culattoni”; “Comunista pezzo di merda” e anche uno sconcertante “Du-ce-du-ce”. Alcuni militanti del Pdl (pochi) si coprono pure il volto con le sciarpe, mentre qualcun altro cerca di scagliarsi, a urli, contro chi protesta.
Le immagini spingono perciò a una riflessione. Autorizzare il comizio in una zona così piena di gente (le migliaia di passanti di piazza Duomo delle sei del pomeriggio), non è stata una grande trovata. Non per niente ai due fronti contrapposti si sono anche aggiunti molti cittadini che erano lì per caso. Meglio sarebbe stato spostare tutto in una delle tante piazze vicine, meno frequentate, e in ogni caso abbastanza capienti per contenere i fan di Berlusconi (non più di 1500 in tutto).
Ma ovviamente di questo non parla nessuno. I sedicenti liberali della maggioranza si scagliano, invece, contro la libertà d'informazione e promettono leggi per censurare internet e limitare il diritto al dissenso. Perché, come aveva già capito Indro Montanelli, "Questa non è la destra. È il manganello".


I video sono a cura di Marco Cova


Ed ora le nostre previsioni

Non è passato poi molto tempo
(o forse troppo!) da quel 6 gennaio 2008 in cui in un post di Shaker85 (uno tra i più accesi componenti del nostro gruppo) prevedevamo come sarebbe andata a finire qui, nel piccolo, a Santa Marinella.
.. "Come non sposta di una virgola il problema vero di Santa Marinella: se non esce un candidato “ALTRO”, la prossima amministrazione sarà la peggiore che avremo mai avuto… peggio anche dell’ultima" ...

Ci abbiamo "azzeccato" in pieno. Quindi siamo abbastanza attendibili... o no?

Perciò ecco cosa prevediamo per questa "povera italietta" da qui al 2011.
Tra pochi mesi, se non settimane, subiremo il fatidico default finanziario del Paese. Tremorti dice che questa finanziaria, appena approvata con l'imposizione del voto di fiducia, "nun se batte!"
In realtà per metà verrà finanziata con gli improbabili introiti dello "scudo fiscale" (shit!). Cioè con un 30% di rientro di capitali degli affaristi sporchi dai paradisi fiscali ed il 70% dei soldi trafugati dalle mafie (quindi non contateci troppo).
L'altra metà è stata scippata a quei poveri gonzi dei lavoratori con il prestito forzoso allo Stato che ha prelevato dal fondo INPS dei TFR.
Dicono che ve li restituiranno... mah! Chiediamo:

"Voi prestereste dei soldi ad uno che è sull'orlo della bancarotta e prossimo a fuggire all'estero?"

Quindi questa è l'ennesima "sola" (forse l'ultima) dei nostri "polliticanti"!
A questo, dopo la chiusura delle porte delle vostre banche, perdita dei risparmi, di altri posti di lavoro, inflazione alle stelle, commissariamento dell'Italia seguiranno altri scontri di piazza e poi la guerra civile. (Argentina docet)



Sarà un "tutti contro tutti", saccheggi (tv, cellulari, e cazzate varie), feriti e morti.
Ma il vero problema, oggi, è che esistono tre tipi di italiani:
- quelli che si sono rotti le palle veramente e vogliono un'Italia onesta, lavoro, libera informazione, modernità e servizi adeguati (le famose "5 stelle")!
- quelli che credono ancora alla partitocrazia ed ai favori, che non hanno voglia di conquistarsi con il sudore le cose, che credono a tutte le stronzate di certi giornali e delle televisioni;
- quelli che pensano a fare sporchi affari attraverso l'illecito ed il crimine.
Ecco dunque come potrebbe essere divisa l'Italia all'indomani della guerra civile:


Ognuno a casa sua
senza romperci più
i coglioni a vicenda!

... e abbiamo detto tutto!


P.S. Ah! Beh... l'ottimismo è bene ficcarselo in c...!


La parola "AMORE" in bocca allo psiconano è una atroce bestemmia!

"Coglioni, kapò e mentecatti“,
l'amore secondo B.


