giovedì 17 dicembre 2009

Va bene... ecco la realtà. Poi la nostra previsione fino al 2011

Berlusconi in piazza Duomo, due video per capire

di Federico Mello



Nei due video che pubblichiamo (CLICCA QUI) potete vedere le contestazioni di domenica 13 dicembre al poco affollato comizio di Silvio Berlusconi, tenuto in un angolo di Piazza del Duomo a Milano. Le contestazioni sono esclusivamente verbali e, in più di un caso, a protestare contro il premier (o a sostenerlo) sono dei passanti impegnati nelle compere natalizie.
Eppure gli esponenti della maggioranza e i media loro vicini hanno parlato di “300 violenti” e di collegamenti evidenti con Massimo Tartaglia, lo psicolabile protagonista della vergognosa aggressione al Presidente del consiglio. Un teorema che si poteva leggere con chiarezza a pagina 2 de Il Giornale di martedì 15 dicembre: “Quelli che lo hanno istigato ora liquidano l'attentatore come un pazzo. Ma in piazza c'erano altri 300 violenti come lui”.
Allo stesso modo il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e il parlamentare Pdl, Maurizio Lupi, sono arrivati a evocare gli anni di piombo: “Si sta ricreando in Italia il clima degli anni '70 – ha detto ieri Formigoni - non dimentichiamo che altre persone hanno minacciato e insultato durante il comizio". Ma ancora più preoccupate solo state le parole di Roberto Maroni: "Forse non sapete – ha detto in conferenza stampa il Ministro dell'Interno - che proprio grazie alla buona gestione dell'ordine pubblico ieri [domenica, ndr] durante il comizio è stato sventato un tentativo di violente contestazioni al premier proprio sotto il palco". Non solo. Il ministro ha anche rivelato che “un gruppo di manifestanti organizzati” si era “infiltrato fin sotto il palco grazie a bandiere di Fi” e che erano stati bloccati prima che riuscissero “ad esporre uno striscione violento”.
È allora utile verificare cosa è successo domenica in quell'angolo di piazza Duomo, anche grazie ai video. In primo luogo, stando alla relazione dei servizi segreti al Copasir (il comitato parlamentare di controllo sull'attività degli 007), l'aggressore di Berlusconi avrebbe agito completamente da solo. In secondo luogo "lo striscione violento" di cui ha parlato il ministro Maroni, non esiste. Come riportato dal Fatto Quotidiano la scritta era la seguente: “Non c'è democrazia senza regole: rispettale”. Lo hanno confermato il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, e Piero Ricca, l'animatore di Qui Milano Libera che aveva portato lo striscione e poi non è riuscito ad aprirlo. Non solo. I video sui “violenti” in piazza, segnalatici da www.shockjournalism.com mostrano la dinamica dei fatti. La telecamera è tra i contestatori e le forze dell'ordine.
Nel primo video i contestatori di Berlusconi, tutti a volto scoperto, scandiscono i loro cori: “Fuori la mafia dallo stato”; “Buffone”, “Chi non salta Berlusconi è”, "mafiosi, mafiosi". Rispondono i fan del cavaliere che li apostrofano come “Barboni”. Nel secondo video l'obiettivo si sposta sui militanti del Pdl. I cori, come in una sorta di clima da stadio, si fanno più pesanti: “Siete tutti culattoni”; “Comunista pezzo di merda” e anche uno sconcertante “Du-ce-du-ce”. Alcuni militanti del Pdl (pochi) si coprono pure il volto con le sciarpe, mentre qualcun altro cerca di scagliarsi, a urli, contro chi protesta.
Le immagini spingono perciò a una riflessione. Autorizzare il comizio in una zona così piena di gente (le migliaia di passanti di piazza Duomo delle sei del pomeriggio), non è stata una grande trovata. Non per niente ai due fronti contrapposti si sono anche aggiunti molti cittadini che erano lì per caso. Meglio sarebbe stato spostare tutto in una delle tante piazze vicine, meno frequentate, e in ogni caso abbastanza capienti per contenere i fan di Berlusconi (non più di 1500 in tutto).
Ma ovviamente di questo non parla nessuno. I sedicenti liberali della maggioranza si scagliano, invece, contro la libertà d'informazione e promettono leggi per censurare internet e limitare il diritto al dissenso. Perché, come aveva già capito Indro Montanelli, "Questa non è la destra. È il manganello".


I video sono a cura di Marco Cova


Ed ora le nostre previsioni

Non è passato poi molto tempo
(o forse troppo!) da quel 6 gennaio 2008 in cui in un post di Shaker85 (uno tra i più accesi componenti del nostro gruppo) prevedevamo come sarebbe andata a finire qui, nel piccolo, a Santa Marinella.
.. "Come non sposta di una virgola il problema vero di Santa Marinella: se non esce un candidato “ALTRO”, la prossima amministrazione sarà la peggiore che avremo mai avuto… peggio anche dell’ultima" ...

Ci abbiamo "azzeccato" in pieno. Quindi siamo abbastanza attendibili... o no?

Perciò ecco cosa prevediamo per questa "povera italietta" da qui al 2011.
Tra pochi mesi, se non settimane, subiremo il fatidico default finanziario del Paese. Tremorti dice che questa finanziaria, appena approvata con l'imposizione del voto di fiducia, "nun se batte!"
In realtà per metà verrà finanziata con gli improbabili introiti dello "scudo fiscale" (shit!). Cioè con un 30% di rientro di capitali degli affaristi sporchi dai paradisi fiscali ed il 70% dei soldi trafugati dalle mafie (quindi non contateci troppo).
L'altra metà è stata scippata a quei poveri gonzi dei lavoratori con il prestito forzoso allo Stato che ha prelevato dal fondo INPS dei TFR.
Dicono che ve li restituiranno... mah! Chiediamo:

"Voi prestereste dei soldi ad uno che è sull'orlo della bancarotta e prossimo a fuggire all'estero?"

Quindi questa è l'ennesima "sola" (forse l'ultima) dei nostri "polliticanti"!
A questo, dopo la chiusura delle porte delle vostre banche, perdita dei risparmi, di altri posti di lavoro, inflazione alle stelle, commissariamento dell'Italia seguiranno altri scontri di piazza e poi la guerra civile. (Argentina docet)



Sarà un "tutti contro tutti", saccheggi (tv, cellulari, e cazzate varie), feriti e morti.
Ma il vero problema, oggi, è che esistono tre tipi di italiani:
- quelli che si sono rotti le palle veramente e vogliono un'Italia onesta, lavoro, libera informazione, modernità e servizi adeguati (le famose "5 stelle")!
- quelli che credono ancora alla partitocrazia ed ai favori, che non hanno voglia di conquistarsi con il sudore le cose, che credono a tutte le stronzate di certi giornali e delle televisioni;
- quelli che pensano a fare sporchi affari attraverso l'illecito ed il crimine.
Ecco dunque come potrebbe essere divisa l'Italia all'indomani della guerra civile:


Ognuno a casa sua
senza romperci più
i coglioni a vicenda!

... e abbiamo detto tutto!


P.S. Ah! Beh... l'ottimismo è bene ficcarselo in c...!