domenica 31 gennaio 2010

POLLI & POLLIIIIII !!!



Attenti ai polli cinesi!

Tutti dobbiamo fare attenzione nel mangiare polli arrostiti o comunque aromatizzati se non conosciamo la provenienza. Pensate che i cinesi sono in grado di fornire tutte le settimane migliaia di tonnellate di polli. Cosa avviene? In Cina, commercianti senza scrupoli all’alba iniziano la raccolta dei polli morti,


Sapere se un prodotto arriva dalla Cina è semplice: Le prime 3 cifre del codice a barre di un prodotto indicano il codice del paese d’origine del prodotto.
Per esempio
tutti i codici che iniziano per : 690, 691, 692 fino a 695 sono tutti della Cina; il codice 471 indica un prodotto fatto a Taiwan.
Tempo fa è stato scoperto un traffico, partendo da un dettaglio insignificante. A seguito di controlli nel porto di Gioia Tauro (
c'è di mezzo anche la 'ndrangheta?), gli uomini del Servizio Antifrode della dogana, aprendo i container, nel fondo, venivano scoperti ventidue tonnellate di pollo. Immediatamente scattano le indagini, e si scopre che quelle etichette, che erano intestate ad una nota ditta brasiliana erano falsificate, la carne di pollo non veniva dal brasile ma dalla Cina e Thailandia, in questo modo veniva aggirato facilmente con l’origine Brasiliana.
E’ nata l’inchiesta portata avanti dal Servizio Antifrode della dogana di Roma . Alla fine i NAS del tenente Marco Datti hanno sequestrato circa tremila chilogrammi di carne di pollo d’origine cinese e Thailandese. Nel mirino magazzini, negozi, ristoranti e abitazioni tutti riconducibili a persone di nazionalità cinese. La carne di pollo veniva confezionata in buste di plastica e in cartoni recanti l’intestazione di una nota ditta brasiliana. Non c’era comunque solo il pollo sospetto nei controlli dei NAS, sono saltate fuori altre situazioni a rischio, sono stati sequestrati oltre duecentoventi tonnellate di derrate alimentari per un valore complessivo di circa due milioni di euro.


Il problema è la carenza di controlli, tranne in rarissimi casi, di ciò che consumiamo ogni giorno. Certo! Il nostro primo pensiero è spendere poco, ma almeno spendiamolo per cibi della nostra terra certamente più sicuri.

Ecco il LINK per scaricare
l'elenco di tutti i codoci a barre
e i Paesi corrispondenti...
Potrà tornarvi utile!



ED ORA PASSIAMO
AI POLLI NOSTRANI!


Ecco la prova che la legge sul legittimo impedimento serve solo a Truffolo


La verità su B. raccontata dal suo ex avvocato

«Conosco bene il modo con cui Berlusconi chiede ai suoi legali di fare le leggi ad personam, perché fino a pochi anni fa lo chiedeva a me. E, contrariamente a quello che sostiene in pubblico, con i suoi avvocati non ha alcun problema a dire che sono leggi per lui. Per questo oggi lo affermo con piena cognizione di causa: quelle che stanno facendo sono norme ad personam».


SVEGLIA!

FAI SENTIRE LA TUA VOCE
URLA!



giovedì 28 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 13


I (loro) parlamentari, i (loro) culi,
i (nostri) soldi e le (loro) facce da culo!



§§§ LE IENE SHOW §§§
POLITICI IGNORANTI SULLA COSTITUZIONE
SALVATEVI ITALIANI !






§§§ LE IENE SHOW §§§
Brunetta e i 2 culi




Gli sprechi del G8 mancato

In Sardegna, a La Maddalena sono stati sperperati 327 milioni di euro per l'incontro al vertice poi spostato a L'Aquila. Soldi buttati: gli hotel extra lusso sono abbandonati e nessun posto di lavoro è stato creato. L'inchiesta di Repubblica

In totale sono 327 i milioni di euro letteralmente buttati via per il G8 mancato in Sardegna, dopo il trasferimento a L'Aquila dall'8 al 10 luglio 2009. Soldi presi in larga parte dal bilancio e dai contributi per la Regione Sardegna, investimenti che non hanno portato a posti di lavoro ma soltanto a sperperi. "From La Maddalena to L'Aquila" era lo slogan dell'evento mondiale che spostava l'attenzione del mondo sulle aree terremotate dell'Abruzzo. Dimenticando completamente la Sardegna, La Maddalena e le promesse di lavoro e investimenti nel settore turistico dopo lo smantellamento della base militare.

Nell'isola sono stati costruiti hotel di lusso che stanno letteralmente cadendo a pezzi e che generano ulteriore sperpero. La denuncia è del quotidiano "La Repubblica " che oggi scrive: "Sono le due mega-opere costruite nell'ex Arsenale e nell'ex ospedale militare: una, la grande area dove si sarebbe dovuto svolgere il vertice dei grandi del mondo - andata in gestione per 40 anni a prezzo di saldo alla Mita Resort di Emma Marcegaglia, l'unica che da questa storia ci ha davvero guadagnato e guadagnerà- ; l'altra, l'hotel cinque stelle plus, costato, solo quello, 75 milioni, 742 mila euro a stanza e però nessun imprenditore ne vuole sapere". L'hotel in questione è costantemente riscaldato e illuminato con costi ulteriori, ma a quanto pare manca un accesso via terra a questo albergo e quindi non si troveranno imprenditori disposti a gestirlo fino a quando non verrà fatto un sottopassaggio che consenta di mettere la struttura in comunicazione con il sistema viario dell'isola. Nel frattempo sono state aperte due inchieste giudiziarie. (Libero)


Parlamento


Palazzo Chigi - Consiglio dei Ministri



Ufficio di Presidenza


La Verità è che all'80% degli italiani
piace prenderlo in quel posto!




mercoledì 27 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 12

Rastrellati il 16 ottobre 1943, uno solo tornò

I sorrisi dei bambini prima del lager
Un ossario digitale per 288 storie

Le foto scattate prima che fossero caricati sui treni
per Auschwitz in una specie di sacrario virtuale