Dal ‘94 ad oggi l’infinita serie di insulti del premier e dei suoi

di Peter Gomez e Marco Travaglio


Il capogruppo dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ieri ha spiegato in Parlamento che dal 1994 è in corso in Italia "una campagna d’odio" contro Silvio Berlusconi. Fortunatamente il premier è intervenuto subito e dall’ospedale San Raffaele, dove è ricoverato dopo la vergognosa e ingiustificabile aggressione subita domenica sera, ha ricordato che "l’amore vince sull’odio". Lo dimostrano, tra l’altro, le centinaia di interventi suoi e di esponenti del centrodestra che negli ultimi 15 anni sono sempre stati improntati al buon senso e alla moderazione. Ecco dunque una necessariamente breve antologia delle migliori frasi di quello che potrebbe essere chiamato il Partito dell’Amore.

Il bon ton con gli avversari
"Veltroni è un coglione" (Berlusconi, 3/9/95). "Veltroni è un miserabile" (Berlusconi, 4/4/2000). "Giuliano Amato, l'utile idiota che siede a Palazzo Chigi" (Berlusconi, 21/4/2000). "Prodi? Un leader d'accatto (Berlusconi, 22/2/95). "La Bindi e Prodi sono come i ladri di Pisa: litigano di giorno per rubare di notte" (Berlusconi, 29/9/96). "Prodi è la maschera dei comunisti" (Berlusconi, 22/5/2003). "Prodi è un gran bugiardo pericoloso per tutti noi" (Berlusconi, 21/10/2006). "Prima delle elezioni ho potuto incontrare due sole volte in tv il mio avversario, e con soli due minuti e mezzo per rispondere alle domande del giornalista e alle stronzate che diceva Prodi". (Berlusconi alla scuola di formazione politica di Forza Italia, 2 luglio 2007)."Con Prodi a Palazzo Chigi è giusto dire: piove governo ladro" (Berlusconi, 10/4/2008). “Il centrosinistra? Mentecatti, miserabili alla canna del gas” (Berlusconi, 4/4/2000)."Signor Schulz, so che in Italia c’è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò" (inaugurando la presidenza italiana dell’Unione europea e rispondendo a una domanda del capogruppo socialdemocratico, il tedesco Martin Schulz, sul conflitto d’interessi, 2 luglio 2003). "Sono in politica perché il Bene prevalga sul Male. Se la sinistra andasse al governo l’esito sarebbe questo: miseria, terrore, morte. Così come avviene ovunque governi il comunismo (Berlusconi, 17/1/2005).

Il rispetto per gli elettori
“Lei ha una bella faccia da stronza!” (alla signora riminese Anna Galli, che lo contestava, 24/7/ 2003).“Non credo che gli elettori siano così stupidi da affidarsi a gente come D’Alema e Fassino, a chi ha una complicità morale con chi ha fatto i più gravi crimini come il compagno Pol Pot” (Berlusconi, 14 dicembre 2005). "Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare facendo il proprio disinteresse" (discorso di Berlusconi davanti alla Confcommercio il 4/4/2006). “Le nostre tre “I”: inglese, Internet, imprese. Quelle dell’Ulivo: insulto, insulto e insulto” (27/5/2004).


L'armonia con gli alleati
Berlusconi: “Parliamo della par condicio: se non abbiamo vinto le elezioni, caro Follini, è colpa tua che non l’hai voluta abolire”. Follini: “Io trasecolo. Credevo che dovessimo parlare dei problemi della maggioranza e del governo”. Berlusconi: “Non far finta di non capire, la par condicio è fondamentale. Capisco che tu non te ne renda conto, visto che sei già molto presente sulle reti Rai e Mediaset”. Follini: “Sulle reti Mediaset ho avuto 42 secondi in un mese”. Berlusconi: “Non dire sciocchezze, la verità è che su Mediaset nessuno ti attacca mai”. Follini: “Ci mancherebbe pure che mi attacchino”. Berlusconi: “Se continui così, te ne accorgerai. Vedrai come ti tratteranno le mie tv”. Follini: “Voglio che sia chiaro a tutti che sono stato minacciato” (Discussione con l’Udc Marco Follini, secondo i quotidiani dell’11 luglio 2004).

