mercoledì 22 aprile 2009

Appello alle mafie: finanziate Giuliani!

Appello alle mafie: finanziate Giuliani!



Facciamo un appello ai delinquenti. Donate lo 0,004% del vostro fatturato. La possibilità di prevedere un sisma non metterà in pericolo il vostro business: le case cadranno lo stesso, tanto le ricostruirete peggio di prima, e potrete ricostruirle ancora, ed ancora... All'infinito!
Tutto quello che rischiate è di salvare qualche vita umana. Pubblicità gratuita per quando sarà evidente che lo stato siete voi, e la riorganizzazione dei vertici della criminalità organizzata smetterà di chiamarsi campagna elettorale.
Potrete anche continuare a tenervi tutti i soldi investiti nell'attuale sistema di prevenzione dei terremoti. Chi ha in mano il business dei sismografi potrà continuare a venderli indisturbato. Istituti ed Enti preposti resteranno in piedi e le sue alte cariche potranno continuare a fare passarella nelle trasmissioni televisive, sulle copertine delle riviste e ai convegni scientifici.

Tutto quello che vi chiediamo è di restare vivi.
Noi vogliamo solo vivere, grazie.



Giuliani: come prevedo i terremoti from Claudio Messora on Vimeo.


L'Abruzzo agli abruzzesi!




La televisione dice solo due cose: quelle che fanno audience e quelle che non fanno dispiacere a chi paga. La rete, invece, dice quello che gli pare.
Alla prima categoria appartengono i microfoni puntati come fucili sui volti dei condannati a morte di chi ha appena perso tutto. L'interrogatorio ha contenuti profondi. Il tempo per rispondere è quello di un quiz televisivo: "Tutto questo le ha cambiato la vita?, "Mi scusi, perchè dorme in macchina?". La differenza tra un TG e Carramba che sorpresa si fa sempre più sottile. Bisogna emozionare, e siccome abbiamo perso il contatto con la realtà, anche l'emozione deve essere riprodotta in serie, deve essere somministrata. Una lacrima è la più potente alleata dello share. Se il terremoto potesse avere una bandiera, sopra vi sarebbe indelebilmente impressa l'immagine di Bruno Vespa che fruga tra le macerie, come un cane randagio. E quando finalmente trova la sua ciotola, un orsacchioto di peluche, annuncia trionfante: "Non c'è terremoto in cui non si trovino cose di questo genere. Cose così dolorose, sempre.". Forse intendeva dire: non c'è tragedia senza commercianti privi di scrupoli che mercificano il dolore, allestendo bancarelle dove piccole sofferenze in serie vengono vendute come souvenir ai turisti delle sciagure.

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