C'è un ossario digitale di bambini ebrei online: le foto di Fiorella e Samuele, Roberto e Giuditta e tutti gli altri piccoli, coi fiocchi tra le trecce e il triciclo e il vestito da marinaretto, scattate prima che fossero caricati sui treni per Auschwitz.
Dal solo ghetto di Roma ne portarono via 288: quelli che passarono per il camino furono 287.
E intanto gli opuscoli del Terzo Reich incoraggiavano le mamme germaniche: «Offrite un bambino al Führer ché ovunque si trovino nelle nostre province tedesche gruppi di bambini sani e allegri. La Germania deve diventare il Paese dei bambini».
La rete è inondata di pattume razzista; si trovano migliaia di rimandi a siti che strillano «L’olocausto, una bufala di cui liberarsi» e «Il diario di Anna Frank: una frode» o arrivano a sostenere che ad Auschwitz c’era una piscina «usata dagli ufficiali delle SS per guarire i pazienti».
È sulla rete che sono approdate canzoni naziskin come quella dei «Denti di lupo» che urlano «quelle vecchie storie / sui campi di sterminio / abbiamo prove certe / son false e non realtà» e «Terra d’Israele, terra maledetta! / I popoli d’Europa, reclamano vendetta!» e ancora «Salteranno in aria le vostre sinagoghe / uccideremo tutti i rabbini con le toghe...». Ed è sulla rete, perciò, che doveva essere eretto questa specie di sacrario virtuale che ci ricorda come l’ecatombe successe solo una manciata di decenni fa.
Dei 1.023 ebrei rastrellati quel maledetto «sabato nero» dell’ottobre ’43, rientrarono vivi a Roma solo in 17. E tra questi, come dicevamo, solo un bambino dei 288 che erano stati portati via. Una strage degli innocenti. Uguale in tutta l’Italia. Il dato più sconvolgente della strage, scrivono appunto Lidia Beccaria Rolfi e Bruno Maida ne
Il futuro spezzato: i nazisti contro i bambini, è «l’altissimo numero delle vittime più giovani, dei bambini e dei ragazzi ebrei: complessivamente i morti, da zero e 20 anni, ammontano a 1.541». Di questi, i figlioletti con pochi mesi o pochi giorni di vita furono 115.
Sono 413, gli ebrei delle foto messe in rete all’indirizzo www.cdec.it/voltidellamemoria. Quelli tornati vivi furono due: Ferdinando Nemes e Piero Terracina. Tutti gli altri, assassinati. Buona parte lo stesso giorno del loro arrivo ad Auschwitz, come il 23 ottobre 1943 la romana Clelia Frascati e i suoi dieci figli, il più piccolo dei quali, Samuele, aveva meno di sei mesi. «Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata», ha scritto ne
La notte lo scrittore e premio nobel Elie Wiesel, «Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede».
Sono in troppi, ad aver fretta di dimenticare. O voler voltar pagina senza riflettere su quello che è successo. A rovesciare tutte le colpe sui nazisti. Quelle foto, due giorni dopo l’amaro riconoscimento del Papa su quanti restarono indifferenti, ci ricordano come andò. E magari è il caso di rileggere, insieme, qualche passo di quel libro di Lidia Beccaria Rolfi e Bruno Maida. «I bimbi ebrei sono anche vittime di una ulteriore piaga che infuria nei mesi dell’occupazione nazista, quella della delazione: secondo la sentenza emessa dalla corte di assise di Roma nel luglio 1947, un gruppo di sei spie italiane che agiscono nella capitale vendono i bambini ebrei a mille lire l’uno e i militi italiani si distinguono in dare loro la caccia, come l’appuntato dei carabinieri che arresta nel febbraio 1944 a La Spezia Adriana Revere, di nove anni...». (G. A. Stella)


L'Olocausto dimenticato dei Rom



61 anni fa, il giorno 2 agosto 1944, le truppe sovietiche liberarono Auschwitz.
La "sezione Rom" del campo era stata smantellata e in una notte vennero gasati circa 3000 Rom, uomini, donne e bambini.
I prigionieri fecero una resistenza, attaccarono le SS, ma fu tutto inutile.
Un articolo sulla memoria di questi 61 anni.


I pregiudizi persistenti usati per disconoscere l'Olocausto Rom

A Francoforte, Braubachstrasse è una piccola strada quasi insignificante, che congiunge i due principali assi di comunicazione nel centro della città. Le decine di migliaia di turisti la percorrono inconsapevoli, per raggiungere la Paulskirche, la culla della democrazia tedesca, o il Römer, pseudo-romantica ricostruzione del municipio. Tre volte all'anno quella strada è palcoscenico di uno strano pellegrinaggio: una folla di Rom e di simpatizzanti si raduna si fronte a un grigio edificio sul lato sinistro della strada. Qui dopo tanti anni c'è ancora la sede del Dipartimento di Salute Pubblica, dove lavorarono il biologo nazista Robert Ritter e la sua assistente Eva Justin. Anche quest'anno la folla ricorderà la liberazione di Auschwitz, la liquidazione del cosiddetto "campo Zingaro" ad Auschwitz-Birkenau ed il decreto che stabiliva la deportazione di Rom e Sinti.

Le ricerche di Robert Ritter su quelle che considerava le caratteristiche razziali dei Rom, fornirono le basi alle teorie pseudo- scientifiche della soluzione finale. Vennero distinti i Rom puri dai mezzosangue. Stabilito che erano discendenti, per quanto primitivi, di una casta indiana, ma nel contempo geneticamente proni al crimine e alla devianza sociale.

Ne lui ne la sua assistente furono mai condannati e nel dopoguerra furono usati anche come esperti nel giudicare le cause legali intentate dai Rom. Toccò alla Frankfurt Roma Union
richiedere per molto tempo al comune di porre sull'edificio una targa che ricordasse le responsabilità della scienza nel genocidio dei Rom.

Un'indicazione della mancanza di interesse su questi argomenti è l'assenza di dati precisi sui Rom morti sotto il nazismo. Gli attivisti Rom indicano una cifra tra 500.000 e 1,5 milioni di morti, altre stime più modeste danno una cifra di 100.000. Molte delle uccisioni avvennero lontano dai riflettori e non vennero documentate, altre vittime furono elencate come Ebree.

Da parte Rom, mancò un nucleo intellettuale e una diaspora recettiva, per raccontare la loro versione della storia. Inoltre furono pochissimi i sopravvissuti, soltanto 13 Rom fecero ritorno dai campi di sterminio in Belgio [...]