La sacralità delle toghe
“I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana... Se fai quel mestiere, devi essere affetto da turbe psichiche” (Berlusconi, The Spectator, 10/9 2003). “In tutti i settori ci possono essere corpi deviati. Io ho una grandissima stima per la magistratura, ma ci sono toghe che operano per fini politici. Sono come la banda della Uno bianca” (Berlusconi, dopo l’arresto del giudice Renato Squillante, 14/5/96. Ma il riferimento è per quelli che l’hanno arrestato). “I Ds sono i mandanti delle toghe rosse. Noi non attacchiamo la magistratura, ma pochi giudici che si sono fatti braccio armato della sinistra per spianare a questa la conquista del potere” (Berlusconi, 1/12/99). “I giudici di Mani Pulite vanno arrestati, sono un’associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell’ordine democratico” (Vittorio Sgarbi, “Sgarbi quotidiani”, Canale5, 16/9/94).“Gian Carlo Caselli è una vergogna della magistratura italiana, siamo ormai in pieno fascismo: si comporta come un colonnello greco, in modo dittatoriale, arbitrario, intollerante. I suoi atti giudiziari hanno portato alla morte” (Vittorio Sgarbi, 8/12/94). “Nelle mie televisioni private non ci sono mai state trasmissioni con attacchi, perchè noi siamo liberali” (Berlusconi, 21/ 5/2006). "Silvio Berlusconi, durante l'ufficio di presidenza del Pdl ancora in corso, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, ha parlato di una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti , che porta il paese sull'orlo della guerra civile" (Ansa, 29/11/09)

La fiducia nella democrazia
"Si è messo mano all’arma dei processi politici per eliminare l’opposizione democratica. Non siamo più una democrazia, ma un regime. Da oggi la nostra opposizione cessa di essere opposizione a un governo e diventa opposizione a un regime" (Berlusconi, dopo una condanna in primo grado tangenti, 8/8/98). “La libertà non si può più conquistare in Parlamento, ma con uomini lanciati in una lotta di liberazione. Senza la devoluzione, da qui possono partire ordini di attacco dal Nord. Io sono certo di avere dieci milioni di lombardi e veneti pronti a lottare per la libertà” (Umberto Bossi al “parlamento padano”, presente Berlusconi, Ansa, 29/9/2007). "Boicotteremo il Parlamento, abbandoneremo l’aula, se necessario daremo vita a una resistenza per riconquistare la libertà e la democrazia” (Berlusconi, 3/3/95). "In Italia c’è uno Stato manifesto, costituito dal governo e dalla sua maggioranza in Parlamento, e c’è uno Stato parallelo: quello organizzato in forma di potere dalla sinistra nelle scuole e nelle università, nel giornalismo e nelle tv, nei sindacati e nella magistratura, nel Csm e nei Tar, fino alla Consulta. Se si consentirà a questo Stato occulto di unirsi allo Stato palese, avremo in Italia un regime vendicativo e giustizialista, mascherato di legalità e ostile a tutto ciò che è privato" (Berlusconi, 5/4/2005). "Adesso diranno che offendo il Parlamento ma questa é la pura realtà: le assemblee pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti".(Berlusconi, 21/5/2009)

Il galateo istituzionale

“Il presidente Scalfaro è un serpente, un traditore, un golpista” (Berlusconi, La Stampa, 16/1/95). "Altro che impeachment! Scalfaro andrebbe processato davanti all’Alta Corte per attentato alla Costituzione. E di noi due chi ha maneggiato fondi neri non sono certo io. D’altra parte, Scalfaro da magistrato ha fatto fucilare una persona invocandone contemporaneamente il perdono cristiano. Bè, l’uomo è questo! Ha instaurato un regime misto di monarchia e aristocrazia” (Berlusconi 18/1/95). "Io non sono in contrasto con il capo dello Stato, non ne ho nessun motivo, anzi sono un suo sostenitore convinto. Ho con lui un rapporto molto cordiale" (Berlusconi, 28/2/95). "Ma vaffanculo!" (Berlusconi, accompagnando l’insulto con un gesto della mano, mentre il presidente emerito Scalfaro denuncia in Senato il «servilismo» della politica estera del suo governo nei confronti degli Usa sull’Iraq, 27/9/2002). "Italia vaffanculo" (Tre eurodeputati leghisti, commentando in aula a Strasburgo l'intevento del presidente Carlo Azeglio Ciampi, 5/7/05). "Questi signori, che hanno vinto delle elezioni taroccate, hanno arrogantemente messo le mani sulle istituzioni: il presidente della Repubblica è uno di loro" (Berlusconi, riferendosi al presidente, Giorgio Napolitano, 21/10/06).

da Il Fatto Quotidiano del 16 dicembre 2009



VOMITOOO...
XKCOUGGGHHH...
SPLUTTR...PPUA'SHH...

