venerdì 12 giugno 2009

Le crepe della democrazia in Italia

Precisazione


In Italia gli aventi diritto al voto sono 50 milioni 341 mila 790.

Secondo le regole della "DEMOCRAZIA" chi ottiene il 50% + 1 voto (25.170.896 voti ) ottiene il diritto a realizzare il "suo" programma elettorale .

Ovvero governa chi ottiene un voto su ogni due aventi diritto al voto.

CHI GOVERNA E' LEGITTIMATO A SOSTENERE CHE E' STATO ELETTO DAL POPOLO.

Ma non tutti votano.

In tal caso, la citata regola democratica del "50%+1voto" viene manipolata : si "sostituisce" al numero degli aventi diritto al voto il numero dei votanti.

E' una clamorosa violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti della Persona Umana e dell'art. 3 della Costituzione italiana.in quanto VIENE "IGNORATA" L'ESISTENZA (OLTRE AI DIRITTI E ALLA DIGNITA') DI TUTTI COLORO CHE, NON VOTANDO, ESPRIMONO ANCHE IL NON "GRADIMENTO" DELL'OFFERTA DEI CANDIDATI. Esempio. Se votano 32 milioni 747 mila 722 degli aventi diritto, con la citata regola "manipolata", assume il governo chi ottiene 16.373.862 voti (50% +1 voto) che corrisponde al consenso del 32,5% del totale degli aventi diritto; ovvero, in questo caso, governa chi ottiene un voto su ogni tre aventi diritto.

Il 67,5% degli aventi diritto ha espresso - in vari modi - la volontà di non desiderare/gradire il governo di quel candidato.

CHI GOVERNA NON E' LEGITTIMATO A SOSTENERE CHE E' STATO ELETTO DAL POPOLO.

Nelle recenti elezioni europee del 6-7 giugno 2009, in Italia, il capo del governo in carica si è candidato su tutto il territorio nazionale con il compito esclusivo (e ben noto "anche" agli aventi diritto al voto) di "acchiappavoti" dei 50.341.790.

Il 6 maggio, il capo del governo aveva garantito di essere (il Pdl, suo partito) al 46 per cento.

23milioni 157mila voti?

Il 16 maggio, il capo del governo aveva garantito di essere (il Pdl, suo partito) sopra al 40 per cento.

Oltre 20milioni 137mila voti?

Il 23 maggio, il capo del governo aveva garantito di essere (il Pdl, suo partito), secondo i sondaggi, al 45 per cento.

22milioni 654mila voti?

Il 30 maggio, il capo del governo era certo di essere (il Pdl, suo partito), secondo gli ultimi sondaggi, al 43-45 per cento. Tra i 21,5 milioni ed oltre i 22,5 milioni di voti?

Il capo del governo, "il leader chiedeva e profetizzava il potere assoluto, con il 45 per cento dei voti per sé e l'alleanza con la Lega oltre il 50. Questa era la soglia politicamente sacra, la seconda presa del potere in un anno, la misura che trasforma il consenso in adesione, il governo in comando e il comando in dominio." (Ezio Mauro, "La crepa", Corriere della sera 9.6.2009)
Il partito del capo del governo, il Pdl, ha ottenuto 10.807.791 voti (21,47%) ovvero 1 voto ogni 5 aventi diritto al voto; ovvero meno del 50% di quanto sopracitato.

Ed ogni 4 votanti per il Pdl, "il suo partito", solo UN VOTANTE, cioè 2.706.791, ha "preferito" il candidato capo del governo (e capo del partito "Pdl", capolista "acchiappavoti" in tutto il territorio nazionale) ; tali preferenze corrispondono al 5,38 % degli oltre 50 milioni di aventi diritto al voto.

"Forte" di questo 5,38 % di consenso continuerà a sostenere che sta "GOVERNANDO IL PAESE PER AVER RICEVUTO IL MANDATO DAL POPOLO" ovvero per aver ricevuto il mandato dagli elettori.

La chiamano "democrazia" (e si ostinano a difenderla) ; non solo, continuano ad autoproclamarsi "liberali".

Per fortuna del popolo italiano, il capo del governo italiano non andrà nel Parlamento Europeo.

Nota. Durante la campagna elettorale e nei successivi pubblici dibattiti, è stato usato il termine "plebiscito". Ricordo le elezione "non democratiche" del 1929 (votavano solo gli uomini, da 21 anni compiuti), trasformatosi al momento della votazione in sistema plebiscitario: lista unica; votanti SI - 8.506.576; votanti NO - 136.198. Molti di questi 136.198, fino alla caduta del regime fascista, “pagarono” questa loro libera espressione di voto.


Vito Nicola De Russis