L'etichetta di asociali affibbiata ai Rom dai nazisti e la persistenza degli stereotipi d'anteguerra ha seriamente inibito i pochi sopravissuti dal parlare pubblicamente delle persecuzioni subite, e questo stato un grave deterrente nel momento in cui si è aperta la possibilità di chiedere una compensazione per le sofferenze passate. Sono stati esclusi dalla Wiedergutmachung (la riparazione per i crimini di guerra) adducendo il fatto che non sarebbero stati perseguitati per motivi razziali, ma a causa della loro attitudine antisociale. [Alcuni] Ebrei negano che la persecuzione dei Rom si sia basata su radici razziali, rendendo l'Olocausto esclusivamente ebreo. E' diventato quasi impossibile convincere l'opinione pubblica che anche i Rom hanno sofferto un genocidio. Anche recentemente Yehuda Bauer, direttore dello Yad Vashem Memorial Centre, ha affermato che a differenza degli Ebrei, i Rom non erano un obiettivo centrale della soluzione finale, ma soltanto un "elemento di fastidio".

Lo stesso Tribunale di Norimberga non fece mai menzione sui Rom, e vennero poi classificati, come i popoli di pelle scura, come "razzialmente distinti" e di "sangue alieno". E' vero che sino al 1943, a differenza degli Ebrei, i Rom prestarono servizio militare nella Wehrmacht, da cui furono deportati direttamente ad Auschwitz, come ricorda il sopravvissuto Walter Stanoski Winter (cfr. "Sentivamo la stessa pena") nelle sue memorie.

La discriminazione in Europa nasce ben prima del nazionalsocialismo, e fu comune in tutto il continente. In Francia, un primo censimento per identificare Rom e girovaghi, venne fatto nel 1895. Nel 1912, venne introdotto un carnet antropometrico per regolare la loro circolazione, completo di fotografie e impronte digitali; rimase in vigore sino al 1972. Nel 1899 a Monaco di Baviera venne adottato un "Registro Centrale per la Lotta alla Piaga degli Zingari", che originò squadre speciali all'interno dei commissariati. Dal 1933, i Rom in Germania furono confinati in campi speciali, ripresi poi anche in Austria. Oggi sono sotto attacco aperto di politici che dovrebbero conoscerli meglio.

I ripetuti sforzi di alcuni titolati accademici Rom, come Ian Hancock, autore di "Risposte al Porrajmos: l'Olocausto dei Rom", di riportare il dibattito alla correttezza, poco hanno ottenuto nei confronti del pregiudizio popolare o per contrastare la pubblicazioni come "La persecuzione nazista degli Zingari" di Günter Lewy (Oxford University Press 2001 - edizione italiana Einaudi 2002). Questo testo riprende tutta una serie di vecchi stereotipi, che emergono nella società quando, si discute da anni sull'opportunità o meno di erigere a Berlino un monumento che ricordi l'Olocausto dei Rom.

Il riconoscere il destino degli Ebrei europei ha reso coscienti sul pericolo del latente antisemitismo e ha profondamente cambiato l'attitudine europea nel dopoguerra. Lo stesso non è accaduto per i Rom, tuttora prigionieri di vecchi stereotipi e di un impunito antiziganismo oggi vigoroso come nell'anteguerra.


Ecco due aspetti antiretorici
e storicamente documentati
per riflettere tutti insieme
oggi 27 gennaio 2010
GIORNO DELLA MEMORIA

venerdì 22 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 11

Il giudice breve
Marco Travaglio

E’ letteralmente strepitosa l’idea che un miracolato dai processi lunghi, uno che se durassero un po’ meno sarebbe in galera da un pezzo, abbia potuto varare il processo breve. Ma è addirittura entusiasmante il fatto che la cosiddetta stampa indipendente, la cui unica funzione è di trovare le parole giuste per difendere cause sbagliate, faccia finta di prenderlo sul serio. E’ la stessa stampa indipendente che non ha scritto una riga sul rapporto della Dia svelato dal Fatto sui progetti di attentato della mafia contro i pm Lari, Ingroia, Gozzo e Paci e contro il giornalista Lirio Abbate. E in questa censura, non si sa bene se dovuta al fatto che la notizia l’ha data il Fatto o alla circostanza che le vittime designate sono pubblici ministeri, c’è della coerenza. In fondo Cosa Nostra, con la sua rudimentale ed essenziale semplicità, il processo breve l’ha sperimentato ben prima che vi si applicassero Berlusconi e i suoi legislatori à la carte. Non c’è processo più breve di quello che non si fa più perché i giudici e/o i pubblici ministeri sono morti ammazzati. Eliminando Falcone, Borsellino, Livatino, Caccia, Chinnici, Costa, Terranova, Scopelliti, le cosche hanno tracciato la strada del processo più breve del mondo: quello che si estingue e riposa in pace insieme col magistrato.


E’ il “giudice breve” (con separazione delle carriere incorporata: i giudici che processano i mafiosi e i loro amici muoiono subito, gli altri no). Invece di tante leggi ad personam, che richiedono tempi e costi sociali elevatissimi, il problema è risolvibile quasi gratis, al netto di una modica quantità di tritolo per uso personale. Infatti il Cavaliere, troppo impegnato a celebrare un corrotto latitante, non ha detto una parola sui progetti di attentati ai magistrati, a parte definirli “plotone di esecuzione” (del resto si attende ancora una sua parola di plauso ai poliziotti che catturarono Provenzano nel maggio 2006). E i suoi uomini, per difendere in tv il processo breve, cioè morto, usano gli stessi argomenti degli avvocati dei boss nei processi di mafia: “Minchia, signor giudice, il mio cliente è un perseguitato, lo processano da quando era piccolo, ma sempre assolto fu...”. L’altra sera Bonaiuti, con quella faccia da Bonaiuti, sbavava a Porta a Porta dinanzi all’insetto, comprensibilmente affezionato alle leggi vergogna, che portano il timbro della sua signora Augusta Iannini, direttore dell’ufficio legislativo del ministero della Giustizia per volontà di Angelino Jolie. “Il processo breve – spiegava Bonaiuti – serve a difendere Berlusconi contro i processi ad personam”. Originale tesi ripresa anche dall’acuto Gasparri: “A Milano c’è una giustizia contra personam”. A nessuno è venuto in mente di rispondere ai due giureconsulti che tutti i processi sono ad o contra personam: la personam dell’imputato.