AAHHH!

martedì 15 dicembre 2009

Lettera per Bakeka... dal degrado cittadino

Scritte naziste a Santa Marinella


"EBREO" "T'AMMAZZO" ecc.ecc. Scritte a caratteri cubiltali sono state fatte sul cancello della mia abitazione in via Innocenzo XI. Sapete quale e' la mia colpa? (oltre a quella di essere ebreo naturalmente), aver chiesto piu' volte a questi ragazzi di non danneggiare, di non urlare bestemmie, di non entrare coi mezzi nella zona pedonale a forte velocità, avete agli atti un mio esposto, dove per poco non mi ammazzano una figlia!

Se succedese a Roma, interverrebbe la Digos, se si sapesse chi fosse, sarebbe arrestato, Invece Lei che fara' signor Sindaco? Sono anni che sa' quello che succede su quella piazzetta, anni che alza le spalle,se non riesce a fermare 10/15 teppisti che sa' benissimo chi sono, se non riesce a tutelare l'unico centro storico del paese, se non riesce a mettere una sbarra che impedisce l'accesso ai motorini o a mettere una telecamera, perche' non si dimettte? abbia questa onesta' intellettuale, lo dico lucidamente, magari e' un ruolo piu' grande di lei: Si ritenga responsabile per tutto quello che e' successo , che succede, e che succedera' in quella piazza, perche' ha sempre saputo di questa situazione,lei come i vigili adiacenti che fanno multe solo ai villeggianti e lasciano che l'inverno diventi una fumeria pubblica, anzi non pubblica, loro!! forse aspettate il morto per fare qualcosa? Santa Marinella è un paese amato da molti ebrei romani, che passano da generazioni le loro vacanze, e non solo, nel paese. I rapporti con le istituzioni sono sempre stati ottimi, anche perche' gli ebrei sono un popolo civile di lavoratori. Sarebbe educativo provare le sensazioni di amici che sono scappati dai lager tedeschi, o che hanno visto le madri o i fratelli deportati ad Auswhitz, vedendo queste scritte,che sono state fatte per colpa di chi, come lei, risponde con l'indifferenza alle mille richieste di aiuto formali ed informali che avete ricevuto nel corso degli anni da tutti gli inquilini della zona, ebrei, cattolici, atei e musulmani!!!! Un ringraziamento di cuore alla caserma dei carabinieri che ha mostrato tanta solidarietà ed a chi ,nel comune, si e' preoccupato di far cancellare tempestivamente le scritte offensive.

Distinti saluti (segue raccomandata)

Marco Della Rocca

lunedì 14 dicembre 2009

L'Italia ha bisogno di verità, di giustizia, di legalità

Berlusconi e la violenza:
la forza dei fatti e delle idee



Deve essere chiaro che chi ha colpito al volto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non è uno stupido, ma un delinquente. Il nostro pensiero sul Cavaliere è noto: crediamo che sia il peggior premier della storia repubblicana. Riteniamo che sia il perfetto campione di una classe dirigente nel suo complesso mediocre che non rappresenta il Paese e che il Paese non merita. Caste di questo tipo non si abbattono però con la violenza, ma con la forza dei fatti e delle idee. L'Italia ha bisogno di verità, di giustizia, di legalità, non di pugni in faccia o di insulti.
Per questo è nato il nostro giornale, per questo è nato questo blog.
Quindi ci auguriamo che il solitario protagonista dell'aggressione a Berlusconi venga punito con assoluta severità. Da parte nostra, invece, assicuriamo che andremo avanti come sempre: analizzando le cose, ragionando e (quando è il caso) protestando.


Post scriptum
Mentre scriviamo, giunge notizia che l'aggressore (Massimo Tartaglia - ndr) sarebbe in cura da 10 anni per malattie mentali al Policlinico di Milano. Fermo restando quello che abbiamo detto fin qui chi già cercava improbabili mandanti morali o si preparava a lanciare l'allarme terrorismo farebbe bene a darsi una calmata anche lui.

Peter Gomez e Marco Travaglio


Lo tsunami si può fermare con un' "Onda" contraria!

La Jugoslavia dolce

"Andiamo ai materassi", diceva Don Corleone nel film: "Il Padrino". Prepariamoci. Rimane poco tempo. Abbiamo ballato sul Titanic troppo a lungo e non crediamo più all'esistenza degli iceberg. Gli italiani sono come orsi polari alla deriva sulle lastre di ghiaccio nello stretto di Bering. Su lastre sempre più piccole. Non capiscono perché si trovino in mezzo all'oceano, ma pensano che finché c'è ghiaccio c'è speranza.



