mercoledì 27 maggio 2009

Pulire per una Santa Marinella migliore

Santa Marinella aderisce a “Spiagge e fondali puliti 2009”


La città di Santa Marinella ha aderito alla campagna "Spiagge e Fondali Puliti 2009" promossa da Legambiente in collaborazione con la Regione Lazio.
Sabato 30 Maggio, dalle ore 9,00 alle 12,00 i volontari ed i rappresentati di associazioni di Santa Marinella scenderanno in spiaggia per pulire i tratti d’arenile lungo il nostro litorale.
Tre, al momento, i punti individuati:

· Le spiagge libere del Lungomare Capolinaro;

· La spiaggia del Porticciolo di Santa Marinella;

· La spiaggia de "La Toscana".

All’iniziativa hanno aderito il Nucleo Sommozzatori ( che si occuperà del Lungomare Capolinaro), la Pro Pyrgi ( che si occuperà della spiaggia del Porticciolo) e gli Scout di Santa Marinella ( che si occuperanno della spiaggia "La Toscana").

Alla giornata "ecologica" possono partecipare tutti i cittadini che hanno a cuore la pulizia delle spiagge libere di Santa Marinella.

Il materiale informativo e le attrezzature di raccolta dei materiali saranno messi a disposizione da Legambiente.

Per chi volesse partecipare all’iniziativa ulteriori informazioni posso essere richieste presso la Segreteria del Sindaco (Via Aurelia 455) o al numero telefonico 0766/5280221.

domenica 24 maggio 2009

Lottare per un mondo migliore

Affinchè le vittime vincano


Stiamo lottando per un mondo migliore, la solidarietà espressa in questi giorni ci rafforza tutti.

Grazie a tutti

Il movimento no coke ringrazia tutti coloro che in questi giorni hanno espresso la loro solidarietà alla cittadina di Tarquinia nel processo in cui l’ex sindaco di Civitavecchia Alessio De Sio la denunciava per diffamazione per un’intervista rilasciata ad “Annozero” nell’Aprile 2007.
La solidarietà è arrivata da tutta Italia e questa mattina fuori il tribunale erano in tanti i cittadini del comprensorio che hanno voluto rimanere vicino a Marzia in occasione dell’apertura del processo.
In questa prima udienza l’avvocato di Alessio De Sio ha presentato una giustificazione per l’assenza in aula del suo assistito, per motivi di lavoro, e formalizzato una richiesta di rinvio per meglio valutare l’ipotesi di ritiro della denuncia motivata.
La richiesta di rinvio, è stata accolta dal Giudice e disposto per il 29 Maggio p.v. alle ore 9.00, lo svolgimento della prossima udienza.
In tale occasione l’accusa dovrà definitivamente dichiarare se intende ritirare la denuncia oppure procedere.
La trasparenza della posizione della nostra compagna, unitamente al sostegno ricevuto da tanti cittadini, ci fa essere sereni nell’affrontare tale vicenda, comunque vada a finire.

MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO

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venerdì 22 maggio 2009

Napolitano risponde alle cinque domande poste da Grillo

La "bussola esclusiva" di Napolitano





In un Paese in cui nessuno risponde alle domande. In un Paese in cui non si fanno neppure le domande. Ad esempio perché un corruttore è presidente del Consiglio o perché gli industriali lo applaudono invece di cacciarlo a calci nel culo. In un Paese così uno che risponde va sempre apprezzato. In particolare se è il Presidente della Repubblica e se chi riceve la risposta è un comune cittadino. Vi confesso un segreto. Per capire la "Lettera del Consigliere per la Stampa e la Comunicazione" della Presidenza della Repubblica ho consultato i miei legali che stanno ancora studiando le carte.
Napolitano risponde con un linguaggio notarile alle mie cinque domande comprensibili anche dalla casalinga di Voghera: "1. Perché ha firmato il Lodo Alfano che consente l'impunità a Silvio Berlusconi nel processo Mills? 2.Perché non si è auto escluso dal Lodo Alfano dato che non risultano reati a Lei imputati? 3.Perché ha firmato il Lodo Alfano in un solo giorno quando invece poteva rimandarlo alle Camere? 4.Perché ha firmato il Lodo Alfano senza consultare la Corte Costituzionale per un parere preventivo? 5.Perché ha firmato il Lodo Alfano sapendo che in precedenza era stato bocciato dalla Corte Costituzionale il Lodo Schifani che del Lodo Alfano è una fotocopia?"
La risposta del Notaio della Repubblica è la seguente:
"punto di riferimento per la decisione del Capo dello Stato è stata la sentenza n.24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge n. 140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato". il disegno di legge approvato il 27 giugno dal Consiglio dei ministri “è risultato corrispondere ai rilievi formulati in quella sentenza”, poiché “la Corte non sancì che la norma di sospensione di quei processi dovesse essere adottata con legge costituzionale” e, inoltre, “giudicò ‘un interesse apprezzabile’ la tutela del bene costituito dalla ‘assicurazione del sereno svolgimento delle rilevanti funzioni che ineriscono a quelle cariche’, rilevando che tale interesse ‘può essere tutelato in armonia con i princìpi fondamentali dello Stato di diritto, rispetto al cui migliore assetto la protezione è strumentale’, e stabilendo a tal fine alcune essenziali condizioni. La sussistenza di tali condizioni, quindi, ha costituito la bussola esclusiva del Capo dello Stato..."
In sostanza, ma non garantisco di aver compreso la risposta, Napolitano afferma che il Lodo Alfano è costituzionale. Una legge che pone quattro cittadini al di sopra della legge è compatibile con l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge sancita dalla Costituzione. Una legge non presente in nessuna parte del mondo e che rende impunito Schifani se strozza la moglie o lo psiconano se corrompe i testimoni.
Presidente Napolitano, apprezzo il fatto che mi abbia onorato di una risposta. Apprezzo meno che Lei non parli con il linguaggio dei cittadini italiani, ma con il linguaggio della Casta. Apprezzo ancora meno che Lei non si sia autoescluso dal Lodo Alfano. Sandro Pertini lo avrebbe fatto. Perché Lei no? A quale "bussola esclusiva" si è rivolto per motivare la sua impunità?

Leggi la risposta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle Cinque Domande sul Lodo Alfano.


Intanto ecco come
Studio Aperto dichiara assolto Berlusconi nel processo Mills:

mercoledì 20 maggio 2009

Lo psiconano: o ricoverato o respinto in Libia

Lo psiconano: o ricoverato o respinto in Libia


Condannato Mills. Berlusconi: sentenza scandalosa, stampa si vergogni
di Giuseppe Fonte - Reuters Italia

"La sentenza di condanna dell'avvocato britannico David Mills è scandalosa e contraria alla realtà".
Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo la pubblicazione di oggi delle motivazioni della sentenza emessa lo scorso febbraio in primo grado.
Secondo i giudici di Milano, infatti,
Mills agì come falso testimone per garantire l'impunità a Berlusconi e Fininvest nel processo sui diritti televisivi.
Berlusconi, irritato dalle domande poste in conferenza stampa, si è anche infuriato con una cronista e ha detto che la stampa si deve vergognare.