Forse i due geni pensano a una legge che imponga di fare i processi senza imputati, magari omissandone i nomi col segreto di Stato. Infatti, oltre alla personam del premier, la porcata salverà anche le personas imputate per i crac Parmalat, Cirio e Hdc, per le scalate Bnl e Antonveneta, per gli spionaggi Telecom e Sismi, per le truffe Impregilo sui rifiuti, e persino per i processi contabili alla Corte dei conti che coinvolgono le personas di Letizia Moratti, del viceministro Castelli e persino dell’autore dell’emendamento che estende il processo morto alle cause contabili, senatore Giuseppe Valentino. Più che una legge, un’auto-legge. Ora, sul modello del processo breve, si provvederà a una riforma della chirurgia breve: se l’intervento in sala operatoria va per le lunghe, il medico deve smettere, magari eliminando direttamente il paziente. Poi avremo il treno breve e l’auto breve: se non arrivano a destinazione entro un paio di minuti, esplodono in corsa.


Il nodo - diceva Paolo Borsellino –
della lotta alla mafia è essenzialmente politico,
perché prima di una magistratura antimafia
occorre una politica antimafia.


mercoledì 20 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 10

La grossa, grassa torta della TAV in Val di Susa



Beppegrillo.it


Forse mai nella storia italiana un'opera pubblica è inutile in modo palese sin dall'inizio come la TAV in Val di Susa. Un'opera che costerà decine di miliardi di euro a carico dei contribuenti, su un un tratto già servito dalla Ferrovie e dall'autostrada, in previsioni di un incremento di trasporto merci che non ci sarà mai, ma che anzi diminuisce. La TAV finirà tra vent'anni, quando i responsabili di questa scelta sciagurata non ci saranno più. Lascerà un debito generazionale spaventoso che pagheremo con le tasse e una valle sconvolta per sempre. Un tunnel di 57 chilometri che modificherà la struttura del territorio, comprese le fonti d'acqua. I fondi della UE di cui si riempiono la bocca i politici serviranno solo per una mancetta alle imprese e alle sicure infiltrazioni mafiose. In un'Italia dove i treni dei pendolari sono carri bestiame e le stazioni sempre più fatiscenti, questa dissipazione di soldi pubblici, quattro volte il Ponte di Messina, grida vendetta. Ma, se la TAV non serve, anzi distrugge, allora a chi serve? Solo a chi prenderà i soldi e a chi glieli farà avere : politici e costruttori! Domani sarò in Val di Susa a sostenere i suoi abitanti. Sarà Dura!
Pubblico una lettera di Ambientevalsusa e del Movimento No Tav con le ragioni dei valsusini.
Scaricate e distribuite il volantino con il testo completo, dopo averlo letto nessuna persona sana di mente vorrà più lo scempio della TAV.

"Caro Beppe,
ti scriviamo dalla Valle di Susa, dove alle tre di notte del giorno 19 gennaio 2010 millecinquecento poliziotti hanno preso militarmente a Susa, un'area privata all'interno di uno svincolo autostradale per installare una delle famose trivelle che dovrebbero verificare i terreni per la linea TAV. I nostri vecchi in Valle dicono che di notte si muovono solo i ladri e malfattori; quelli che vogliono il TAV evidentemente seguono gli stessi criteri. Domenica il partito bipartisan del TAV, destra, sinistra, costruttori e appaltatori vari si ritroverà a Torino, al Lingotto, per la famosa marcia SI TAV che da anni Chiamparino invoca. Vabbè, marcia; alla fine si chiuderanno nel loro fortino, entreranno su invito, e saranno i soliti noti della politica e qualche amico. La solita famiglia ristretta di affaristi accompagnati da molte persone che non sono evidentemente informate sui danni del TAV. Tutti noi che da anni seguiamo l'argomento sentiamo l'obbligo morale di diffondere l'informazione tecnica, economica ed ambientale su questo specifico argomento. Ti invitiamo in Valle e ti chiediamo un aiuto per diffondere le informazioni che seguono sul famigerato progetto della Torino Lyon, informazioni che naturalmente i giornali non danno.
Gli approfondimenti sono tutti reperibili sui siti internet. Ti ringrazio a nome di tutta la redazione di Ambientevalsusa e del Movimento No Tav."
Claudio Giorno

Questi i principali dati tecnici, economici ed ambientali sconosciuti alla gran parte delle persone:

Utilità - La linea attuale internazionale tra Torino e Modane è utilizzata al 30% della sua reale capacità ed anche l'autostrada è utilizzata per meno del 50%
Previsioni Traffico - Le previsioni di traffico dei progettisti finora si sono rivelate errate. Si basano sul concetto della crescita infinita che prevede per ogni punto di PIL in più una crescita dei traffici di 1,4 punti.La linea attuale secondo le stime doveva essere satura già quest'anno, la cosa non è avvenuta. La crescita continua non esiste ed il trasporto di merci diminuisce costantemente e di conseguenza le necessità di trasporto.
Secondo LTF la linea futura troverebbe una stabilità di bilancio con 40 milioni di tonnellate di merci all'anno trasportate. La linea attuale ne può trasportare almeno 20 milioni. Ne vengono oggi trasferite 4,8 milioni. Anche trasferendo tutto il traffico merci autostradale sulla ferrovia attuale si arriverebbe ad un utilizzo della ferrovia attuale di circa il 50% della sua capacità

Costi - Mauro Moretti, AD di Trenitalia ha dichiarato che il costo a preventivo della linea è di 120 milioni al km, 3/4 volte in più rispetto ai costi medi francesi (vedi articoli Il Sole 24 ore del 13 gennaio corrente). Inoltre i costi a preventivo aumentano in genere di 2,3 volte a fine lavori. L'Italia ha anche sottoscritto un accordo economico per cui la parte internazionale sarebbe a carico del nostro paese per il 65%.

Finanziamenti - I finanziamenti della UE di circa 600 milioni oggi in ballo servirebbero essenzialmente per gli studi. Le azioni a garanzia dei territori portate avanti sotto forma di petizioni dai cittadini ed amministratori locali a partire dal 2004 sono ancora aperte presso la UE e riguardano la mancanza condivisione del progetto, i rischi sanitari per i territori, i rischi ambientali

Tempi - Ammesso che si potesse mai realizzare tale linea ci vorrebbero almeno 20 anni di cantieri. Durante questi anni i costi aumenterebbero e tutto il traffico ferroviario dovrebbe essere trasferito per lunghi periodi sull'autostrada poiché la costruzione della nuova linea coinvolgerebbe anche la vecchia bloccandola di fatto. Non è stato finora valutato l'aspetto logistico ed i costi sociali di queste eventuali scelte, allo stesso modo non è stato fatto un rapporto costi benefici per la nuova linea