Berlusconi è finito. Con la sua sovrumana volontà di sopravvivenza alla giustizia e alla decadenza fisica ha tenuto in vita artificiale un Paese inesistente insieme alla sua carcassa.
Il dopo Berlusconi è già iniziato. I suoi ex compari Fini e Casini si preparano alla successione.
L'Italia si sta spaccando come un lastrone di ghiaccio. E' un coniglio ipnotizzato da un serpente, non riesce a distogliere gli occhi da un vecchietto psicolabile di settantaquattro anni, mentre lo Stato va a pezzi.
Lo Stato è fallito. Ve lo diranno il giorno dopo, scriveranno che era imprevedibile, quando invece tutti sanno. Il presidente greco Papandreou teme la bancarotta, la perdita di sovranità nazionale, in sostanza il commissariamento, l'impossibilità di fare una politica economica autonoma.



Chi ha in pancia titoli di Stato greci ha paura che diventeranno come i Tango bond argentini: carta straccia. La Grecia ha 300 miliardi di euro di debito pubblico, noi SEI volte tanto. La popolazione greca è di circa 12 milioni di abitanti. I nostri pensionati e dipendenti pubblici sono quasi 19 milioni. Una stima realistica dei disoccupati italiani è di 3 milioni e mezzo, conteggiando anche coloro che il lavoro non lo cercano più, i cosiddetti "sfiduciati".
Le istituzioni finanziarie mondiali e i ministeri del Tesoro comprano titoli di Stato. Per proteggersi dal rischio Paese possono contrarre delle polizze assicurative. L'Italia è prima nel mondo per polizze contratte contro la sua bancarotta. Che altro bisogna fare per suonare la campana a martello?



Se l'economia ci presenterà un conto che non riusciremo a pagare, lo stesso farà la Storia. La Lega punta alla secessione del Nord e con tutta probabilità riuscirà a ottenerla. La crisi dello Stato e il crollo dei piduisti del PDL la favorirà. Diventerà il primo partito sopra il Po. La mafia in Sicilia ha lo stesso obiettivo sin dai tempi di Salvatore Giuliano. Una Jugoslavia dolce ci aspetta. Gli italiani si frequentano da troppe migliaia di anni per farsi una vera guerra. Un Paese che ha Napolitano presidente della Repubblica, Schifani presidente del Senato e lo psiconano presidente dl Consiglio è morto. Uno zombie che cammina.


Beppegrillo.it

Lo tsunami italiano è alle porte. Prepariamo i materassi.


E noi paghiamo?


TFR addio

Tremorti è arrivato all'ammazzacaffè del TFR dopo la frutta dello Scudo Fiscale e il dolce dei prelievi dai "conti dormienti". Tremorti userà 3,1 miliardi di euro del TFR depositati presso l'INPS a copertura di un terzo della Finanziaria. I risparmi di una vita vengono sottratti senza nessun consenso. E' la finanza creativa di uno Stato prossimo al default, l'azione disperata di Tremorti, un curatore fallimentare che non sa più che pesci pigliare. Quale sarà la prossima mossa? Il quinto dello stipendio? La diminuzione delle pensioni? Il congelamento dei BOT? Il prelievo forzoso di una percentuale a piacere dai conti correnti? Il TFR una volta serviva per garantire ai lavoratori una vecchiaia dignitosa. Oggi garantisce il buco dello Stato.

Beppegrillo.it



PIOVE... GOVERNO LADRO?
NO! DI PIU'!