IN PARLAMENTO APPENA POTRO' DIRO' MIA IDEA SU GIUDICI

"È una sentenza semplicemente scandalosa, contraria alla realtà come sono assolutamente sicuro sarà accertato in appello. Io ho annunciato stamattina che riferirò in Parlamento e appena avrò tempo, in quella sede, dirò finalmente quanto da tempo penso di certa magistratura", ha detto Berlusconi durante una conferenza stampa a L'Aquila.
"Quando il processo riprenderà ci sarà un'assoluzione assoluta, se c'è un fatto che è indiscutibile è che non c'è stato nessun versamento al signor Mills", ha detto Berlusconi.
Il capo del governo si è scagliato anche contro il centrosinistra:
"Questa opposizione sconfitta sul piano delle cose concrete è completamente annullata. Si attacca a cose di questo tipo come già ha fatto in passato in modo vergognoso sulle veline che non sono mai esistite".
Berlusconi è anche arrivato a definire "
un pericolo per la democrazia" il leader dell'Italia dei valori, l'ex magistrato Antonio Di Pietro.
Dopo che è uscito il testo della sentenza, Di Pietro - oggi leader dell'Idv ed ex magistrato del pool di 'mani pulite' - ha invitato
Berlusconi a dimettersi o a rinunciare al lodo Alfano, la legge che sospende i processi delle principali cariche dello Stato fino al termine del loro mandato. Anche il Partito democratico ha chiesto che il premier rinunci alla immunità.


BERLUSCONI S'INFURIA CON CRONISTI: VERGOGNATEVI

Il Capo del governo ha ingaggiato poi un duro confronto con una cronista de L'Unità, arrivando ad
infuriarsi e ad alzare la voce.
La tensione è salita al culmine quando la giornalista ha chiesto a Berlusconi se non sarebbe meglio farsi processare e perché non accetta il processo di Milano. E il presidente del Consiglio ha risposto:
"Su questa cosa mi infurio. Non perdo tempo a risponderle. Me ne vado io o se ne va lei. Questa cosa mi fa infuriare, è come se mi dicessero che non mi chiamo Silvio Berlusconi".
"È una cosa scandalosa, vedrete cosa dirò in Parlamento", ha continuato Berlusconi, che si è poi rifiutato di rispondere a una domanda di un cronista di Repubblica.
"Non rispondo a Repubblica, se cambiasse atteggiamento potremmo trovare un accordo, ma adesso non rispondo. Ho già risposto quando mi hanno detto che ero malato. Ho risposto che eravate malati voi di invidia personale e di odio politico. Lo riconfermo in pieno", ha detto Berlusconi.
In questo caso, a irritare il Capo del governo è stata la domanda dell'inviato Gianluca Luzi che chiedeva se risponderà in Parlamento alle
dieci domande poste da Repubblica sulla vicenda di Noemi Letizia e delle cosiddette veline.
"È un caso privato. E non è un attentato alla libertà di stampa. Non pensate di cadere nel ridicolo quando sostenete che in Italia non c'è libertà di stampa? Pensate che il primo ministro abbia i titoli e la capacità di interferire sulla libertà di stampa?", ha continuato Berlusconi.
E, sempre parlando di Noemi, Berlusconi ha detto:
"La ragazza è stata bersaglio in modo incredibile dei giornali, si sono interessati perfino ai beni intestati a lei dalla famiglia. Tutto ciò è veramente vergognoso".
"La stampa si deve vergognare. Pubblica notizie non vere facendo del male al Paese", ha continuato Berlusconi.

Infine è stata posta una domanda dal nostro inviato Shaker85: "Signor presidente delle sue palle, per quale motivo si permette di giudicare una sentenza di un tribunale della repubblica (delle banane) nel quale è coinvolto nonostante il lodo alf...ano gli pari l'ano?

Lo psiconano ha risposto:

"L'etat c'est moi!"

(L0 stato sono io!) < CLIC, PLIZ!


martedì 19 maggio 2009

Noi... contro il carbone

Lui era contro il carbone... noi ancora...