Acqua - Il rapporto COWI commissionato da UE e LTF denuncia la perdita sicura di acqua nel caso di realizzazione gallerie nel massiccio Ambin. Questa perdita sarebbe pari al fabbisogno di 1.000.000 di persone ogni anno, per sempre. Le aree della collina morenica e dell'Orsiera non rientrano nel calcolo

Calore - I progetti Alpetunnel chiariscono che all'interno della galleria ci sarebbero 50 gradi (gradiente termico). Bisognerebbe lavorare in quelle condizioni con presenza grisou, radon, uranio, almeno 17 faglie con rocce in movimento, grandi quantità d'acqua in forte pressione. Poi ci sono rocce inconsistenti, laghi sotterranei e pressioni altissime. Nessuno ha oggi la certezza che la galleria lunga di 57 km sotto alle Alpi sia realmente fattibile, né si conoscono i costi reali di costruzione ed eventualmente di gestione

Molti altri gravi problemi esistono, sono previsti o potrebbero nascere ex novo in fase di realizzazione, altri scaturirebbero da un cambiamento delle condizioni di mercato presenti fra 20 anni, quando gli ottimisti prevedono di veder conclusa l'opera. Come se non bastasse l'investimento necessario sarebbe colossale ed ora è chiaro, totalmente caricato sulle spalle dei cittadini. Tanto ci sentiamo obbligati a comunicare. Chi crede veramente nel progresso si tenga informato.

Ambientevalsusa e del Movimento No Tav
(Scarica il documento completo)


Rinvio a giudizio per l'ex sindaco De Sio

Purtroppo la Verità corrisponde alla realtà che viviamo. Essa è di "cacca" e inevitabilmente "viene a galla"!


Movimento No Coke Alto Lazio

Apprendiamo dalla stampa che sull’ex sindaco di Civitavecchia, Alessio De Sio, pende una richiesta di rinvio a giudizio per corruzione relativamente al parere favorevole reso in favore della riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord; richiesta scaturita dalle indagini avviate a seguito della denuncia (il cui testo è visibile sul sito web www.nocoketarquinia.splinder.com) del nostro movimento nei confronti di Pierluigi Bersani, allora Ministro delle Attività Produttive.

Un fatto grave, che, se appurato, dimostrerebbe come salute e ambiente, nel nostro territorio, non siano stati affatto tutelati, come d’altronde denunciamo da anni, e come, stando a quanto riportato dalla stampa, il parere favorevole alla riconversione sia stato espresso piuttosto che in base ai doveri di correttezza e imparzialità imposti dalla gestione della cosa pubblica, che avrebbero presupposto una scelta ponderata e adeguate verifiche tecnico ambientali, in base a specifici interessi personali.

E d’altronde quanto si legge in relazione all’archiviazione delle accuse nei confronti dei cinque tecnici istruttori della commissione per la Valutazione d’impatto ambientale (Via), inizialmente indagati per falso e abuso d'ufficio, ovvero che “benché riscontrate una serie di lacune, è difficilmente sostenibile l'ipotesi di una volontà dei tecnici a procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale all'Enel ” conferma la giustezza delle nostre denunce.

Come sancito a suo tempo dalla perizia effettuata dal tribunale di Civitavecchia “Gli elementi disponibili per la valutazione dell’impatto del progetto sulla qualità dell’aria e della salute della popolazione non sono sufficienti per un giudizio di non nocività date le carenze riscontrate nella procedura d’impatto ambientale”.

Confidiamo nel valore della legalità e della giustizia e siamo convinti che, nonostante i potenti mezzi di ENEL, alla fine la verità verrà a galla, cosi come accaduto per l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) che abbiamo dimostrato necessitare di rinnovo, come è stato per l’Emas che abbiamo dimostrato non essere inerente alla centrale a carbone, e come, ne siamo convinti, sarà per le altre denunce da noi effettuate.

Se l’ex sindaco avrà di che difendersi lo faccia, come è giusto che sia, ma eviti parole accusatorie che hanno il sapore dell’intimidazione, come quelle a suo tempo lanciate contro la cittadina di Tarquinia che si ritrovò con un processo a carico, per aver detto una parola al posto di un'altra. Collaborare con la giustizia è dovere civico di ogni cittadino e De Sio, che ha assolto ed assolve a compiti istituzionali, dovrebbe averne la consapevolezza ed esserne il primo sostenitore.

La nostra comunità conosce bene il danno ambientale e alla salute arrecati dall’uso dissennato di combustibili inquinanti in un territorio, provato da decenni di servitù energetiche, non vi è famiglia che non abbia, purtroppo, il suo pegno da pagare a malattie gravi e disturbi cronici; questo è l’unico motivo di tanta resistenza, questo il motivo per cui non ci saranno intimidazioni che potranno fermarci.

I De Sio passano, ma la nostra terra rimane e vorremmo cercare di consegnarla ai nostri figli il meno avvelenata possibile.



Invitiamo gli altri sindaci del comprensorio
a prendere dei tranquillanti per dormire.
Il signor Battilocchio, invece,
a restare ad Hammamet
dove è andato a far visita
alla tomba di
"bottino craxi"!





martedì 19 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 9

Le leggi di questo governo
e le prese per il Kulo del parlamento


Class Action e Equo compenso all'amatriciana


Riprendiamo due articoli da "santa4u"

PARTE LA CLASS ACTION
Il Codacons all'attacco...
anche a Santa Marinella


Arriverà una valanga di euro di risarcimenti ???

Al via tre azioni collettive del Codacons contro altrettante amministrazioni statali della Pubblica amministrazione.
L’Ufficiale giudiziario ha notificato le tre diffide, previste dalla legge, cui seguirà dopo 90 giorni il ricorso al Tar del Lazio per la condanna delle amministrazioni ove non ottemperino alla diffida.
Con una delle tre class action si chiede al responsabile del dipartimento della Protezione Civile, ai sindaci, alle province e alle regioni interessate di mettere in sicurezza, entro 90 giorni, alcune zone a rischio frana già individuate dalle pubbliche autorità (tra cui Santa Marinella) e di disporre un risarcimento in favore degli abitanti di questi comuni a rischio, per i pericoli corsi ancora oggi a causa del dissesto del proprio territorio.


Dicono di voler abbassare le tasse
e invece le aumenteno!

Tassa su pc e telefonini
per dare soldi alla Siae

Cellulari, decoder, computer, lettori mp3:
qualunque dispositivo abbia una memoria
verrà colpito da una nuova "tassa".