sabato 12 dicembre 2009

I nostri 11 settembre

Piazza Fontana quarant'anni dopo e sembra oggi


Il 12 dicembre del 1969 fino alle 16.37 piazza Fontana a Milano era solo un posto abbastanza anonimo dove passavano i tram. Situata dietro il Duomo con ai lati la Banca Nazionale dell'Agricoltura e l'edificio dell'Arcivescovado e al centro qualche panchina. L'esplosione che trasformò un giorno d'inverno nel nostro primo 11 settembre (in seguito ne abbiamo avuti decine dall'Italicus alla strage di Capaci) sventrò la banca, uccise 17 persone e ne ferì in modo grave un centinaio. Fu un tentativo di colpo di Stato. Nessuno può rispondere con certezza se il tentativo riuscì oppure no. "La situazione che si era creata avrebbe dovuto portare a un colpo di Stato" ha dichiarato in seguito il giudice Gerardo D'Ambrosio che indagò sulla strage. Della stessa opinione fu Aldo Moro che quel giorno disse: "Siamo in guerra" e in seguito aggiunse: "Ci sono tanti modi di fare politica: e tra i tanti c'è anche quello delle bombe". L'allora presidente Saragat voleva proclamare "lo stato di pericolo pubblico" mai adottato nella storia repubblicana. Moro si oppose. Era un possibile "golpe alla greca" dei colonnelli con leggi eccezionali e l'eventuale ricorso a elezioni anticipate. Piazza Fontana è stato un attentato politico, la prova provata è che gli unici condannati sono stati alcuni ufficiali dei servizi segreti italiani. I segreti di Piazza Fontana, condivisi da una parte della classe politica e degli apparati dello Stato, hanno "contaminato" tutta la storia successiva del Paese. L'impunità dei mandanti "ha distrutto la fiducia nello Stato di un'intera generazione di cittadini", secondo le parole di Paolo Emilio Taviani, ministro democristiano dell'epoca.
Le indagini si bloccarono in sostanza nel 1974. Lo Stato impose il segreto politico-militare di fronte all'incriminazione dell'ammiraglio Eugenio Henke, capo del Servizio Informazioni DifesaEmilio Alessandrini, in seguito assassinato da Prima Linea, che indagava sull'attentato disse al collega D'Ambrosio: "Ci hanno tolto l'inchiesta, ma ci hanno salvato la vita".
Da allora in Italia operano due livelli. Quello dei cittadini normali e uno superiore che decide senza chiedere, che informa senza informare, che non si farà mai processare
"La storia di un Paese in cui è stato assassinato il più importante dirigente industriale, Enrico Mattei, il più importante uomo politico, Aldo Moro, l'uomo delle forze dell'ordine più rappresentativo, il generale Dalla Chiesa, uno dei giornalisti più capaci di penetrare le trame del potere, Mino Pecorelli, uno dei banchieri "cerniera" tra mondo laico e Vaticano, Roberto Calvi, in cui si è tentato di uccidere il papa più eminente del secolo scorso, Giovanni Paolo II - e c'è chi sospetta fortemente dell'uccisione del suo predecessore, Giovanni Paolo I.

... Aggiungiamo: i due più "capaci" (sic!) magistrati italiani, Falcone e Borsellino!

Come potranno i giovani trovare radici e alimento politico culturale e morale nella nostra memoria se certi suoi nodi irrisolti non vengono sciolti?
" Paolo Cucchiarelli.

> Citazioni e riferimenti dal libro: "Il segreto di Piazza Fontana" di Paolo Cucchiarelli, edizioni Ponte alle Grazie
(SID).

Beppegrillo.it

venerdì 11 dicembre 2009

B. ci mette le palle e gli itadioti il culo!


AH AH AH... sarà una risata che vi seppellirà!
Se qualche idiota si decide a spengere la tv e ad accendere il cervello!





Brutta notizia e bella notizia

Brutta notizia e bella notizia.
Non chiedete di più nel paese della libertà... provvisoria :(



Cosentino e le sabbie mobili :(

L'arresto di Cosentino richiesto dalla magistratura è stato respinto dal Parlamento. E' una buona notizia. Più si sputtanano più affondano nelle sabbie mobili. Craxi fu cacciato a furor di monetine. Un po' si vergognava di essere un ladro. I suoi successori si chinerebbero a raccogliere anche i 5 centesimi protetti dalle forze antisommossa. Ascoltare i deliri difensivi a favore di Cosentino dei parlamentari è una musica dolce. Parole che sono epitaffi, una marcia funebre dei pregiudicati. Più si auto assolvono, più la pulizia popolare sarà efficace.



Sgarbi sottocosto
:)

TORINO - Vittorio Sgarbi e' stato condannato dal tribunale civile di Torino a pagare 30mila euro di risarcimento per aver ingiuriato Marco Travaglio nel corso della puntata di 'Annozero' andata in onda il 1 maggio del 2008. Lo rivela uno dei legali del giornalista, Andrea Fiore. Il giudice ha anche stabilito che la sentenza sia pubblicata su 'Repubblica' e 'La Stampa'.
(RCD)


martedì 8 dicembre 2009

Basta cacca!