NO COKE: 21 MAGGIO, PROCESSO AD UNA DI NOI DOPO IL CARBONE AD
“ANNOZERO”

La mattina del 21 maggio, presso il tribunale di Civitavecchia una cittadina che da anni si batte contro la riconversione a carbone della centrale di TVN, “una di noi”, sarà processata presso il Tribunale di Civitavecchia, perché querelata per diffamazione da Alessio De Sio, colui che, nell’allora ruolo di Sindaco, contraddicendo quanto approvato pochi giorni prima in Consiglio Comunale, dopo aver stilato una milionaria convenzione con Enel, diede parere favorevole alla riconversione a carbone della centrale di TVN.
Né l’allora Sindaco De Sio, né tanto meno l’attuale sindaco Moscherini, hanno mai pensato di adire le vie legali contro l’Enel per le gravi carenze autorizzative relative alla centrale di TVN né, tanto meno, per l’esercizio in assenza di autorizzazione in essere dal 24 dicembre scorso. Alla sbarra è stata condotta, invece, una cittadina dell’Alto Lazio, una di quelle cittadine che hanno deciso di non poter far passare sotto silenzio la terribile ipoteca posta sul futuro dei propri figli e della propria terra, una “no coke”, una di noi, colpevole di aver confuso, durante un’intervista rilasciata nel 2007, nella trasmissione “Anno Zero” di Michele Santoro, la nomina di De Sio nel consiglio di amministrazione di Acquirente Unico spa, con una nell’ ENEL.
Una confusione di cui, probabilmente, potrebbe essere colpevole mezzo Lazio visto che ben pochi, tra i cittadini, hanno ben chiari gli effetti della privatizzazione di ENEL e della sua divisionalizzazione in numerose società, da cui Acquirente Unico spa nasce.
Il processo a Marzia è un processo a tutti noi, a tutti coloro che accusano quanti hanno acconsentito, e continuano ad acconsentire a tale scempio, di devastazione ambientale, di distruzione di un intera economia, di ipoteca sul futuro di un intera popolazione.
E noi saremo lì a farci processare e nelle nostre deposizioni faremo il nostro “je t’accuse” contro tutti coloro che nella coscienza e nelle azioni hanno la responsabilità di quanto si sta per abbattere su questo territorio; ricorderemo loro le inquietanti stime di mortalità e morbilità contenute nei monitoraggi epidemiologici; narreremo di cieli gialli e di nuvole rosse piene “solo di ruggine” e quindi, a dire di ENEL, innocue; ripercorreremo la storia di compensi milionari utilizzati, nella migliore delle ipotesi, per coprire l’incapacità dei vari amministratori succedutesi; parleremo della corruzione delle coscienze per il tramite di giochi, concorsi e spettacoli; racconteremo del silenzio, quando non della collusione, della politica davanti alle innumerevoli bugie e/o mistificazioni raccontate dall’ENEL per far digerire alla popolazione un futuro nero come il carbone.
Non sappiamo come finirà la vicenda giudiziaria, riponiamo tutta la nostra fiducia nella Magistratura. Oggi noi saremo processati, ma siamo certi che al banco della Storia saremo assolti, mentre De Sio, e quanti come lui, rimarranno macchiati dall’infamante marchio di aver svenduto per un piatto di lenticchie la salute e il futuro di un intera popolazione.
Un marchio che non potranno nascondere quando guarderanno negli occhi i loro figli che dovranno sapere che i loro padri hanno condannato a morte questo territorio.


Movimento no coke Alto Lazio

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venerdì 8 maggio 2009

Gossip "ad personam"

I piaceri dell'imperatore e le sofferenze dei sudditi

La 29sima puntata di Annozero di ieri sera ha, tutto sommato, ricondotto la questione ad una dimensione più accettabile. A parte qualche sbavatura da parte del giornalista pseudo americanocomunista e dell'avvocatoamicoparlamentare di silvio, si sono toccati, anzi sfiorati, quelli che sono i punti focali veri della polemica. Ha lasciato cadere ciò che è pettegolezzo così come, invece, ha fatto giornalismo; al contrario di quel teatrino da giullari di corte che è stato "porta a porta" la sera prima.