È quanto deciso dal decreto firmato il 30 dicembre dal ministro dei Beni e delle attività culturali Sandro Bondi.
Il decreto aggiorna ed estende, a livelli inauditi in Europa, il cosiddetto "equo compenso": una somma che i produttori di beni tecnologici devono versare a Siae, a "compenso" della copia privata. Cioè del fatto che l'utente può usare quelle tecnologie per fare un (legittima) copia personale di cd e film acquistati.
Finora però l'equo compenso è gravato solo su supporti (cd, dvd) e su masterizzatori. Adesso viene esteso a tutti i prodotti dotati di memoria. Un bel colpo, per Siae: "dall'equo compenso finora ha ricavato circa 70 milioni di euro. Dal 2010 passerà a circa 300 milioni, secondo stime di Confindustria e Assinform", dice Guido Scorza, avvocato tra i massimi esperti di copyright e hi-tech. Prevedibile che i produttori vorranno scaricare questa tassa sui consumatori, almeno in parte, come del resto è avvenuto con Cd e Dvd.
Così Altroconsumo parla di "regalo di Natale in ritardo" , dal governo alla Siae. "Anche in altri Paesi europei c'è l'equo compenso, ma non a questi livelli e non esteso a così tanti prodotti", dice Scorza. "L'assurdo è che in Italia l'industria o i consumatori finanzieranno Siae anche per prodotti che non c'entrano nulla con la copia privata. O che c'entrano solo marginalmente". È raro, in effetti, usare la memoria di un cellulare per ospitare copia della musica comprata su cd; ancora più improbabile che lo si faccia per i film in dvd. "Impossibile, inoltre, usare l'hard disk di un decoder Sky per questi scopi. Eppure l'equo compenso si applicherà anche a tali prodotti", continua Scorza.

lunedì 18 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 8

Basta con le leggi "ad personam"!
Urge una legge "ad populum"
contro la
STUPIDITA'!



"I grandi personaggi carismatici demagoghi

moltiplicano e attirano gli stupidi trasformandoli

da cittadini pacifici in masse assatanate."


"Quando la maggior parte di una società

è stupida allora la prevalenza del cretino

diventa dominante ed inguaribile."


Prof. Carlo M. Cipolla



STUDIATE

"LE LEGGI FONDAMENTALI
DELLA STUPIDITA'"


LEGGETE
"IL POTERE DELLA
STUPIDITA'"


Riscoprite le grandi leggi:
Murphy, Parkinson,
Peter e Cipolla


*****

L'italozombie




Gli italiani, esclusi come sempre i presenti per non far torto a nessuno, sono zombie di seconda generazione. Una involuzione della specie. Gli zombie di prima generazione, quelli descritti da Romero nella: "Notte dei morti viventi", avevano un obiettivo comune: divorare gli umani per sopravvivere. Erano lenti nei movimenti, con espressioni vacue, suoni gutturali. Dei bamboccioni d'altri tempi. Gli italozombie applicano alla lettera la terza legge fondamentale della stupidità umana di Carlo M. Cipolla, professore Emerito di storia Economica a Berkeley: "Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita". Gli italozombie hanno migliaia di obiettivi personali, ognuno dei quali danneggia gli altri e sé stesso. La somma di questi obiettivi rappresenta la società degli italozombie nel suo complesso.
L'italozombie è accomunato allo zombie tradizionale da una apparente incapacità di intendere e di volere. In realtà è vittima della legge transitiva dell'imbecille propagata da giornali e televisioni. Quando prende una decisione sbagliata la sostiene a costo di sembrare imbecille, fino a diventarlo realmente. Un numero consistente di italozombie rimbecilliti scatena l'invidia di coloro che vogliono emularli. Vige, in questo caso, un'altra legge, quella dell'aggregazione preferenziale per la quale più è alto il numero degli imbecilli, più se ne aggiungeranno.
Un italozombie diventa aggressivo con chiunque tenti di spiegargli che ha un comportamento da italozombie. In questi casi alza il tono della voce e ricopre di insulti chi ha davanti, L'italozombie non vuole essere contraddetto, né scoprire la sua vera natura. Il suo comportamento quotidiano è mediadiretto, non ha idee o opinioni, ma profonde convinzioni dovute a Minzolini, Vespa, Belpietro, Giordano, Scalfari, Riotta, Battista. Opinioni di cui però non conosce le origini, nè del resto gli interessa. Inoltre ha una memoria temporanea di pochi giorni e non riesce a fare associazioni. L'italozombie è un predatore sociale, appartiene alla categoria dei furbi che fottono i fessi. E' un piccolo Attila, dove passa lui non cresce più la solidarietà e non si sviluppa la conoscenza e non cresce più l'erba. L'italozombie è camaleontico, si mimetizza tra gli italiani non ancora infetti, è il vicino di casa, il familiare, il collega d'ufficio. Il prete che benedice un casello autostradale tra gli applausi della folla. Le azioni di un italozombie non sono quasi mai plateali, sempre però antisociali, dalla fattura non rilasciata, alla discarica in un fiume, al parcheggio dell'auto su uno scivolo per portatori di handicap. L'italozombie vota da sempre per i partiti che più lo rassicurano di poter continuare a fare i cazzi suoi. L'italozombie è la metastasi del Paese e la libera informazione è la cura. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Beppegrillo.it

A proposito di zombi e
siccome siamo di nuovo
in periodo elettorale,

vi riproponiamo un nostro

mercoledì 13 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 7


MA DOVE SONO FINITI I SOLDI
DELL'OSSERVATORIO AMBIENTALE?