I nuovi servi della gleba

L'Italia è uno Stato feudale, non una democrazia. E' il superamento della democrazia. Il capitale applicato al Medio Evo. I partiti regnanti hanno occupato il Parlamento e nominano direttamente i loro dipendenti, i loro amici, i famigliari, le amanti. C'è la moglie di Fassino del Pdmenoelle che è eletta da 7 legislature, dai tempi di Reagan e del Muro di Berlino. Ci sono gli avvocati di Berlusconi che fanno una legge su misura ogni volta che ha un processo. Esistono due partiti regnanti, il Pdl e il Pdmenoelle. Si sono spartiti il Parlamento. Il Parlamento è un utile strumento in mano al Governo Regnante che lo usa, insieme all'Opposizione Silente, per assegnare le risorse dello Stato ai Vassalli: autostrade, frequenze televisive, acqua, energia, territorio.
Le risorse dei cittadini sono date in concessione per decenni ai vassalli amici che garantiscono così il controllo economico del Paese. "Il feudatario o vassallo non era il proprietario della terra, ma solo un usufruttuario che riceveva beni e protezione da un potente in cambio della sottomissione e di un giuramento vassallatico di fedeltà" (*). I Vassalli italiani sono riuniti in una confederazione detta Confindustria, la Confederazione dei Vassalli di Stato. Ad esempio, il vassallo Benetton ha in concessione le autostrade, già pagate da generazioni di italiani, e chiede il pizzo al casello. I vassalli riuniti nella Hera, azienda multiutility, hanno invece lo sfruttamento dell'acqua.
Può capitare che il vassallo diventi un successore al trono. E' il caso di Berlusconi al quale il socialista regnante Craxi, ladro e latitante, regalò le concessioni televisive. Grazie all'informazione e ai soldi della raccolta pubblicitaria, il vassallo Berlusconi divenne presidente del Consiglio. In seguito, D'Alema, nel suo breve (ma non abbastanza) regno, promulgò una legge ad hoc per consentire a Berlusconi di pagare solo l'uno per cento dei ricavi allo Stato per le frequenze di tre reti televisive nazionali. D'Alema, quello che è stato trombato come mister PESC per fortuna dell'Europa, andò oltre il concetto di concessione con le donazioni di Stato. Nel 2000 donò a Colaninno e Gnutti, definiti "capitani coraggiosi", Telecom Italia, la più grande azienda del Paese, spolpata in seguito da Tronchetti Provera. La donazione avvenne con l'acquisto a debito. Colaninno indebitò Telecom e con i soldi del debito la comprò con l'assenso del governo regnante. Telecom Italia è ora tra le aziende telefoniche più indebitate del mondo in attesa di finire in bocca a Telefonica, e l'Italia la nazione più arretrata d'Europa per la diffusione della banda larga. Un'altra grande donazione ai vassalli avvenne per Alitalia. Berlusconi la divise in due parti: una good company e una bad company. La good company finì ai soliti noti della Confindustria dei Vassalli, tra cui i sempiterni Colaninno e Tronchetti, la bad company, con tutti i debiti, rimase a carico dei contribuenti.

I Partiti Regnanti governano con favori, concessioni, donazioni e aiuti di Stato come avviene per la Fiat, il feudatario di Torino, ma anche attraverso Grandi Opere Inutili pagate dai contribuenti, come il Ponte di Messina, la Tav in Val di Susa, le centrali nucleari, gli inceneritori, i rigassificatori, tutte opere realizzate dai Vassalli di Confindustria, Marcegaglia, Ligresti, Romiti, Caltagirone. Le donazioni avvengono inoltre con l'utilizzo delle risorse della Comunità Europea date a vassalli regionali collegati con le mafie senza alcun controllo sulla loro destinazione. I soldi per i depuratori e per le nuove imprese si trasformano in tangenti e le tangenti in voti. L'Italia feudale è per questo prima assoluta per truffe ai danni della Comunità Europea. I partiti regnanti trasformano le risorse dello Stato (nostre) in regalie e la democrazia in una barzelletta. Gli italiani sono i nuovi servi della gleba.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.


(*) da Wikipedia, "Feudatario"

Beppegrillo.it

venerdì 4 dicembre 2009

B come BASTAAAAAAA!!!


Nuova Resistenza!