Ovvero:
- Un personaggio politico, quindi pubblico, nelle democrazie più avanzate, deve sottostare a rigorosi controlli anche della sua vita privata in quanto è chiamato a risolvere i problemi di tutta la nazione e a portare crescita economica (sostenibile, aggiungiamo), crescita culturale, di dignità... anche internazionale, nonché migliore qualità di vita;

- Un capo di governo deve mantenere un comportamento equo e trasparente, in termini di organizzazione dello stato che rappresenta. Cioè deve portare avanti azioni di governo che offrano pari opportunità a tutti da un lato e dall'altro consentire di far emergere le eccellenze o, almeno, le capacità dei singoli o dei gruppi.
- Un capo di governo che sia rispettabile e rispettoso, così come ognuno di noi.
Semplicemente deve portare rispetto a tutti e, ovviamente, alla Costituzione!

E per finire:





martedì 5 maggio 2009

W silvio! W il duce!

Dell'Utri: il Duce troppo buono


Il senatore del PdL intervistato da Klaus Davi: Mussolini era una brava persona che fece degli errori. «Perse la guerra perché era troppo buono», lo si capisce leggendo i suoi diari, assicura. Peccato che per gli storici che li hanno esaminati siano falsi

È destinata a sollevare polemiche l'intervista rilasciata da Dell'Utri a Klaus Davi per Klauscondicio, a ruota libera su mafia, Rai («Speriamo di non doverla occupare»), veline (quelle «laureate e preparate politicamente sono di gran lunga più apprezzabili di alcune tele giornaliste») e fascismo. Usando come scudo il "Ma perché la storia devono scriverla solo i vincitori?" si lancia nell'ardita impresa (per usare termini cari al fascio) di riscrivere la storia, peraltro citando documenti falsi.


«Mussolini ha perso la guerra perché era troppo buono. Non era affatto un dittatore spietato e sanguinario come poteva essere Stalin. Leggendo i diari, giorno per giorno, per 5 anni dal '35 al '39, cioè alla vigilia della decisione di entrare in un conflitto mondiale già iniziato, posso assicurare che trovo Mussolini un uomo straordinario e di grande cultura». «Un grande scrittore, alla Montanelli, i suoi diari sembrano cronache di un inviato speciale, con frasi brevi e aggettivazioni efficaci come raramente ho letto». Come se bastasse, non sporcarsi personalmente le mani, saper scrivere bene e avere cultura. Senza contare che su quegli scritti in possesso di Dell'Utri, le famose 5 agende di cui si parlò nel 2007, si espressero negativamente i più importanti storici internazionali: niente altro che dei falsi, al contrario della sua firma alle leggi razziali. Ma il senatore non sembra ricordarsene.
«Non è colpa di Mussolini - rileva - se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista». «Non ho paura di diventare impopolare con queste rivelazioni» ha detto a Davi, «perseguo solo la ricerca della verità. Io non ho alcuna intenzione di fare apologia né del fascismo né di Mussolini. Ho scoperto nei diari (falsi, ricordiamolo, n.d.R.) di Mussolini la figura di un grande uomo. Ha commesso errori ed è già stato condannato dalla storia. Ma da questi scritti viene fuori una figura diversa da quella che ci è stata propinata dagli storici dei vincitori, non era un buffone, non era un ignorante e tantomeno un sanguinario. Era un uomo buono. Mussolini era solo una brava persona che ha fatto degli errori». Ma si può perseguire e soprattutto propagandare una tale verità senza fare apologia e sulla base di scritti palesemente riconosciuti falsi?
Lo stesso principio lo applica ai repubblichini: «Erano al 100% partigiani di destra. Non è che fossero delle persone da cancellare dalla storia, perché hanno avuto la loro parte e credevano in alcuni valori. I repubblichini sbagliavano sicuramente, perché la Repubblica di Salò non è certo stata una gran bella cosa, però sono esseri umani che hanno lottato al pari degli altri per una loro idealità».

Libero.it