Leggete tutti attentamente il verbale dell'incontro presso il Ministero dell'Ambiente del 2 Dicembre 2009 con i sindaci del comprensorio.
Il linguaggio dei sindaci addomesticati dai soldi delle compensazioni è estremamente offensivo.
L'osservatorio ambientale è una delle tante prescrizioni alla riconversione a carbone di TVN e i cittadini non hanno mai creduto in tale strumento.
La storia come sempre ci da ragione, infatti a distanza di 5 anni dalla sua istituzione e dalla gestione di ben 5 milioni di Euro, non esiste traccia di alcuna attività a tutela della salute dell'ambiente e degli abitanti del comprensorio.
Screening sulla popolazione e incidenza malattie legate all'inquinamento, così come il registro per i tumori, erano un impegno e sono un nulla di fatto.
L'unica, ma ridicola attività è stata quella del rilevamento della qualità dell'aria, ovvero, del non rilevamento della qualità dell'aria.
www.osservatorioambientale.org è ancora li a dimostrarci la pantomima delle centraline con i dati online, oltre alla vergognosa rete delle centraline fantasma, come nel caso di Tarquinia.
I sindaci asserviti alle strategie Moscheriniane, si sono impegnati solo a perdere due anni di tempo per l'istituzione di un consorzio per la gestione economica dell'osservatorio, null'altro.
Leggendo il verbale si nota anche l'aggressività dei sindaci rispetto alle critiche del Ministero sul consorzio, eppure alcuni consiglieri avevano avvisato i propri sindaci che non era in linea, con la VIA, il consorzio di gestione dell'osservatorio.
Risulta evidente che i sindaci e la Regione Lazio vogliono gestire l'osservatorio fuori da ogni regola, il sindaco Mazzola chiede al direttore del Ministero dell'Ambiente, senza vergognarsene, se il documento "VIA" sia ancora valido!!
Sarebbe necessario inviare a tutti i sindaci i video delle manifastazioni di piazza contro la riconversione a carbone di Tvn, dove proprio loro (alcuni di loro in verità in piazza non c'erano ancora con la fascia da sindaco, ma c'erano) chiedevano che fosse rispettata la VIA, che c'è adesso, non vi piace piu???
Le compensazioni fanno questi danni celebrali, fanno dimenticare, fanno venire pericolosi vuoti di memoria.
A questo punto è necessario che tutti noi chiediamo alle amministrazioni comunali:
Dove sono finiti i soldi per l'osservatorio ambientale?
Dove sono finiti i soldi delle compensazioni economiche firmate dai sindaci e Enel??
Ci sono 5 milioni di euro dell'osservatorio!
Tarquinia ha firmato per 14.500 milioni di euro in tre anni.
Come avevano capito i cittadini i soldi dell'osservatoio, nè tantomeno quelli delle compensazioni, non hanno tutelato la salute o l'ambiente, con il dubbio strisciante che non vogliono neanche spiegare dove sono finiti.
Se i sindaci fossero stati "trasparenti" avrebbero dimostrato la destinazione reale dei soldi delle compensazioni.
Provate a chiedere ai sindaci che fine hanno fatto le compensazioni!

sabato 9 gennaio 2010

Operazione verità 2010 n. 6


L'Italia affonda e loro inciuciano e copulano!
Le orgie del Partito dell'amore!




Violante dà consigli ad Alfano:
manda gli ispettori dai pm di Rovigo

di Peter Gomez

"Stanno bloccando la trasformazione di una centrale Enel"

Il 5 gennaio, durante il suo intervento, l’impellicciata platea di Cortina Incontra lo ha più volte applaudito. E non poteva essere altrimenti. Perché agli occhi dei berluscones “il piccolo Vishinski”, come lo definiva fino all’altroieri l’ex presidente Francesco Cossiga e il resto del centrodestra, sembra cambiato.
Adesso che tutti in Parlamento, ma quasi nessuno nel Paese, parlano di riforme istituzionali, l’uomo giusto per il dialogo è diventato lui: l’ex pericolo pubblico numero uno, Luciano Violante. L’ex presunto capo della presunta spectre di magistrati anti Silvio Berlusconi che dopo aver accarezzato a lungo il sogno di essere nominato membro della Consulta, oggi più modestamente punta a un posto nel pantheon dei Padri (ri)costituenti.

Così, mentre non passa giorno senza che i pidiellini Paolo Bonaiuti e Gaetano Quagliariello lo elogino dicendo : "Per riscrivere la Costituzione bisogna partire dalla bozza Violante", lui s’industria per apparire sempre più affidabile. Riuscendoci, tra l’altro, benissimo.


L’ultima sortita avviene tra le Dolomiti, durante un dibattito intitolato “Processo ai processi”. Qui Violante prima sfodera la soluzione per risolvere "i conflitti tra politica e magistratura": cambiare la composizione del Csm e farne nominare per due terzi i membri dalle Camere e dal presidente della Repubblica. Un rimedio senz’altro efficace, visto che è difficile immaginare di trovare molte toghe disposte ad indagare o condannare qualche politico, sapendo che poi i partiti potranno prendersi la loro rivincita nell’organo, finora, definito "di autogoverno della magistratura".
Poi, come per dimostrare che pure lui vuole fare sul serio, Violante sciorina qualche esempio. E, in attesa dell’introduzione di "un’alta Corte di giustizia costituzionale" a cui assegnare i procedimenti disciplinari contro le toghe, indica, pur non facendone i nomi, al Guardasigilli Angelino Alfano i pm su cui i suoi ispettori dovrebbero cominciare ad indagare: quelli della fin qui semi-sconosicuta Procura di Rovigo.