Nuovo Rinascimento


mercoledì 2 dicembre 2009

Parlare alla mafia

Dallo “strozzerei quelli de La Piovra” al 41 bis e ai pentiti:
le frasi di B. e Dell’Utri "tradotte" insieme a Claudio Fava


di Vincenzo Vasile

Dedicato a quelli che, quando Berlusconi dice che strozzerebbe Saviano, pensano che è una delle solite gaffe, un boomerang, una barzelletta.
A quelli che si illudono di racimolare consensi presentandosi con la faccia paciosa, evitando di nominare S. B, principale esponente dello schieramento avversario.
A quelli che invitano ad abbassare i toni e scendono in piazza, se scendono, a titolo personale.
A quelli che si sono scordati che due secoli di storia italiana sono ormai trascorsi con pezzi di politica e pezzi di mafia che si lanciavano segnali di fumo, alternando parole, ammiccamenti, trattative, minacce, delitti e stragi.
A loro dedichiamo un nostro tentativo di "traduzione interlineare" delle parole dette e non dette, delle allusioni sussurrate, dei cenni sibilati.
Un manualetto, redatto con la consulenza di Claudio Fava, (che è candidato nella lista di quelli da strozzare, se non altro come sceneggiatore di I cento passi e del Capo dei capi ed è orfano di Giuseppe, giornalista che fu ucciso, in mezzo a una fantasmagoria di analoghi segnali cifrati, di trattative e di proiettili, a Catania, Italia, 1984).
Una guida. Come quelle che si usavano a scuola per le versioni. Da tenere sotto il banco pronta per consultazione. Perché le cronache ci dicono che è vigilia di un’emergenza. Come nel giorno precedente tanti episodi feroci, che furono precorsi spesso da parole vaghe e segni similmente oscuri.
E dunque oggi occorre decifrare i segnali di fumo che – calcisticamente - il “tridente” di Berlusconi, Dell’Utri e Renato “Betulla” Farina sta lanciando in questi giorni con uno straordinario gioco di squadra.
Il primo nega l’esistenza della mafia, e minaccia lo strangolamento – uno scherzo, maddai! – degli autori delle nove Piovre e dei libri di mafia "che ci fanno fare una bella figura". Per poi correggere che no, la mafia ci informano che forse esiste, e se esiste lui l’ha combattuta in maniera tosta.
L’ex giornalista, amico di Feltri, se ne va nelle stesse ore nel carcere di Opera a Milano e dichiara che i mafiosi dietro le sbarre al 41bis stanno peggio che a Guantanamo.
E il senatore di fiducia, promotore di Forza Italia agli albori, condannato per concorso in mafia, dice che bisogna togliere il concorso esterno - e "magari aboliamo anche quello interno?" - , abbandonare la strada dei pentiti, e torna a indicare lo stalliere Mangano (che non si pentì), come un eroe.
È arrivato dall’altra parte nei mesi scorsi qualche segnale di grave delusione, non bastano più le solite promesse. La trattativa è ripresa, la trattativa continua. Un lavoro di traduzione, decrittazione, contestualizzazione di queste frasi è, dunque, necessario.
Lo dedichiamo a quelli che si sono scordati della lezione di coloro che simili segnali di “trattativa” sapevano ben interpretarli. E per saperli leggere e volerli combattere hanno perso la vita: il comunista La Torre, il democristiano Mattarella, i carabinieri Basile, D’Aleo e Dalla Chiesa, i poliziotti Giuliano, Montana e Cassarà, i magistrati Costa Terranova Chinnici Falcone Borsellino, i giornalisti Fava Impastato e Rostagno.
E tutti gli altri, vittime della mafia, strozzati nella camera della morte, immersi in un grande lago di sangue. Morti che furono gettati come una posta sanguinosa sul tavolo della trattativa, tra un pizzino e una dichiarazione ai giornali. Si tratta di una galleria di “eroi” veri, da onorare.
Anche e soprattutto nei giorni che il dolore e l’indignazione si sono dileguati, come negli acidi della mafia. E così rischiamo di assuefarci al chiacchiericcio delle parole approssimate, delle spiritosaggini. Che celano, sospettiamo, una fitta corrispondenza di bigliettini, minacce, strattonamenti, cedimenti, lusinghe, intese.


LE FRASI E LA "VERSIONE" D'AUTORE
(Clicca sull'immagine per ingrandire)