La loro colpa? Aver bloccato, sostiene Violante, la trasformazione di una centrale Enel a metano, "abbastanza inquinante", in una centrale a carbone, meno inquinante (dice lui). Secondo l’ex presidente della commissione Antimafia infatti i magistrati avrebbero "intimidito la commissione di impatto ambientale" che doveva dare il via all’opera emanando per due volte un decreto in cui si scriveva, più o meno, "fateci avere le decisioni che prenderete. Cioè si presentava una richiesta di sequestro futuro".
"Naturalmente", spiega Violante, "tutti quelli della commissione non si riuniscono perché temono che la magistratura li metta sotto inchiesta". Anche per questo la questione passa in mano al ministero dell’Ambiente. Ma i pm di Rovigo non si arrendono e chiedono pure al ministro "il provvedimento che verrà emesso". Insomma, per Violante, siamo davanti a un chiaro esempio di come "l’organo giudiziario" sia diventato "un organo di governo".
Può essere. Di certo però l’intervento di Violante a Cortina, ripreso pari pari dal suo libro "Magistrati", è un chiaro esempio di conflitto d’interessi.
L’ex parlamentare è infatti l’animatore e il presidente di uno dei tanti think tank bipartisan nati negli ultimi anni: Italia Decide. Scopo nobile dell’associazione è quello di mobilitare energie "contro l’Italia del non fare". E proprio per questo, accanto allo straordinario parterre dei soci promotori tra i quali compaiono, i nomi di Carlo Azeglio Ciampi e Gianni Letta, ci sono pure dei soci fondatori. Per esempio proprio l’Enel spa, che con la magistratura di Rovigo ha il dente avvelenato.
Un’inchiesta legata all’inquinamento prodotto dalla centrale di Porto Tolle in primo grado aveva portato alla condanna dei vertici dell’azienda. Poi in appello gli ex amministratori delegati Paolo Scaroni e Franco Tatò erano stati assolti, mentre per i dirigenti locali era stato pronunciato un nuovo verdetto sfavorevole, ora all’esame della Cassazione.
Anche per questo, mentre si moltiplicavano gli esposti e i ricorsi al Tar di comitati di cittadini, i pm di Rovigo hanno cercato di capire se installare una centrale a carbone comportasse dei rischi. E, come si legge in una delle lettere inviate al ministero dell’Ambiente, i consulenti tecnici della procura, dopo aver esaminato la documentazione, hanno segnalato "l’esposizione da parte di Enel di dati ritenuti non reali che portano a elaborazioni viziate".
Come dire: secondo i periti lo sponsor "dell’associazione a-partisan" presieduta da Violante sta truccando le carte. Se sia vero o meno, a questo punto, lo possono stabilire solo le indagini. Per questo il 1 aprile dello scorso anno la magistratura ha chiesto al ministero "l’invio di tutti gli atti, note o pareri – successivi a quelli già inviati a quest’ufficio – emessi dalla Commissione Via" e da altri organismi.
Suscitando le proteste del padre costituente in pectore, Violante che ora denuncia tra gli applausi di Cortina "l’intimidazione". L’idea di attendere l’esito dell’inchiesta , non sembra invece averla presa in considerazione.
Un po’ come era accaduto nel febbraio del 2006 quando i pm di Salerno e di Torino avevano chiesto al Parlamento di poter utilizzare alcune intercettazioni telefoniche indirette contro Vincenzo De Luca (Ds) e Ugo Martinat (An). I reati contestati erano gravi, ma la giunta per le autorizzazioni a procedere aveva deciso con voto bipartisan di mandare al macero le bobine.
Con un’unica eccezione, il diessino Giovanni Kessler. Il quale era però stato subito apostrofato dal capogruppo Violante: "Tu oggi hai votato contro un compagno! Come ti permetti?". Kessler aveva ribattuto di aver agito secondo coscienza. E, tre mesi dopo, era stato uno dei tre deputati della Quercia non ricandidati dopo un’unica legislatura. Un modo come un altro per risolvere i conflitti tra politica e giustizia.



Pd, partito Domestici
di Marco Travaglio

Nel caos della politica italiana, almeno un punto fermo, un ancoraggio sicuro, una certezza granitica resiste alle intemperie: quando Berlusconi ha un problema, il centrosinistra glielo risolve. Gli azzeccagarbugli del satrapo, uomini di poca fede, son sempre lì che si arrabattano alla ricerca dell’ennesimo salvacondotto, rovinandosi la vita, la vista, il fegato e le ferie, e non pensano mai alla soluzione più semplice: basta aspettare qualche giorno e salta fuori qualcuno del Pd (Partito Domestici) con la formula magica.
Accadde nel 2003, quando Maccanico prestò al Cavaliere il suo prezioso lodo per le alte cariche. Riaccadde pochi mesi dopo, quando Boato, ex Lotta continua ed ex Psi (premio Una Vita per la Legalità), s’inventò la legge che impediva ai magistrati di usare le intercettazioni dei delinquenti se vi compariva, anche per un nanosecondo, la voce di un parlamentare.
Da un paio d’anni, poi, quando al governo non viene in mente una porcata, gliela suggerisce Violante: dalla legge per aumentare i politici nel Csm, a quella per staccare la polizia giudiziaria dalle procure, fino all’ispezione contro la Procura di Rovigo che osa indagare su una centrale dell’Enel incurante del fatto che l’Enel finanzia la fondazione di Violante.


Ma ora una nuova stella brilla nel firmamento dell’inciucio: la senatrice migliorista, anzi peggiorista Franca Chiaromonte (Pd) che, assieme a un altro figlio d’arte, Luigi Compagna (Pdl), ha appena depositato un ddl per ripristinare l’autorizzazione a procedere per le indagini sui parlamentari, abrogata nel ‘93.



Incontenibile l’entusiasmo del sen. Quagliariello, che da mesi si arrabatta intorno a un lodo Alfano-bis a turboelica costituzionale e per di più deve pure tentare di spiegarlo a Gasparri: dice che il Pdl potrebbe fare propria la Compagna-Chiaromonte al posto del turbolodo. Se la legge è targata Pd, nessuno potrà più chiamarla ad personam.
Il fatto che l’autorizzazione a procedere fosse stata pensata dai costituenti per proteggere le opposizioni da inchieste "politiche" di una magistratura troppo legata al governo, mentre qui si parla di processi al capo del governo per reati comuni come la frode fiscale e la corruzione di un testimone commessi da un imprenditore e non da un politico, per gli analfabeti bipartisan non rileva.
Prim’ancora di ripristinare l’articolo 68, lorsignori già confessano di volerlo violare. Infatti la senatrice peggiorista si vanta sulla Stampa: "Non ho mai votato sì a un’autorizzazione a procedere. I parlamentari vanno garantiti nel loro lavoro". Bene brava bis. Uno s’intrufola in Parlamento (nemmeno eletto, ma autonominato), poi si mette a rubare e, se i giudici lo scoprono, la sora Franca gli fa da scudo umano: "Di qui non si passa, dobbiamo garantire il ladro, lo vuole la Costituzione".
Naturalmente, spiega questa Alfano in gonnella, con la sua proposta Berlusconi non c’entra: "Non è possibile che ogni cosa venga riportata a lui. Non possiamo farci paralizzare e sacrificare qualsiasi iniziativa politica a causa dei problemi del premier".
Ecco: il fatto che abbia presentato la leggina all’indomani della bocciatura del lodo Alfano è una pura casualità. Lei, infatti, l’immunità la sogna fin da quando fu abolita: "Sono vent’anni che ci ripenso e ancora m’incazzo".
Anche perché i giudici le portarono via quella squisita personcina di Craxi, "fatto fuori da una deriva giustizialista". È fatta così: anziché incazzarsi per le ruberie di Craxi, freme di sdegno civile perché la casta ha perso l’immunità.
Violante concorda: "Ci si può ragionare, ma solo nella cornice più ampia delle riforme costituzionali". Giusto: se vuole l’impunità, Berlusconi deve prima devastare la Costituzione assieme al Pd, altrimenti ciccia. Gliele ha cantate chiare, Violante. “La trattativa – secondo Repubblica – la starebbero conducendo i due Letta (Gianni ed Enrico) per ciascuna delle due parti". Gianni per il Pd, Enrico per il Pdl.


... e ohplà!